lunedì 27 gennaio 2025

Bambino

Cari lettori, per celebrare il giorno della Memoria, ho pensato di proporvi la recensione dell'ultimo romanzo di Marco Balzano, "Bambino", edito da Einaudi.

Il titolo del libro si rifà al protagonista di questa storia, nato nel 1900, che negli anni si porterà addosso quel soprannome a causa del suo aspetto infantile e glabro. 

Non avrà però l'innocenza di un fanciullo, perchè Mattia (è questo il suo vero nome) è un personaggio che non faticherà a conquistarsi l'antipatia e la disistima del lettore: nato a Trieste, in una terra abitata sia da italiani sia da slavi, verrà presto soggiogato dalla politica fascista, tanto da entrare a far parte degli squadristi, compiendo con loro atti violenti e brutali.

Attraverso il racconto della sua esistenza, il lettore si troverà immerso in quegli anni così tumultuosi, caratterizzati dall'avvento del fascismo e dalla sua caduta, dalle attività partigiane e dai massacri nelle foibe. E sarà in proprio in quegli anni che Mattia mostrerà ancora una volta il suo temperamento opportunista, scegliendo di stare dalla parte del più forte senza alcun rimpianto...

Nei vari capitoli, sarà approfondita anche la vita privata di questo protagonista così controverso: la scoperta che la persona che credeva fosse sua madre in realtà non lo è, lo getterà nella spasmodica ricerca della donna che lo ha partorito e ciò sarà il filo conduttore di tutta la sua vita. D'altra parte, il padre si rifiuterà di rivelargli la verità, ma mostrerà un amore incondizionato per il figlio, pur essendo consapevole delle sue cattive azioni.

Abbandonato anche dal fratello (partito per l'America anni prima) e dall'amico (che non condivide la sua fede fascista), viene da chiedersi se Mattia Gregori, in un altro contesto storico e con una storia familiare diversa, avrebbe vissuto in questo modo ma ciò, almeno a mio parere, non riesce a riscattarlo.

Dopo aver recuperato nel 2023 la lettura del romanzo "Resto qui", ero molto curiosa di leggere questa ultima pubblicazione di Marco Balzano. Ho apprezzato l'ambientazione triestina, un luogo emblematico per comprendere le varie sfaccettature ideologiche coinvolte nel conflitto, così come lo stile scorrevole e curato, a tratti evocativo e poetico, dell'autore.

Unico elemento che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca è stata quella sensazione di "non finito" che ho provato al termine della lettura: mi sarebbe piaciuto ricevere qualche risposta in più su uno dei temi portanti della narrazione (non posso aggiungere altro perchè il rischio spoiler è molto alto), così come avrei apprezzato un certo tipo di crescita da parte del protagonista.

Ciò però non toglie nulla alla bellezza di questa lettura, che vi consiglio per immergervi ancora una volta in uno dei periodi storici più tragici e complessi della nostra Storia più recente, con un protagonista anticonvenzionale capace di farvi riflettere sulla brutalità di certe ideologie. 


DELLO STESSO AUTORE:

Resto qui

martedì 21 gennaio 2025

La portalettere

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo di Francesca Giannone, "La portalettere", edito da Nord.

Protagonista della storia è Anna Allavena, una ragazza ligure che nel 1938 si trasferisce con il marito Carlo e il figlio Roberto a Lizzanello, il paese salentino di cui è originario il consorte, che ha ereditato una tenuta e dei terreni.

Per Anna l'impatto con quella realtà, nella quale verrà sempre additata come "la forestiera", non sarà affatto semplice: la ragazza noterà sin da subito una forte differenza di mentalità, soprattutto per quanto riguarda la concezione della figura femminile, e ciò non farà che acuire la divergenza tra lei e i suoi nuovi compaesani.

Giorno dopo giorno, però, la nostra protagonista riuscirà a integrarsi in quel mondo senza dover snaturare sè stessa, aiutata anche dall'istantanea complicità con il cognato Antonio, sposato con Agata e padre di Lorenza, una bambina nella quale Anna rivedrà la figlia perduta anni prima, dalla quale non ha mai superato il distacco.

