giovedì 27 agosto 2020

Prima regola: non innamorarsi

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Prima regola: non innamorarsi", scritto da Felicia Kingsley ed edito da Newton Compton.

Protagonisti della storia sono Silvye e Nick, entrambi truffatori di professione: ma, se la prima (detta "La gazza ladra") è impulsiva e improvvisatrice; il secondo (detto "Il chirurgo") è razionale e stratega, espertissimo del mondo dell'arte. I due, dopo qualche casuale incontro/scontro, si ritroveranno a lavorare insieme per Lord Henry, che affiderà loro un compito molto importante: ritrovare il diario segreto del celebre seduttore Giacomo Casanova.

Per i due non sarà affatto semplice lavorare insieme, e non solo per i loro diversi approcci al lavoro; entrambi infatti ambiscono a intascare l'intera ricompensa, senza dividerla a metà con l'altro partner:  Silvye per aiutare la madre indebitata con persone poco raccomandabili e Nick per salvare le sorti dell'orfanotrofio in cui è cresciuto. Ma i due ragazzi dovranno anche fare i conti con una pericolosa attrazione reciproca, che li porterà alla formulazione di una regola fondamentale: vietato innamorarsi...

In questo romanzo, però, non si parla solo d'amore: i due protagonisti vivranno infatti numerose avventure e, durante la ricerca del diario, dovranno fare i conti con omicidi e loschi personaggi, oltre che tutti i misteri gravitanti attorno allo scritto di Casanova. La sua ricerca porterà Silvye e Nick da Londra a Parigi e da Venezia e Vienna, portando il lettore a viaggiare insieme a loro, ovviamente sempre con il fiato sospeso.

E' stato molto appassionante leggere questa storia perchè, personalmente, amo molto le storie che mescolano più generi. Inoltre, l'ambientazione veneziana mi ha riportato alla memoria un viaggio fatto un po' di anni fa nel capoluogo veneto, che mi aveva permesso di vedere in prima persona proprio la cella in cui fu imprigionato Casanova. 

E' il terzo romanzo che leggo di questa autrice (più l'ebook ambientato durante la quarantena) e quello che apprezzo di più nelle sue storie, oltre ai dialoghi davvero ironici e brillanti, è il suo proporre storie sempre diverse che, pur avendo come base il romance, si sviluppano con elementi originali e mai uguali. In questo, per esempio, ho molto apprezzato anche tutta la ricerca storica che sta dietro alla storia di Casanova, che mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze.

Consiglio perciò questo romanzo a chi abbia voglia di leggere una storia sia d'amore sia d'avventura, con il solito pizzico d'ironia che non guasta mai.
 
 
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martedì 25 agosto 2020

Il morso della vipera

Cari lettori, il post di oggi è dedicato al primo romanzo della nuova serie di Alice Basso, "Il morso della vipera", edito da Garzanti.

La storia è ambientata nel 1935, a Torino, e protagonista è Anita, una ventenne in procinto di sposarsi con Corrado, aitante giovanotto di ideologia fascista. Subito dopo la proposta di matrimonio, però, la ragazza si ritrova un po' spaventata dal futuro che l'attende (Corrado le prospetta sin da subito il suo desiderio di volere ben sei figli) così, d'istinto, chiede al suo promesso sposo sei mesi di tempo per poter provare a lavorare.

Il giovane, nonostante qualche perplessità, deciderà di non contrastare il desiderio di Anita, così la nostra protagonista si ritroverà ben presto a essere una dattilografa per la rivista "Saturnalia", che traduce gialli americani e diffonde la celeberrima serie gialla del commissario Bonomo, ideata da Sebastiano, datore di lavoro di Anita, agli occhi di tutti il ritratto del perfetto fascista, capace di creare storie rispondenti in tutto e per tutto ai canoni dettati dalle autorità fasciste, che mal concepivano questo genere e che per questo lo vincolavano a ferree regole.

Peccato che ad Anita, di natura poco incline allo studio e alla lettura, le storie di Bonomo proprio non piacciano e che, al contrario, venga attirata sin da subito dalle storie americane, così piene di suspence, colpi di scena, sparatorie, personaggi dalla psicologia davvero intrigante.

E il caso vuole che, dopo poco tempo, la giovane si ritrovi coinvolta in un mistero: un uomo, morto da tempo, acclamato come un eroe della prima guerra mondiale, verrà a un certo punto accusato da una donna di averle ucciso la figlia. Per questo Anita, sulla base degli insegnamenti appresi dalle sue storie preferite, darà inizio a un'indagine personale che la porterà e vivere avventure inaspettate e a dover lottare per la giustizia e per i valori in cui crede, e non sarà da sola...

Dopo la serie su Vani Sarca, Alice Basso ci presenta una protagonista molto diversa dalla ghostwriter, ma altrettanto particolare: Anita è una ragazza molto bella d'aspetto, consapevole di esserlo e per questo convinta di poter ottenere quello che vuole (e i fatti le danno ragione). Nel corso della narrazione però il suo personaggio subirà una maturazione e la giovane si renderà conto che essere "bella e basta" non è sufficiente per vivere una vita soddisfacente e a far valere i propri diritti.

