martedì 4 marzo 2025

Tatà

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Valérie Perrin, "Tatà", edito da Edizioni e/o.

La vicenda inizia quando la celebre regista francese Agnes, separata con una figlia adolescente, riceverà notizia della morte di sua zia Colette. Ciò la getterà in un profondo stato di confusione perchè la sua tatà (zietta in francese) è deceduta da anni: chi è allora sepolto nella sua tomba?

Una volta varcata la soglia della casa in cui Colette aveva vissuto negli ultimi anni, Agnes scoprirà che la zia le ha lasciato una preziosa eredità: diverse audiocassette in cui la donna racconterà alla nipote la storia della sua vita e delle persone che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, la sua esistenza.

Cassetta dopo cassetta, Agnes si ritroverà sempre più coinvolta nell'ascoltare le confidenze di Colette, che aveva sempre concepito come una persona dalla vita ordinaria, divisa tra la passione per il suo lavoro di calzolaia e l'hobby per il calcio.

Attraverso le parole della zia, anche il lettore, pagina dopo pagina, verrà rapito da una miriade di storie: quella di Colette e della sua famiglia d'origine, quella di suo fratello Jean (padre di Agnes e talentuoso pianista) e della moglie Hannah (un'ebrea scampata per un soffio alla deportazione) e, soprattutto, quella di Blanche, amica d'infanzia di Colette dall'esistenza difficile a causa del padre violento e assassino. 

Ma non saranno solo queste narrazioni che destabilizzeranno Agnes, tanto da farle perdere più volte i sensi: a farle comprendere quanti segreti le sono stati celati dalla sua famiglia sarà un'altra sconvolgente rivelazione, che la metterà di fronte a una verità ancora più scioccante.

Chi segue il mio blog sa che ho letto tutti i romanzi della Perrin e che ritengo che questa autrice sia una delle migliori scrittrici degli ultimi tempi, grazie alla sua capacità di coinvolgere il lettore in storie corali ricche di colpi di scena nelle quali, attraverso uno stile accattivante, vengono affrontate diverse tematiche.

Anche in questo libro ho ritrovato tutto questo, anche se penso che questa volta l'autrice abbia un po' esagerato con le "storie nelle storie". Alcune di esse, infatti, mi sono sembrate ridondanti e poco coese alla narrazione principale, come quella che riguarda uno dei migliori amici di Agnes, ritrovato dalla donna una volta tornata nel paese della zia, o la profonda simpatia nata tra la protagonista e uno dei personaggi secondari, che viene descritta in modo troppo superficiale: era davvero così necessaria? 

Lo stesso personaggio di Colette viene messo talvolta in ombra da tutte queste vicende, tanto che pure la parte che riguarda la sua vita sentimentale viene relegata a una narrazione a mio parere un po' troppo superficiale. 

Insomma, l'impressione che ho avuto leggendo questo romanzo è che l'autrice abbia voluto mettere "troppa carne al fuoco", anche se non posso negare di essere stata comunque coinvolta dal romanzo che, ancora una volta, mi ha confermato il mio interesse per le storie della Perrin. 

Perciò non posso fare altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo, sia se avete già letto gli altri romanzi dell'autrice sia nel caso abbiate voglia di gustarvi una storia corale nella quale si fanno strada segreti di famiglia e tematiche legate alla violenza domestica ma anche all'amore, in tutte le sue forme.



DELLA STESSA AUTRICE:

Cambiare l'acqua ai fiori

Il quaderno dell'amore perduto 

Tre

mercoledì 26 febbraio 2025

Il secondo piano

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo "Il secondo piano", scritto da Ritanna Armeni ed edito da Ponte alle Grazie. 

La storia è ambientata a Roma tra il 1943 e il 1944: la capitale è occupata dai tedeschi, che non smettono di mostrare la loro ferocia contro il popolo ebraico. Dopo il rastrellamento del ghetto, un gruppo di ebrei cercherà rifugio nel convento francescano gestito da madre Ignazia, religiosa di origine tedesca. 

Combattuta tra i valori cristiani e le conseguenze che questa azione potrebbe portare con sè, aiutata dalle altre consorelle, la donna deciderà di ospitare i rifugiati nelle stanze del secondo piano, da tempo disabitate.