Quando un giorno, per puro caso, scoprirà che in paese stanno cercando un nuovo portalettere, anche scontrandosi con il marito, deciderà di partecipare al concorso, diventando in questo modo la prima donna postino. 

Armata di bicicletta e pantaloni, la donna inizierà a distribuire la corrispondenza a tutti gli abitanti del paese, consegnando così lettere d'amore, missive dal fronte, tentativi di riconciliazioni familiari. Il suo nuovo lavoro le farà approfondire la conoscenza di Lizzanello e dei suoi abitanti, portandola anche a stringere una profonda amicizia con una ragazza emarginata, Giovanna. 

Ma questo sarà solo il primo passo verso una serie di iniziative di cui Anna diventerà promotrice, affinchè anche le donne possano emanciparsi dal genere maschile e poter finalmente godere di tutti i diritti...

Attorno al lavoro e ai progetti della nostra protagonista, ruoteranno inoltre le vicende (segrete e non) degli altri personaggi, che finiranno per coinvolgerla in una spirale di eventi che segneranno in modo indelebile il suo futuro.

Penso che la maggior parte di voi conoscano, anche solo per averne sentito parlare, questo romanzo, che è stato uno dei casi editoriali degli ultimi due anni (io stessa ho dovuto aspettare molti mesi per poter ritirare la mia copia in biblioteca): a lettura ultimata, posso affermare di aver pienamente compreso il motivo di così tanto successo.

La caratterizzazione della protagonista, le sue azioni, le relazioni che intrattiene con i vari personaggi, il contesto corale in cui si svolge la storia, lo stile evocativo e scorrevole sono i principali elementi che mi hanno incollata alle pagine del libro, coinvolgendomi talmente tanto, da spingermi poi a cercare approfondimenti sulla figura della protagonista (trattasi infatti della bisnonna dell'autrice, alla quale aveva promesso di rendere immortale la sua figura, sebbene sia inserita in una trama di fantasia). Unica, piccola pecca, a mio parere, il finale un pochino affrettato.

Al di là di questo, però, se non avete ancora letto questo romanzo, vi consiglio vivamente di farlo, soprattutto se amate le storie ambientate nel primo Novecento con protagonista una ragazza avanti con i tempi, inserita in una storia densa di intrighi, che devono rimanere in ombra sotto l'accecante sole salentino.

martedì 14 gennaio 2025

Risplendo non brucio

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, "Risplendo non brucio" edito da Longanesi.

La storia si sviluppa su due filoni narrativi, entrambi ambientati negli anni della seconda guerra mondiale, che si alternano nell'intreccio del romanzo: nel primo, protagonista è il professor Adami, internato nel campo di concentramento di Dachau a causa delle sue idee politiche.

Un giorno, un suo ex alunno diventato nazista lo condurrà nel castello di Kransberg, dove è presente il bunker in cui si nasconde Hitler. In quel luogo è appena stato trovato morto un membro delle SS e il professor Adami deve riuscire a capire se quella persona si è suicidata oppure è stata assassinata da qualcuno che, magari, sta cospirando contro il regime. 

Il professore si ritroverà così costretto a indagare per far luce su quell'oscura vicenda, che nasconde diversi punti oscuri, e dovrà anche farlo in fretta, perchè i nazisti non sono disposti ad aspettare...

D'altra parte, il lettore sarà trasportato a Triste, nella zona della risiera di San Sabba, attorno alla quale si svolgerà un altro tipo d'indagine, quella della dotteressa Ada, figlia di Adami.

La giovane donna da tempo non ha più notizie del padre, al quale rimprovera la sua caparbietà nel sostenere le proprie idee, e soffre per la lontanza sia del marito in guerra sia per il distacco dal figlio, affidato a una balia che lo deve nascondere per la sua deformità.

Da tempo sostiene, assieme ad altre amiche, l'attività dei partigiani, ma la sua vita verrà ulteriormente sconvolta quando Margherita, la figlia di una coppia di amici, verrà aggredita da uno sconosciuto, probabilmente la stessa persona che ha già fatto la stessa cosa con altre ragazze.

