sabato 16 gennaio 2016

Gennaio: Uno nessuno e centomila

Un saluto a tutti, oggi ho deciso di inaugurare una nuova rubrica, interamente dedicata alla recensione di alcuni classici della letteratura. Per la precisione ne pubblicherò una ogni mese dell'anno. E, per quanto riguarda gennaio, ho deciso di optare per "Uno nessuno e centomila" di Luigi Pirandello, un'opera che ho sempre studiato nel corso dei miei studi (liceali e universitari) ma che non avevo mai avuto l'occasione di leggere integralmente.

La storia ha per protagonista un giovane di 28 anni, Vitangelo Moscarda, sposato con Dida ed erede della banca paterna, da lui affidata agli amici Firbo e Quintorzo, data la sua scarsa propensione al lavoro. 


La vicenda ha inizio quando la moglie gli fa notare che il suo naso pende verso destra, che ha le sopracciglia ad accento circonflesso e che l'attaccatura delle sue orecchie non è delle migliori. Da qui Vitangelo comincia a elaborare una serie di riflessioni, basate sul fatto che ogni persona costruisce un'immagine di noi stessi diversa da come siamo realmente, traendo quindi da una realtà sola centomila interpretazioni, anche se a nessuna di queste corrisponde la vera identità del soggetto in questione. Anche perchè l'uomo è un essere in continuo cambiamento e le idee delle persone tendono a cristallizzare il flusso vitale di ogni individuo.

Una volta acquisite queste constatazioni, Vitangelo decide di distruggere tutte le idee che gli altri si sono fatti di lui, come quella di essere considerato un usuraio per via della sua attività di banchiere. Anche l'immagine che la moglie si è costruita su di lui verrà eliminata dallo stesso protagonista, che alla fine del romanzo si ritroverà solo e confinato in un "ospizio di mendicità", in preda a una pazzia che però è anche, nello stesso tempo, una semplice accettazione di come stanno in realtà le cose.

Trovo che questo romanzo, nonostante sia stato pubblicato 1926, ponga al lettore degli interrogativi che possano interessare anche il lettore contemporaneo. Quasi tutte le persone, infatti, anche oggi, si pongono l'interrogativo di come sono concepite dagli altri, oppure su come evitare che le persone si facciano un'idea sbagliata sulla loro reale indole, non trovate? E non è nemmeno raro sentir pronunciare (nella realtà, in un libro o in un film) la fatidica frase: "tu non sai chi sono io", che secondo me basterebbe a condensare l'intero nucleo di tutta la storia.

Insomma, un romanzo che può parlare anche al lettore di oggi senza per questo sembrare obsoleto. Da leggere.

8 commenti:

  1. bellissimo libro,
    pirandello è un grande e mi piace tanto veder le sue commedie (che ti fanno riflettere, poichè con l ironia dichiara i vizi e le mancanze degli uomini) rappresentate da compagnie piu o meno famose...
    un bacio ariel e complimenti la rubrica già mi piace assai!!!
    buona serata

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    1. Già, anch'io apprezzo molto l'ironia pirandelliana! Grazie per i complimenti e buona domenica!

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  2. Belloooooo :-) Dopo Orgoglio e Pregiudizio questo è in assoluto uno dei miei classici preferiti...^_^

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  3. Bello!? anche se lo lessi ai tempi universitari in vista di un esame, quindi con un po' di fretta ed ansia, ne ho un ottimo ricordo!!!

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    1. Io invece l'avevo sempre studiato e mai letto, nemmeno all'università, ma ora ho recuperato! E' veramente un capolavoro che fa molto riflettere...

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  4. letto al liceo, e come tutte le cose fatte 'obblgatoriamente' non lo apprezzai abbastanza.. anno dopo, letto e riletto e quasi quasi lo ricomincio! tra i miei classici italiani preferiti :) bella l'idea di recensire classici, io mi sono cimentata poco.. ho paura d far rivoltare certi scrittori nella tomba!

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    1. Ciao Manu, benvenuta! Eh sì, le letture fatte per obbligo difficilmente si riescono ad apprezzare, soprattutto se si è giovani...
      E' normale avere un po' di timore nel recensire i classici, però penso che valga la pena di osare, anche solo per dedicar loro dello spazio. Buona serata!

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