I punti forti del romanzo, a mio parere, sono due: il particolare stile dell'autrice (sempre ironico, dettagliato e preciso, ma senza per questo risultare pesante, che denota una grande padronanza della lingua italiana) che già avevo gradito anche nella serie precedente e l'atmosfera che pervade l'intera storia. Per il lettore infatti non sarà affatto complicato sentirsi parte di quel mondo, anche se non l'ha vissuto in prima persona, e questo grazie non solo al modo di scrivere di Alice Basso, ma anche per l'accurata ricerca storica che sta dietro alla stesura del romanzo, che ci ha permesso anche di apprendere curiosità di un periodo storico conosciuto più per gli eventi politici che per quelli legati alla vita quotidiana della popolazione. 

Una nuova serie, quindi, che non mi ha per niente delusa ma che, anzi, mi ha lasciato con la curiosità di conoscere il prosieguo delle avventure di Anita e di tutti gli altri personaggi, dei quali ho apprezzato moltissimo le loro sfaccettature psicologiche!
 
 
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giovedì 20 agosto 2020

Il suggeritore

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Il suggeritore", scritto da Donato Carrisi ed edito da Longanesi e Tea.

La vicenda ha inizio con il ritrovamento di alcune braccia sinistre, appartenute a cinque bambine misteriosamente scomparse nei giorni precedenti, più quella di una misteriosa sesta bambina non identificata.

Il caso viene affidato alla squadra coordinata dal commissario Roche, alla quale fanno parte l'anziano Stern, il giovane Boris e la scontrosa Sarah Rose. A essi si aggiungono il criminologo Goran e Mila, esperta nel ritrovamento di persone scomparse. Il gruppo decide di chiamare il serial killer con l'ipotetico nome "Albert", in modo da iniziare a definirlo concretamente come una persona.

Dopo pochi giorni il caso sembrerebbe risolto: per un banale controllo a un posto di blocco viene fermato un uomo, e nel bagagliaio della sua automobile verrà ritrovato proprio il corpo di una delle bambine scomparse. Quell'uomo, che si scoprirà essere un pedofilo, si ucciderà in cella poco dopo e, purtroppo, la squadra di Roche si renderà conto che non era lui l'assassino ma che, il vero serial killer, con quel gesto aveva voluto "suggerire" alla polizia la natura perversa di quell'uomo.

Questo episodio sarà solo il primo di una serie di simili eventi: seguendo le tracce lasciate dall'assassino, i poliziotti a poco a poco ritroveranno i corpi delle cinque bambine in luoghi che segnalano alcuni delitti rimasti irrisolti. Fino a quando, il cadavere della quinta e ultima bambina, verrè ritrovato proprio nel posto in cui si riunisce la squadra di polizia... e se questa volta il "suggeritore" stesse accusando uno di loro? E, soprattutto, chi si nasconde dietro a questo piano così diabolico ma magistralmente costruito? 

Passo dopo passo la verità inizierà a venire a galla, ma i colpi di scena non mancheranno, e più di una volta il lettore si troverà spiazzato in un crescendo di rivelazioni sconvolgenti...

Quello che più mi ha colpito di questo romanzo è l'architettura della trama, molto complessa ma, nello stesso tempo, assai definita: ogni dettaglio non è casuale, bensì inserito magistralmente all'interno dell'intreccio. Ho ammirato molto anche lo stile dell'autore nel delineare la psicologia dell'assassino e dei vari personaggi, soprattutto quella di Mila, e le nozioni di criminologia mi hanno incuriosita molto. Nonostante questi aspetti positivi, ce ne sono stati un paio che mi hanno convinta di meno: per prima cosa, pur amando i colpi di scena, verso la fine li ho trovati un po' eccessivi e, secondo aspetto, mi ha un po' deluso il finale, poichè l'ho ritenuto delineato un po' troppo frettolosamente, almeno secondo i miei gusti. Avrei sicuramente gradito qualche spiegazione in più, a scapito magari di altri passaggi, presenti nei capitoli precedenti, che ho trovato un po' troppo prolissi. A parte questo, però, considero la storia di alta qualità e ben rivaleggia con i romanzi esteri dello stesso genere.

mercoledì 12 agosto 2020

Agosto: La nascita di Venere di Botticelli

Cari lettori, ritorna oggi la mia rubrica mensile dedicata all'arte. Il quadro che ho scelto questo mese è un celebre dipinto di Sandro Botticelli, "La nascita di Venere", conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze (172, 5 x 278, 5 cm).

Secondo gli studiosi d'arte, l'opera (d'olio su tela) venne realizzata dopo il ritorno da Roma dell'artista, nel quale si era recato nel 1482 per affrescare la Cappella Sistina. 

Al centro del dipinto lo spettatore può ammirare Venere su una conchiglia, che sorge dalle acque. Attorno a lei la ninfa Ore le porge un manto rosa ricoperto di fiori, mentre dall'altra parte Zefiro, il vento dell'amore e della passione, abbraccia la ninfa Clori. La posa di Venere richiama quella delle statue classiche, mentre il viso sarebbe ispirato alle fattezze di Simonetta Vespucci, musa del Botticelli. Lo sfondo potrebbe invece essere ispirato al golfo dei Poeti. 