Ada, convinta che tutto ruoti attorno al misterioso complesso della risiera di San Sabba, armata della stessa determinazione del padre, il cui motto è "Risplendo non brucio" (Luceo non uro), proverà con tutte le sue forze a far luce sulla questione, dando il via a una catena di azioni che la porteranno a rischiare seriamente la propria vita...

Come avrete potuto comprendere dalle mie parole, in questo romanzo la scrittrice unisce al romanzo storico un tocco di thriller, a cui ci ha già abituato grazie alla serie incentrata sul commissario Teresa Battaglia.

La trama è molto particolare e originale, riuscendo a coinvolgere il lettore che, a fasi alterne, si ritroverà a indagare sia con il professor Adami sia con la figlia Ada. Ho molto apprezzato la dinamica di entrambe le storie, il loro svolgimento e la conclusione di entrambe le vicende. 

Approfondire le dinamiche del secondo conflitto mondiale attraverso una panoramica su Trieste, terra di confine, permette al lettore di comprendere maggiormente la complessità della guerra e delle sue ideologie. 

Dal punto di vista stilistico, la Tuti presenta un modo di scrivere molto diverso rispetto a ciò che generalmente tendo ad apprezzare. La sua non è una penna semplice e scorrevole, ma la sua prosa, quasi poetica, è comunque sempre riuscita a catturare il mio apprezzamento, sebbene in certi punti mi abbia dato l'impressione che fosse un po' eccessiva e che tendesse a soffocare la trama stessa. 

A parte questo, però, il romanzo mi è piaciuto davvero tanto e mi sento di consigliarvelo, anche come lettura a tema per questo periodo, dato che alla fine del mese (27 gennaio) verrà celebrata la giornata della Memoria.  

Sempre riguardo a questo tema, vi ricordo un mio vecchio post relativo alla risiera di San Sabba, nel caso siate interessati ad approfondire uno dei contesti del romanzo: http://langolodiariel.blogspot.com/2018/01/la-risiera-di-san-sabba.html

 

 

DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno 

Ninfa dormiente

Fiore di roccia 

Luce della notte

Figlia della cenere 

Come vento cucito alla terra

Madre d'ossa

martedì 7 gennaio 2025

Piccole donne

Cari lettori, eccoci giunti alla prima recensione dell'anno, dedicata a un classico della letturatura: "Piccole donne", scritto da Louisa May Alcott, letto nella versione Einaudi che riunisce i quattro i libri della serie.

Probabilmente quasi tutti conoscete la storia delle quattro sorelle March, narrata non solo nei libri (sia nelle versioni integrali sia in quelle per ragazzi), ma anche nelle versioni cinematografiche, più o meno recenti. 

Io stessa faccio parte di questo gruppo ma, se avete letto il mio post dedicato ai buoni propositi letterari 2025, sapete che uno degli obiettivi che mi sono posta quest'anno è quello di rileggere i primi tre libri della serie e recuperare la lettura del quarto.

Questo mi ha portato a reincontrare dopo tanti anni le quattro ragazze americane: la maggiore Meg, amante del lusso e e della vita agiata; Jo, la ribelle aspirante scrittrice; Beth, timida e dolce ma anche tanto fragile ed Amy, la più piccola e capricciosa delle sorelle.

Attraverso le loro avventure entreremo in punta di piedi nella loro famiglia, funestata dalla lontananza del padre, impegnato nella guerra di secessione, e dal tracollo economico. Nonostante le difficoltà, le quattro protagoniste troveranno nei valori trasmessi dalla loro famiglia, come l'amore, la solidarietà, lo spirito di sacrificio, l'operosità, l'onestà e la gentilezza, dei punti fermi che faranno loro da bussola nell'intricato cammino della loro esistenza, caratterizzato da gioie e dolori.