Quella che, però, sembrerebbe un'ottima soluzione, sarà messa in discussione da un evento che scombussolerà nuovamente la routine del convento: alcuni nazisti decideranno di creare un'infermeria al piano terra. Le suore si troveranno così proprio nel mezzo, con il gruppo di ebrei al piano di sopra e i tedeschi al piano di sotto, con il costante timore che questi posssano scoprire la presenza dei rifugiati. Fino a quando...

Ho scoperto questo libro grazie al blog Penna D'oro gestito da Aquila Reale, la quale ha recensito il romanzo nel giorno della Memoria e che colgo l'occasione di ringraziare per la storia interessante che mi ha fatto conoscere.

Sono infatti rimasta molto coinvolta dalla vicenda narrata che non solo viene raccontata attraverso i vari capitoli scritti in terza persona, ma anche con approfondimenti storici ben amalgamati nel testo e alcune parti dedicate alle pagine di diario delle suore, nelle quali si percepisce tutto il loro timore ma anche la grande fede in Dio e nella Madonna. 

La letteratura legata alla seconda guerra mondiale e alla persecuzione degli ebrei è molto ricca ma, come scrive anche l'autrice nella postfazione, il ruolo della Chiesa è ancora oggi oggetto di diverse discussioni e su di esso permangono ancora un bel po' di lati oscuri. Di certo non si può negare il ruolo importante dei conventi, che grazie a questo romanzo viene messo in luce, facendo conoscere a chi legge aspetti inediti legati a questo periodo così tumultuoso. 

Dal punto di vista stilistico, la narrazione è semplice, scorrevole e il ritmo fluido. Mi sarebbe però piaciuto un maggior approfondimento psicologico dei sentimenti delle suore e un focus più dettagliato delle singole personalità del gruppo di ebrei, che tende a rimanere sullo sfondo. 

Ma, a parte questo elemento legato più che altri a gusti personali, ritengo questa storia una lettura da non trascurare e la consiglio a chiunque abbia voglia di leggere un libro legato al periodo della seconda guerra mondiale, attraverso una prospettiva inedita e per questo molto interessante e capace di accrescere la vostra conoscenza su uno dei capitoli più bui della Storia del Novecento.

giovedì 13 febbraio 2025

La vita a volte capita

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Lorenzo Marone, "La vita a volte capita", edito da Feltrinelli.

Trattasi del seguito de "La tentazione di essere felici", storia che ci ha fatto conoscere e amare il cinico e disincantato Cesare Annunziata. In questo secondo libro, il lettore lo potrà ritrovare ormai ottantenne, alle prese non solo con le sue riflessioni sul senso della vita, ma anche con il caldo mese d'agosto.

In un periodo dove il tempo sembra sospeso, in una Napoli semideserta presa in ostaggio dai cantieri, il nostro protagonista si ritroverà a fare da dog sitter a Batman, il cane di sua figlia Sveva, partita per le vacanze con il compagno. E sarà grazie al suo nuovo amico a quattro zampe che Cesare inizierà a frequentare i giardinetti, dove noterà un'eccentrica ragazza che piange.

Scoprire il motivo della tristezza della giovane diventerà il suo obiettivo primario, tanto che l'anziano utilizzerà tutti i modi, leciti e non, per poter avvicinarsi a quella ragazza.

A caratterizzare le sue giornate, però, ci saranno anche l'amico di sempre Marino, un uomo mite e placido con il quale si ritroverà a giocare sempre la stessa partita a scacchi; la dirimpettaia Eleonora, che gli affiderà un compito particolare legato ai gatti che ospita da anni nella sua casa; e una stramba adolescente che si diverte a fare l'influencer nel cortile condominiale. 

Circondato da queste persone, Cesare vivrà la sua personalissima estate, caratterizzata anche dalle numerose riflessioni notturne legate alla vera natura del suo rapporto con la moglie morta e ad alcuni rimpianti che provengono dal suo passato e che riguardano i rapporti con i suoi figli. Senza rinunciare ad alcuni peccatucci, come qualche sigaretta fumata di nascosto...

