Cari lettori, buon inizio di settimana! Oggi per voi l'ottavo capitolo della mia breve storia per bambini, dal titolo "Ora possiamo rimanere qui?". In esso i genitori di Amina tentano di convincere il loro argigno padrone di casa a essere clemente, ma non sanno che la loro bambina ha un inaspettato asso nella manica ancora tutto da giocare...
Questa volta Amina non
dovette aspettare molto nel ricevere la sua risposta: erano passati pochissimi
giorni quando, una mattina, si accorse di una busta bianca nella cassetta delle
lettere. Ancora una volta, senza farsi accorgere dai suoi genitori, prese il
messaggio misterioso, lo nascose nella tasca e, quando i suoi genitori
uscirono, si fece coraggio e lo aprì. Quando vide che dentro vi era non solo la
cifra che aveva chiesto, ma anche qualcosa in più, non poté fare a meno di
sorridere e di augurare ogni bene possibile alla sua misteriosa amica.
Tutta contenta prese i
soldi e li mise nel piccolo salvadanaio che tenevano in camera da letto,
pensando che, finalmente, nessuno avrebbe potuto cacciarli via, nemmeno
quell’uomo cattivo.
Il giorno dopo i suoi
genitori erano molto agitati: era infatti scaduto il termine per il pagamento
dell’affitto, e il padrone di casa avrebbe potuto giungere da loro in ogni
momento.
«Cosa potremo dirgli?»
chiedeva la mamma al suo papà triste e preoccupata, senza smettere di camminare
avanti e indietro per lo stretto corridoio che collegava la cucina con la
stanza.
«Gli chiederemo ancora
un po’ di tempo, stai tranquilla, in fondo non è un uomo cattivo» cercava di
rassicurarla il marito, ma Amina capiva che anche lui era molto preoccupato e
che non credeva a quello che aveva appena detto.
Quando udirono lo
squillo del campanello sobbalzarono tutti e tre: i genitori perché non sapevano
più come fare per convincere il padrone a farli rimanere in quella casa e Amina
perché non aveva trovato ancora il modo di dir loro che, nel salvadanaio, erano
comparsi i soldi che mancavano.
Con un sospiro di
rassegnazione il padre andò ad aprire la porta e, dopo aver fatto accomodare il
padrone, cercò di spiegargli con calma la situazione:
«Non avete ancora tutti
i soldi per l’affitto? Basta, sono stufo! Vi lascio una settimana per sgomberare l’appartamento dalle vostre
cose!»
«Per favore, ci dia un
altro po’ di tempo, ce la faremo a pagarla, ci servono solo alcuni giorni in
più!» tentò di convincerlo il padre, mentre la madre si girò verso la finestra
per nascondere la sua angoscia.
Di fronte a questa
situazione, Amina decise di prendere coraggio e di affrontare la situazione:
non poteva più starsene zitta e vedere i suoi genitori così disperati! Si alzò
di scatto dalla sedia su cui era seduta, corse in camera, prese il salvadanaio
e, sempre di corsa, lo posò nelle mani di quel brutto signore cattivo che, per
la prima volta, sembrò accorgersi di lei e, sorpreso, guardò quello che le
aveva messo in mano con un sentimento di sorpresa misto a disgusto, come se la
bambina gli avesse appena lanciato una bomba.
«Qui ci sono dentro i
soldi che vuole» aggiunse timidamente, facendo appello a tutto il suo coraggio.
«Ah sì? Ci sono dentro
per caso le tue mance?» le domandò con un sorrisetto mentre, con la mano,
stappò il grosso tappo circolare che chiudeva il salvadanaio. Tappo dal quale
sgusciò una grossa banconota da cinquecento euro.
A questa scoperta seguì un
lungo silenzio, che fu interrotto solo da Amina la quale, ancor più
timidamente, gli domandò:
«Ora possiamo rimanere
qui?».
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