Nel ritrarre la scena, il pittore prese a modello vari testi letterari, come le Stanze di Angelo Poliziano, i testi dei poeti latini Lucrezio e Ovidio e del greco Esiodo. Il quadro riprende ed esprime l'ideologia neoplatonica, ricorrente nelle opere artistiche rinascimentali e, secondo tale filosofia, rappresenterebbe l'emblema di un amore puro, semplice e nello stesso tempo energia vitale, la quale viene espressa anche nelle forme armoniche della dea stessa. 

L'opera è davvero molto bella, anche da ammirare. Anni fa ho avuto l'occasione di visitare la galleria degli Uffizi e sono rimasta veramente colpita dall'ammirevole resa che dal vivo reca questo quadro. Se non l'avete mai visto vi consiglio di farlo, approfittando del fatto che, nella stessa sala, è presente anche un altro celeberrimo quadro dell'artista, "La primavera".

E anche per questo mese è tutto: appuntamento a settembre per scoprire quale sarà la prossima opera di cui vi parlerò!

Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Nascita_di_Venere 

https://www.analisidellopera.it/sandro-botticelli-nascita-di-venere/ 

giovedì 6 agosto 2020

La ragazza delle perle

Cari lettori, il libro di cui vi parlerò oggi è il quarto volume della saga de "Le sette sorelle" di Lucinda Riley, "La ragazza delle perle", edito da Giunti.


La storia è incentrata sulle vicende della quarta sorella, Celaeno detta Cece, che all'inizio della storia troviamo in crisi dopo aver compreso che la sorella Star, con la quale ha sempre avuto un rapporto quasi simbiotico, ha trovato le sue origini e iniziato una nuova vita a fianco dell'uomo di cui si è innamorata. Per questo anche lei, come Maia, Ally e la stessa Star, deciderà di fare chiarezza sul suo passato, in base agli indizi lasciatole da Pa' Salt. 

Essi la porteranno in Australia, una terra che Cece (istancabile viaggiatrice) non ha mai visitato, a causa della sua fobia per i ragni. In questa terra molto calda e sconosciuta la ragazza ripercorrerà le orme di una sua antenata, Kitty McBride, un'emigrata inglese che, giunta nella terra dei canguri solo per accompagnare una conoscente, metterà a sorpresa radici in quel posto dopo essersi prima fidanzata e poi sposata con uno dei due fratelli Mercer, il cui padre gestisce il fiorente mercato delle perle. Cece si appassionerà molto alle vicende di Kitty, al suo ambiguo rapporto con i due fratelli Mercer e al modo con cui si troverà a dover gestire l'attività di famiglia quando la sua vita verrà travolta da un tragico evento. 

Parallelamente alle vicende di Kitty, ambientate nel Novecento, l'autrice  delinea le avventure di Cece. La ragazza, infatti, prima di giungere in Australia, deciderà di trascorrere il periodo natalizio in Thailandia, sulle spiagge soleggiate che ama tanto. Lì conoscerà un uomo misterioso, che si farà chiamare con un nome fittizio (Ace) e che parrà nascondere numerosi segreti: Cece istaurerà con lui un particolare legame, e lo stesso accadrà in seguito con una ragazza australiana, Chrissie. La quarta delle sette sorelle capirà quindi di possedere una natura ambivalente, e ciò troverà conferma anche quando capirà che le sue origini la legano non solo al mondo degli immigrati ma anche a quello, misterioso e affascinante, degli aborigeni australiani. 

Ancora una volta Lucinda Riley ci regala una storia strutturata con l'alternanza tra presente e passato, nel quale le vicende di fantasia dei protagonisti si mescolano a eventi storici, che permettono così al lettore di allargare il proprio bagaglio culturale. 

Ammetto di essere partita un po' prevenuta nei confronti di Cece, che negli altri romanzi viene definita un po' dispotica e troppo possessiva verso Star. Nel corso della lettura della storia si comprenderà, però, che l'origine dei suoi comportamenti nascondo paure e fragilità che, nel corso della narrazione, la ragazza si troverà ad affrontare e superare. Per questo ho rivalutato molto la psicologia del suo personaggio che al momento definirei la più "umana" tra le quattro sorelle. 

Per quanto riguarda invece la figura di Kitty, devo confessare che, pur avendo letto con interesse la sua storia, non ho particolarmente apprezzato le sue scelte, e ciò non mi ha permesso di provare molta simpatia per lei. D'altra parte, però, ho compreso la scelta della scrittrice nel tratteggiare un personaggio di tal genere, in quanto in questo modo ha differenziato la psicologia di Kitty da quella delle altre figure femminili del passato presenti nei tre precedenti romanzi. 

Inutile affermare che sono molto curiosa di proseguire con la lettura della serie, il cui prossimo volume sarà incentrato su Tiggy, la sorella della quale non si è particolarmente accennato nei libri precedenti e che per questo sono molto curiosa di conoscere.
 
 
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