E' stato molto piacevole ritrovare il protagonista di un romanzo che, sebbene abbia letto anni fa, ricordo ancora con molto affetto. La storia, come la maggior parte dei romanzi dell'autore, è molto riflessiva e lo stile riflette questa peculiarità attraverso l'utilizzo di una prosa quasi poetica.

Dal punto di vista narrativo, la trama non è caratterizzata da numerosi eventi: in qualche modo, infatti, sembra rispecchiare il ritmo lento delle giornate agostane, ma non per questo risulta poco interessante, anzi, la storia mi ha coinvolta dall'inizio alla fine proprio grazie alla profondità dei pensieri di Cesare e alle sue azioni. 

Un romanzo, quindi, che consiglio vivamente a tutti coloro che hanno amato e apprezzato "La tentazione di essere felici". Agli altri, invece, raccomando di conoscere Cesare attraverso la lettura del precedente libro.

 

 

DELLO STESSO AUTORE

Magari domani resto

Un ragazzo normale 

La tentazione di essere felici

Tutto sarà perfetto 

La tristezza ha il sonno leggero

La donna degli alberi 

Le madri non dormono mai

Sono tornato per te 

lunedì 3 febbraio 2025

Il ritorno di Rachel Price

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Holly Jackson, "Il ritorno di Rachel Price", edito da Rizzoli.

Protagonista è una ragazza di diciotto anni, Annabel detta Bel, che da sempre vive con il padre Charlie. La madre Rachel, invece, è misteriosamente scomparsa sedici anni prima, dopo aver abbandonato Bel sulla sua automobile. La ragazza è stata profondamente segnata da questo avvenimento e ha sviluppato un carattere introverso e solitario, allontanando chiunque voglia fare amicizia con lei, a eccezione della cugina Carter.

Dato che il nonno paterno è ammalato e ciò comporta delle notevoli spese, Charlie e suo fratello Jeff decideranno di acconsentire alla produzione di un documentario, che ripercorre il mistero legato alla scomparsa di Rachel. Sebbene ciò significhi rivangare un passato doloroso, Bel si sottoporrà suo malgrado alle interviste, attraverso le quali conoscerà l'eccentrico Ash, parente del produttore del documentario. 

Ma, quando ormai le riprese staranno per terminare, un vero e proprio colpo di scena sconvolgerà la vita di Bel e di tutta la sua famiglia: Rachel riapparirà dicendo di essere scappata da una misteriosa persona che per tutti quegli anni l'ha rapita e l'ha tenuta prigioniera.

Il ritorno di Rachel romperà la tranquilla esistenza del marito Charlie e di sua figlia Bel, la quale nutre da sempre il dubbio di essere stata abbandonata. Ma i suoi sospetti si faranno più fondati quando si accorgerà che la donna, nei suoi discorsi, inizierà a contraddirsi. Perchè? 

Aiutata da Ash, Bel proverà a far luce sulla reale dinamica del rapimento di Rachel, che la porterà a scontrarsi con la vera natura dei suoi familiari. Fino a quando, anche il padre di Bel scomparirà nel nulla...

Dopo aver apprezzato la trilogia de "Le brave ragazze" e il romanzo autoconclusivo "Five survive", ero molto curiosa di leggere la nuova pubblicazione della Jackson.

Anche questa storia mi ha coinvolto tantissimo, la trama gialla è davvero molto originale, ricca di colpi di scena e dal finale perfetto. Mi è piaciuto verificare come alla fine ogni elemento trovasse la propria giustificazione all'interno dell'intreccio narrativo. 

Unica pecca, a mio parere, riguarda lo stile, a tratti lento ed eccessivamente descrittivo nelle parti che riguardano lo stato d'animo della protagonista. Penso che in un romanzo di questo genere, un ritmo più incalzante aiuti il lettore a immergersi maggiormente nell'atmosfera. In questo caso, qualche pagina in meno e un andamento più sostenuto avrebbero giovato alla narrazione.

