lunedì 19 settembre 2016

Settembre: L'uomo e il cane di Carlo Cassola

Buon inizio di settimana a tutti, oggi ritorna la mia rubrica mensile dedicata a un classico della letteratura italiana o straniera. Per questo mese ho deciso di proporvi un libro poco conosciuto scritto da Carlo Cassola, il celebre autore de "La ragazza di Bube".

Questa è una storia molto breve e assai semplice, anche dal punto di vista stilistico, tanto che l'edizione che ho letto fa parte di una collana dedicata alle letture scolastiche (diversa da quella che vedete nella foto). Ma non bisogna farsi ingannare, perchè è proprio in trame come queste che si possono ritrovare spunti di riflessione molto impegnativi.

Il romanzo è ambientato in Toscana (probabilmente nelle zone di Volterra) al tempo del regime fascista. Protagonista è un cane, Jack, che da domestico si ritrova randagio all'improvviso: la nuova vita non è facile, anche perchè nessun altra persona o famiglia mostra la minima intenzione di volerlo adottare, e più volte viene scacciato.

Poco per volta Jack accetta la sua condizione di randagio e addirittura stringe amicizia con un gatto, accomunato dalla sua stessa triste sorte.

A un certo punto però avviene la svolta: Jack attira l'attenzione di un uomo, Danilo, che purtroppo per il nostro protagonista non si rivelerà una scelta azzeccata.  

Spero di non avervi spoilerato troppo, ma non ho potuto raccontarvi di meno perchè vorrei ora mettere in luce quello su cui vuole farci riflettere questa triste storia: innanzitutto l'autore con la figura del cane vuole mettere in rilievo la condizione generale dell'uomo, costantemente in bilico tra dipendenza e libertà, e questo credo che sia una tematica veramente molto attuale. 

Jack è un cane domestico, ama la dipendenza dal padrone, poi assapora la libertà ma alla fine non tradisce la sua natura e si affianca di  nuovo a un padrone, ma questo per lui sarà la peggiore delle scelte. 

Quante volte anche l'uomo vorrebbe essere libero ma poi sceglie di adeguarsi alla massa? Per Cassola ciò è un chiaro riferimento all'ideologia del totalitarismo fascista, che prima attira volontariamente gli uomini e poi li rende schiavi, ma penso che questa riflessione possa essere sempre importante, anche al di là del tempo e del contesto storico. 

E poi, ecco un'altra riflessione: essere liberi non è semplice e questa condizione bisogna saperla utilizzare al meglio, cosa che per esempio non fa il nostro protagonista. Per questo il concetto di dipendenza e libertà è molto più complesso di quanto si possa pensare e questo breve romanzo prova ad affrontare, anche se senza proporre una vera e propria soluzione, questa difficile tematica.

Lettura consigliata a chi vuole leggere un classico meno famoso ma non per questo di valore minore.

Al prossimo libro! :-)

P.s. Copertina presa dal sito www.sololibri.net

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