Cari lettori, buon inizio di settimana! Oggi per voi un nuovo capitolo della mia storia per bambini: quello di oggi s'intitola "Un incontro inaspettato"... finalmente Amina riuscirà a capire chi è quella persona buona e generosa che l'ha aiutata... buona lettura!
Non fu difficile
risalire alla via in cui abitava quella persona misteriosa: il padre di Amina,
infatti, la conosceva molto bene, perché ci passava tutti i giorni per andare
al lavoro. Non era molto lontano dalla loro abitazione.
Così, quello stesso
pomeriggio, tutti e tre andarono alla ricerca di quella casa: Amina si sentiva
ancora frastornata per gli eventi di quella mattina e, al pensiero che presto
avrebbe incontrato la sua “amica di penna”, provava un sentimento di curiosità
misto a timore.
Si sentiva felice, ma anche un pochino intimidita, dopotutto
non aveva mai visto quella persona: non sapeva né se era maschio o femmina, né
quanti anni avesse e neppure se avrebbe gradito la loro visita. Fosse stato per
lei avrebbero continuato a scriversi per sempre, non l’aveva mai sfiorata
l’idea di provare a conoscerla di persona. Ma i fatti poi avevano preso una
piega inaspettata.
Mentre la bambina era
immersa in questi pensieri, assieme ai suoi genitori, superò una stretta via e
imboccò, a piedi, un viale molto lungo e alberato. Dopo circa dieci minuti di
cammino, tra una casa molto antica e un palazzo con grandi vetrate, i suoi
genitori si accorsero di aver raggiunto il numero civico al quale Amina aveva
spedito le sue lettere, e quale sorpresa quando si accorsero che non si
trattava di una casa vera e propria, ma… di una residenza per anziani!
La struttura non era
molto grande, i muri erano bianchi e la facciata ricca di finestre e circondata
da un giardino, piccolo ma ben curato, nei cui sentieri erano poste delle
panchine, sulle quali molti anziani stavano riposando accuditi da alcune
infermiere.
Alla vista di questo
posto sia Amina sia i suoi genitori ebbero un attimo di esitazione, ma poi il
padre suonò il campanello e chiese di entrare. Una volta attraversato
il piccolo giardino, i tre varcarono una delle porte scorrevoli e, leggermente
intimiditi, si avvicinarono al bancone situato vicino all’ingresso, dove una
donna si rivolse a loro in modo cordiale:
«In che modo posso
esservi utili?» domandò con un sorriso.
«Ecco…»
Con fare titubante e
cercando di farsi capire il meglio possibile, il padre di Amina raccontò alla
donna delle lettere che la figlia aveva spedito a una persona che abitava in
quell’edificio. Dopo poche parole la donna lo interruppe con entusiasmo:
«Ma allora tu sei la
piccola Amina!» esclamò contenta, per poi proseguire «abbiamo parlato molto di
te in questi giorni! Ma sarebbe meglio che ti chiami Giulia, l’infermiera di
Evelina!»
Con ciò alzò una
cornetta e chiese a questa misteriosa Giulia di raggiungere la reception.
Dopo pochi minuti una
giovane donna alta, magra, con i capelli neri raccolti in una coda di cavallo e
un lungo camice bianco li raggiunse e li fissò con sguardo interrogativo.
Quando poi la signora spiegò che davanti a sé c’era proprio Amina con la sua
famiglia, la giovane rimase molto sorpresa e corse ad abbracciare la bambina.
«Oh, cara! Sapessi
come mi fa piacere incontrarti! Ma forse, sarebbe meglio che vi spieghi alcune
cose: vedete, io sono un’infermiera, e mi occupo di alcuni anziani ricoverati
in questa struttura. In primavera purtroppo ci ha lasciati la signora Maria, e
la sua migliore amica, Evelina, è rimasta molto sola e triste. Pensate,
nonostante abbia una bellissima casa, aveva scelto di venire a vivere qui
proprio per non sentirsi sola. La morte di Maria è stata un duro colpo per lei,
e io non sapevo più che cosa fare per cercare di distrarla un po’. L’ho anche
portata alla festa del paese, ma era sempre triste. Così, per cercare di farla
divertire, ho deciso di lanciare per lei una di quelle lanterne cinesi e,
quando le ho chiesto quale desiderio volesse che gli scrivessi, mi rispose che
lei non voleva nulla, se non un’amica: questo mi fece rattristare perché capii
che soffriva davvero tanto la solitudine, ma decisi lo stesso di accontentarla,
ma mai avrei immaginato che avrebbe ricevuto una risposta! Quando lo dissi a
Evelina vidi in lei, per la prima volta dopo tanto tempo, riaccendersi una
fiamma di energia. E quando seppi che desideravi una bambola mi diede subito
l’ordine di uscire e di comprartene una, la più bella che avessi trovato»
La donna si fermò per
fare una pausa, mentre Amina e i suoi genitori l’ascoltavano rapiti:
«Poi» proseguì «quando
ricevette il tuo messaggio di ringraziamento capì che avevi problemi con la
scrittura, così decise di regalarti un suo vecchio libro di testo. Da giovane
era una maestra e ancora oggi conserva tutti i libri che utilizzava, ma è stata
ben felice di regalartelo, così come è stata contenta di donarti i pennarelli
nuovi e i soldi di cui avevate bisogno, spero vi siano stati d’aiuto».
I genitori annuirono,
ancora increduli di fronte al racconto di quella storia così particolare:
«Cara Amina» riprese
Giulia «con i tuoi messaggi hai restituito il sorriso a Evelina, l’hai fatta di
nuovo sentire utile e amata, tanto che conserva tutti i disegni che le hai
mandato, soprattutto quella con il cuore grande e rosso. Penso che sarebbe molto
felice d’incontrarti, che ne dici? Ti andrebbe di passare a salutarla?»
«Sì» rispose
timidamente la bambina, sorpresa dell’identità della sua amica ma assai
desiderosa di conoscerla.
L'incipit è buono e molto interessante, ora vediamo dove ci condurrai :-)
RispondiEliminaCiao Francesca, non è l'incipit, ma uno dei capitoli della storia, per leggere gli altri puoi cliccare sulla sezione "La lanterna dell'amicizia" :-)
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