Nonostante questo, però, sono rimasta molto soddifatta di questa lettura, che consiglio a tutti gli amanti dei romanzi di questa autrice e a tutti coloro che abbiano voglia di leggere un giallo youg adult in cui, a farla da padrone, sono i segreti di famiglia. 



DELLA STESSA AUTRICE:

Come uccidono le brave ragazze

Brave ragazze, cattivo sangue 

Una brava ragazza è una ragazza morta

Kill joy 

Five survive

lunedì 27 gennaio 2025

Bambino

Cari lettori, per celebrare il giorno della Memoria, ho pensato di proporvi la recensione dell'ultimo romanzo di Marco Balzano, "Bambino", edito da Einaudi.

Il titolo del libro si rifà al protagonista di questa storia, nato nel 1900, che negli anni si porterà addosso quel soprannome a causa del suo aspetto infantile e glabro. 

Non avrà però l'innocenza di un fanciullo, perchè Mattia (è questo il suo vero nome) è un personaggio che non faticherà a conquistarsi l'antipatia e la disistima del lettore: nato a Trieste, in una terra abitata sia da italiani sia da slavi, verrà presto soggiogato dalla politica fascista, tanto da entrare a far parte degli squadristi, compiendo con loro atti violenti e brutali.

Attraverso il racconto della sua esistenza, il lettore si troverà immerso in quegli anni così tumultuosi, caratterizzati dall'avvento del fascismo e dalla sua caduta, dalle attività partigiane e dai massacri nelle foibe. E sarà in proprio in quegli anni che Mattia mostrerà ancora una volta il suo temperamento opportunista, scegliendo di stare dalla parte del più forte senza alcun rimpianto...

Nei vari capitoli, sarà approfondita anche la vita privata di questo protagonista così controverso: la scoperta che la persona che credeva fosse sua madre in realtà non lo è, lo getterà nella spasmodica ricerca della donna che lo ha partorito e ciò sarà il filo conduttore di tutta la sua vita. D'altra parte, il padre si rifiuterà di rivelargli la verità, ma mostrerà un amore incondizionato per il figlio, pur essendo consapevole delle sue cattive azioni.

Abbandonato anche dal fratello (partito per l'America anni prima) e dall'amico (che non condivide la sua fede fascista), viene da chiedersi se Mattia Gregori, in un altro contesto storico e con una storia familiare diversa, avrebbe vissuto in questo modo ma ciò, almeno a mio parere, non riesce a riscattarlo.

Dopo aver recuperato nel 2023 la lettura del romanzo "Resto qui", ero molto curiosa di leggere questa ultima pubblicazione di Marco Balzano. Ho apprezzato l'ambientazione triestina, un luogo emblematico per comprendere le varie sfaccettature ideologiche coinvolte nel conflitto, così come lo stile scorrevole e curato, a tratti evocativo e poetico, dell'autore.

Unico elemento che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca è stata quella sensazione di "non finito" che ho provato al termine della lettura: mi sarebbe piaciuto ricevere qualche risposta in più su uno dei temi portanti della narrazione (non posso aggiungere altro perchè il rischio spoiler è molto alto), così come avrei apprezzato un certo tipo di crescita da parte del protagonista.

Ciò però non toglie nulla alla bellezza di questa lettura, che vi consiglio per immergervi ancora una volta in uno dei periodi storici più tragici e complessi della nostra Storia più recente, con un protagonista anticonvenzionale capace di farvi riflettere sulla brutalità di certe ideologie. 


DELLO STESSO AUTORE:

Resto qui

martedì 21 gennaio 2025

La portalettere

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo di Francesca Giannone, "La portalettere", edito da Nord.

Protagonista della storia è Anna Allavena, una ragazza ligure che nel 1938 si trasferisce con il marito Carlo e il figlio Roberto a Lizzanello, il paese salentino di cui è originario il consorte, che ha ereditato una tenuta e dei terreni.

Per Anna l'impatto con quella realtà, nella quale verrà sempre additata come "la forestiera", non sarà affatto semplice: la ragazza noterà sin da subito una forte differenza di mentalità, soprattutto per quanto riguarda la concezione della figura femminile, e ciò non farà che acuire la divergenza tra lei e i suoi nuovi compaesani.