Da piccola, quando lessi per la prima volta questo romanzo in un'edizione illustrata per ragazzi, ricordo che simpatizzai tantissimo per Jo (soffrendo con lei nell'episodio del taglio dei capelli), sviluppai una profonda antipatia per Amy (soprattutto dopo il dispetto del manoscritto di Jo dato alle fiamme) e mi affezionai ai temperamenti più pacati di Meg e Beth.

In questa nuova rilettura, ho confermato la mia simpatia per Jo, ma sono rimasta anche molto coinvolta dalle vicende sentimentali di Meg con il signor Brooke (a questo proposito, non vedo l'ora di rileggere il secondo libro) e ho provato a comprendere maggiormente il personaggio di Amy, notando e apprezzando il suo percorso di crescita. Ho confermato invece il mio affetto per Beth, consapevole che sarà dura leggere la sua triste storia nel seguito del romanzo. Sempre apprezzati i personaggi di Laurie e di suo nonno (tenerissimo il suo affetto per Beth).

Nonostante ricordassi la maggior parte delle vicende narrate, sono rimasta coinvolta dalla lettura di tutti i capitoli e lo stile, sebbene intriso di un moralismo un po' eccessivo per i miei gusti (ma trattasi pur sempre di un romanzo ottocentesco), risulta essere moderno, allo stesso modo della caratterizzazione di Meg, Jo, Beth e Amy.

Dalle mie parole, potete quindi comprendere che sono rimasta molto soddisfatta dalla rilettura di questo classico, che ho letto per la prima volta nella versione integrale per adulti, e già non vedo l'ora di proseguire con "Piccole donne crescono".

mercoledì 1 gennaio 2025

Buoni propositi letterari 2025

Cari lettori, buon anno a tutti e tanti auguri al mio blog, che oggi spegne 9 candeline!

Sebbene siano passati tanti anni, la voglia di aggiornare e curare questo angolino è sempre la stessa, così come i ringraziamenti a tutti coloro che decidono di dedicare qualche minuto del loro tempo per leggere e commentare i miei post. 

Ma come da tradizione, ecco la lista dei miei buoni propositi per il  2025, divisi in tre parti: letterari, legati al blog e relativi alla scrittura.


BUONI PROPOSITI LETTURA

1. (Ri)leggerò la serie de "Le piccole donne" di Louisa May Alcott: da sempre mi manca la lettura del quarto e ultimo libro, del primo e del secondo anni fa ne lessi qualche versione per ragazzi e del terzo conservo un vago ricordo. Quale migliore occasione per riprendere in mano questo classico?

2. Leggerò la trilogia de "L'isola delle camelie" di Tabea Bach, che mi ispira moltissimo;

3. Inizierò la saga familiare dei Clifton di Jeffrey Archer, un'altra serie che spero mi appassionerà come quella de "La villa delle stoffe", che ha caratterizzato il mio 2024;

4. Leggerò i romanzi di Lorenza Gentile, un'autrice della quale non ho mai letto nulla ma che mi incuriosisce molto;

5. E, come sempre, cercherò di trovare un'equilibrio tra le numerose letture che stazionano nella mia wish list e le nuove uscite dei miei autori preferiti.

 

BUONI PROPOSITI BLOG

1. Sulla stessa linea del 2024 e degli scorsi anni, proseguirò a recensire le mie letture sul blog, tenendone in contemporanea il conto su Goodreads, nel quale valuterò i vari libri con le stelline.


BUONI PROPOSITI SCRITTURA

1.  Editare il mio secondo thiller, del quale ho da poco terminato la riscrittura;

2. Decidere cosa farne: concorsi? Agenzie letterarie? Autopubblicazione?

3. Valutare se dedicare quest'anno alla scrittura di un altro romanzo o se revisionare (o riscrivere) il mio primo thriller. 

 

 

E per quest'anno direi che siamo a posto: niente obiettivi complessi, così da avere la sicurezza di riuscire a portarne a compimento la maggior parte! 

Voi avete già scritto una lista di buoni propositi (letterari e/o non) oppure preferite non fare programmi? Se vi va, raccontamelo nei commenti, nel frattempo vi rinnovo i miei auguri per un meraviglioso 2025: