lunedì 4 dicembre 2017

Intervista a Francesca Noto

Cari lettori, iniziamo la settimana con la pubblicazione dell'intervista alla scrittrice emergente Francesca Noto, autrice de "Il segno della tempesta": buona lettura!
 



1. Ciao Francesca, benvenuta nel mio blog: racconta qualcosa di te ai nostri lettori per conoscerti meglio 
Ciao, Ariel! Grazie dell’accoglienza! Di me posso dirti che sono una mamma a tempo pieno, una traduttrice freelance altrettanto a tempo pieno (ultimamente quasi troppo, ma di sicuro non mi lamento! 😊) e una scrittrice... a tempo perso (solitamente da notte fonda o alba, quando ho qualche momento tutto per me!).



2. Presentaci in breve il tuo romanzo "Il segno della tempesta"
“Il segno della tempesta” è un urban fantasy che parte da un presupposto: ognuno di noi ha qualcosa di speciale dentro di sé, ed è giusto che trovi il coraggio di seguirlo e di scoprire così qual è il suo posto nel mondo, trovando, in definitiva, la propria felicità. A partire da questo messaggio di fondo si sviluppa la storia di Lea, una giovane donna con una capacità empatica fuori dal comune, che trova il coraggio di “mollare tutto” e fare un viaggio alla ricerca di se stessa. Quello che scoprirà, però, dopo l’incontro con Sven, un ragazzo senza passato dalle capacità ben più potenti delle sue, è molto più grande di ciò che poteva immaginare... e coinvolge la mia interpretazione moderna della mitologia nordica.



3. Perchè hai scelto di scrivere un romanzo fantasy?
Perché il fantasy, per me, è evasione e metafora, e mi permette di veicolare meglio i messaggi di cui voglio parlare attraverso le mie storie. E poi è uno dei miei generi preferiti!


4. Ti sei ispirata a qualcuno in particolare nella caratterizzazione della protagonista?
Lo ammetto, parecchio alla me stessa di quando avevo vent’anni. Una me stessa che ancora cercava la sua strada. La passione per il viaggio, l’idea di avventura, la testardaggine e l’amore per i cavalli di Lea sono decisamente i miei.



5. E per quanto riguarda il personaggio di Sven?
Le origini di Sven, nell’aspetto fisico quanto nel carattere, vengono da un personaggio che avevo quando giocavo di ruolo (Cyberpunk 2.0.2.0., in particolare), negli anni dell’adolescenza e dell’università. Scrivere di lui mi è venuto facile: lo conoscevo molto bene, dopo anni di avventure! 😊



6. Come mai hai deciso di ambientare il tuo romanzo in Florida? C'è un motivo particolare? Quanto conta, secondo te, l'ambientazione in un romanzo?
La Florida, in particolare la zona delle Everglades e della National Forest, è un luogo che conosco molto bene, perché spesso mi capita di andarci per lavoro o per svago. E inoltre è stato proprio lì che ho iniziato ad avere l’idea per questo romanzo, nel lontano 2000! L’ambientazione, in un romanzo, a mio parere conta molto: ma è giusto, sempre a mio parere, descrivere luoghi che si conoscono, se si parla di luoghi reali (altrimenti, è quasi sicuro che il lettore possa percepire “l’inganno”), o ispirarsi a luoghi che si conoscono, quando si crea un mondo fantastico. Tutto avrà più concretezza, e sarà più facile far viaggiare il lettore in quei luoghi.



7. Oltre a scrivere sei anche un'assidua lettrice? Hai uno o più scrittori preferiti?
Assolutamente sì, sono una lettrice compulsiva, anche se ultimamente riesco a leggere quasi solo in lingua originale, i romanzi che poi traduco. Tra i miei autori preferiti annovero sicuramente Robert Howard, Poppy Z. Brite, William Gibson, Richard Bach e Banana Yoshimoto. 


8. Hai scritto altri romanzi di cui vorresti parlarci o hai in mente di scriverne altri?
Oh, sì! È uscito proprio a fine ottobre il mio nuovo romanzo legato a quella che mi piace chiamare “la Saga dei Norreni”. Si intitola “I figli della tempesta” e non è un sequel diretto de “Il segno della tempesta”, ma è ambientato nello stesso mondo, con la stessa mitologia e con qualche rimando alle vicende e ai personaggi del primo romanzo. In realtà si può leggere separatamente, come sequel “stand-alone”: le vicende accadono 18 anni dopo quelle de “Il segno della tempesta” e i protagonisti sono diversi (due adolescenti, Nathaniel e Winter), con una svolta molto più fantasy. Sta avendo parecchio riscontro e ne sono davvero felice, perché l’ho sentito molto vicino e mi è piaciuto molto scriverlo.



9. Cosa pensi del ruolo dei social network per quanto riguarda la promozione dei propri romanzi?
Di sicuro i social network sono oggi un mezzo utilissimo per la promozione, specialmente se sei un autore esordiente che deve farsi conoscere. Per me, Facebook per esempio è stata un’ottima vetrina. Bisogna avere costanza e metterci impegno (anche economico), come per tutte le cose, ma effettivamente ripaga.


10. Quali consigli daresti a uno scrittore che si affaccia per la prima volta nel mondo dell'editoria?
Nella poca esperienza che ho io, affidarsi a una casa editrice seria (anche se piccola) che lo supporti e lo aiuti a entrare in questo mondo piuttosto complicato e “affollato”, non considerarsi mai “arrivato”, perché è la volta che non si cresce più (e invece bisogna sempre mirare a crescere e migliorarsi) e soprattutto metterci la faccia, con un sorriso grande e tanta umiltà. Le esperienze che ho fatto nelle fiere di settore e nei firmacopie nelle librerie, in questi ultimi due anni, sono state meravigliose, in questo senso!

Grazie a Francesca per il tempo che ci ha dedicato e un grosso bocca al lupo per tutti i suoi progetti!

4 commenti:

  1. Ciao Ariel! Mi piacciono le interviste agli autori perché ci svelano i retroscena delle loro storie e anche qualcosina in più su di loro. Il libro, comunque, sembra molto interessante :)

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  2. Ma che interessante. Grazie mille.
    sinforosa

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