Giorno dopo giorno, però, la nostra protagonista riuscirà a integrarsi in quel mondo senza dover snaturare sè stessa, aiutata anche dall'istantanea complicità con il cognato Antonio, sposato con Agata e padre di Lorenza, una bambina nella quale Anna rivedrà la figlia perduta anni prima, dalla quale non ha mai superato il distacco.

Quando un giorno, per puro caso, scoprirà che in paese stanno cercando un nuovo portalettere, anche scontrandosi con il marito, deciderà di partecipare al concorso, diventando in questo modo la prima donna postino. 

Armata di bicicletta e pantaloni, la donna inizierà a distribuire la corrispondenza a tutti gli abitanti del paese, consegnando così lettere d'amore, missive dal fronte, tentativi di riconciliazioni familiari. Il suo nuovo lavoro le farà approfondire la conoscenza di Lizzanello e dei suoi abitanti, portandola anche a stringere una profonda amicizia con una ragazza emarginata, Giovanna. 

Ma questo sarà solo il primo passo verso una serie di iniziative di cui Anna diventerà promotrice, affinchè anche le donne possano emanciparsi dal genere maschile e poter finalmente godere di tutti i diritti...

Attorno al lavoro e ai progetti della nostra protagonista, ruoteranno inoltre le vicende (segrete e non) degli altri personaggi, che finiranno per coinvolgerla in una spirale di eventi che segneranno in modo indelebile il suo futuro.

Penso che la maggior parte di voi conoscano, anche solo per averne sentito parlare, questo romanzo, che è stato uno dei casi editoriali degli ultimi due anni (io stessa ho dovuto aspettare molti mesi per poter ritirare la mia copia in biblioteca): a lettura ultimata, posso affermare di aver pienamente compreso il motivo di così tanto successo.

La caratterizzazione della protagonista, le sue azioni, le relazioni che intrattiene con i vari personaggi, il contesto corale in cui si svolge la storia, lo stile evocativo e scorrevole sono i principali elementi che mi hanno incollata alle pagine del libro, coinvolgendomi talmente tanto, da spingermi poi a cercare approfondimenti sulla figura della protagonista (trattasi infatti della bisnonna dell'autrice, alla quale aveva promesso di rendere immortale la sua figura, sebbene sia inserita in una trama di fantasia). Unica, piccola pecca, a mio parere, il finale un pochino affrettato.

Al di là di questo, però, se non avete ancora letto questo romanzo, vi consiglio vivamente di farlo, soprattutto se amate le storie ambientate nel primo Novecento con protagonista una ragazza avanti con i tempi, inserita in una storia densa di intrighi, che devono rimanere in ombra sotto l'accecante sole salentino.

martedì 14 gennaio 2025

Risplendo non brucio

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, "Risplendo non brucio" edito da Longanesi.

La storia si sviluppa su due filoni narrativi, entrambi ambientati negli anni della seconda guerra mondiale, che si alternano nell'intreccio del romanzo: nel primo, protagonista è il professor Adami, internato nel campo di concentramento di Dachau a causa delle sue idee politiche.

Un giorno, un suo ex alunno diventato nazista lo condurrà nel castello di Kransberg, dove è presente il bunker in cui si nasconde Hitler. In quel luogo è appena stato trovato morto un membro delle SS e il professor Adami deve riuscire a capire se quella persona si è suicidata oppure è stata assassinata da qualcuno che, magari, sta cospirando contro il regime. 

Il professore si ritroverà così costretto a indagare per far luce su quell'oscura vicenda, che nasconde diversi punti oscuri, e dovrà anche farlo in fretta, perchè i nazisti non sono disposti ad aspettare...

D'altra parte, il lettore sarà trasportato a Triste, nella zona della risiera di San Sabba, attorno alla quale si svolgerà un altro tipo d'indagine, quella della dotteressa Ada, figlia di Adami.

La giovane donna da tempo non ha più notizie del padre, al quale rimprovera la sua caparbietà nel sostenere le proprie idee, e soffre per la lontanza sia del marito in guerra sia per il distacco dal figlio, affidato a una balia che lo deve nascondere per la sua deformità.

Da tempo sostiene, assieme ad altre amiche, l'attività dei partigiani, ma la sua vita verrà ulteriormente sconvolta quando Margherita, la figlia di una coppia di amici, verrà aggredita da uno sconosciuto, probabilmente la stessa persona che ha già fatto la stessa cosa con altre ragazze.

Ada, convinta che tutto ruoti attorno al misterioso complesso della risiera di San Sabba, armata della stessa determinazione del padre, il cui motto è "Risplendo non brucio" (Luceo non uro), proverà con tutte le sue forze a far luce sulla questione, dando il via a una catena di azioni che la porteranno a rischiare seriamente la propria vita...

Come avrete potuto comprendere dalle mie parole, in questo romanzo la scrittrice unisce al romanzo storico un tocco di thriller, a cui ci ha già abituato grazie alla serie incentrata sul commissario Teresa Battaglia.

La trama è molto particolare e originale, riuscendo a coinvolgere il lettore che, a fasi alterne, si ritroverà a indagare sia con il professor Adami sia con la figlia Ada. Ho molto apprezzato la dinamica di entrambe le storie, il loro svolgimento e la conclusione di entrambe le vicende. 

Approfondire le dinamiche del secondo conflitto mondiale attraverso una panoramica su Trieste, terra di confine, permette al lettore di comprendere maggiormente la complessità della guerra e delle sue ideologie. 

Dal punto di vista stilistico, la Tuti presenta un modo di scrivere molto diverso rispetto a ciò che generalmente tendo ad apprezzare. La sua non è una penna semplice e scorrevole, ma la sua prosa, quasi poetica, è comunque sempre riuscita a catturare il mio apprezzamento, sebbene in certi punti mi abbia dato l'impressione che fosse un po' eccessiva e che tendesse a soffocare la trama stessa. 

A parte questo, però, il romanzo mi è piaciuto davvero tanto e mi sento di consigliarvelo, anche come lettura a tema per questo periodo, dato che alla fine del mese (27 gennaio) verrà celebrata la giornata della Memoria.  

Sempre riguardo a questo tema, vi ricordo un mio vecchio post relativo alla risiera di San Sabba, nel caso siate interessati ad approfondire uno dei contesti del romanzo: http://langolodiariel.blogspot.com/2018/01/la-risiera-di-san-sabba.html

 

 

DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno 

Ninfa dormiente

Fiore di roccia 

Luce della notte

Figlia della cenere 

Come vento cucito alla terra

Madre d'ossa

martedì 7 gennaio 2025

Piccole donne

Cari lettori, eccoci giunti alla prima recensione dell'anno, dedicata a un classico della letturatura: "Piccole donne", scritto da Louisa May Alcott, letto nella versione Einaudi che riunisce i quattro i libri della serie.

Probabilmente quasi tutti conoscete la storia delle quattro sorelle March, narrata non solo nei libri (sia nelle versioni integrali sia in quelle per ragazzi), ma anche nelle versioni cinematografiche, più o meno recenti. 

Io stessa faccio parte di questo gruppo ma, se avete letto il mio post dedicato ai buoni propositi letterari 2025, sapete che uno degli obiettivi che mi sono posta quest'anno è quello di rileggere i primi tre libri della serie e recuperare la lettura del quarto.

Questo mi ha portato a reincontrare dopo tanti anni le quattro ragazze americane: la maggiore Meg, amante del lusso e e della vita agiata; Jo, la ribelle aspirante scrittrice; Beth, timida e dolce ma anche tanto fragile ed Amy, la più piccola e capricciosa delle sorelle.

Attraverso le loro avventure entreremo in punta di piedi nella loro famiglia, funestata dalla lontananza del padre, impegnato nella guerra di secessione, e dal tracollo economico. Nonostante le difficoltà, le quattro protagoniste troveranno nei valori trasmessi dalla loro famiglia, come l'amore, la solidarietà, lo spirito di sacrificio, l'operosità, l'onestà e la gentilezza, dei punti fermi che faranno loro da bussola nell'intricato cammino della loro esistenza, caratterizzato da gioie e dolori.

Da piccola, quando lessi per la prima volta questo romanzo in un'edizione illustrata per ragazzi, ricordo che simpatizzai tantissimo per Jo (soffrendo con lei nell'episodio del taglio dei capelli), sviluppai una profonda antipatia per Amy (soprattutto dopo il dispetto del manoscritto di Jo dato alle fiamme) e mi affezionai ai temperamenti più pacati di Meg e Beth.

In questa nuova rilettura, ho confermato la mia simpatia per Jo, ma sono rimasta anche molto coinvolta dalle vicende sentimentali di Meg con il signor Brooke (a questo proposito, non vedo l'ora di rileggere il secondo libro) e ho provato a comprendere maggiormente il personaggio di Amy, notando e apprezzando il suo percorso di crescita. Ho confermato invece il mio affetto per Beth, consapevole che sarà dura leggere la sua triste storia nel seguito del romanzo. Sempre apprezzati i personaggi di Laurie e di suo nonno (tenerissimo il suo affetto per Beth).

Nonostante ricordassi la maggior parte delle vicende narrate, sono rimasta coinvolta dalla lettura di tutti i capitoli e lo stile, sebbene intriso di un moralismo un po' eccessivo per i miei gusti (ma trattasi pur sempre di un romanzo ottocentesco), risulta essere moderno, allo stesso modo della caratterizzazione di Meg, Jo, Beth e Amy.

Dalle mie parole, potete quindi comprendere che sono rimasta molto soddisfatta dalla rilettura di questo classico, che ho letto per la prima volta nella versione integrale per adulti, e già non vedo l'ora di proseguire con "Piccole donne crescono".

mercoledì 1 gennaio 2025

Buoni propositi letterari 2025

Cari lettori, buon anno a tutti e tanti auguri al mio blog, che oggi spegne 9 candeline!

Sebbene siano passati tanti anni, la voglia di aggiornare e curare questo angolino è sempre la stessa, così come i ringraziamenti a tutti coloro che decidono di dedicare qualche minuto del loro tempo per leggere e commentare i miei post. 

Ma come da tradizione, ecco la lista dei miei buoni propositi per il  2025, divisi in tre parti: letterari, legati al blog e relativi alla scrittura.


BUONI PROPOSITI LETTURA

1. (Ri)leggerò la serie de "Le piccole donne" di Louisa May Alcott: da sempre mi manca la lettura del quarto e ultimo libro, del primo e del secondo anni fa ne lessi qualche versione per ragazzi e del terzo conservo un vago ricordo. Quale migliore occasione per riprendere in mano questo classico?

2. Leggerò la trilogia de "L'isola delle camelie" di Tabea Bach, che mi ispira moltissimo;

3. Inizierò la saga familiare dei Clifton di Jeffrey Archer, un'altra serie che spero mi appassionerà come quella de "La villa delle stoffe", che ha caratterizzato il mio 2024;

4. Leggerò i romanzi di Lorenza Gentile, un'autrice della quale non ho mai letto nulla ma che mi incuriosisce molto;

5. E, come sempre, cercherò di trovare un'equilibrio tra le numerose letture che stazionano nella mia wish list e le nuove uscite dei miei autori preferiti.

 

BUONI PROPOSITI BLOG

1. Sulla stessa linea del 2024 e degli scorsi anni, proseguirò a recensire le mie letture sul blog, tenendone in contemporanea il conto su Goodreads, nel quale valuterò i vari libri con le stelline.


BUONI PROPOSITI SCRITTURA

1.  Editare il mio secondo thiller, del quale ho da poco terminato la riscrittura;

2. Decidere cosa farne: concorsi? Agenzie letterarie? Autopubblicazione?

3. Valutare se dedicare quest'anno alla scrittura di un altro romanzo o se revisionare (o riscrivere) il mio primo thriller. 

 

 

E per quest'anno direi che siamo a posto: niente obiettivi complessi, così da avere la sicurezza di riuscire a portarne a compimento la maggior parte! 

Voi avete già scritto una lista di buoni propositi (letterari e/o non) oppure preferite non fare programmi? Se vi va, raccontamelo nei commenti, nel frattempo vi rinnovo i miei auguri per un meraviglioso 2025: