giovedì 5 dicembre 2024

Il cielo non ha catene

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Il cielo non ha catene", scritto da Ruta Sepetys ed edito da Garzanti.

La storia ha per protagonista il diciassettenne Cristian, aspirante filosofo, che vive assieme ai genitori, alla sorella e al nonno in un condominio di Bucarest. Il ragazzo frequenta regolarmente la scuola, ha un migliore amico di nome Luca ed è invaghito di Liliana, una coetanea che vive nel suo quartiere.

La sua sembrerebbe una vita qualunque, ma il giovane vive nel 1989, ultimo anno della dittatura di Ceausescu.

Attraverso la descrizione della quotidianità del protagonista, il lettore potrà gradualmente immergersi nel suo mondo, fatto di continue code per avere accesso al poco cibo a disposizione, un isolamento da tutto ciò che concerne il contatto con la cultura occidentale, un continuo e rigido controllo da parte della Securitate, la polizia del regime, che nega ogni forma di libertà di pensiero e di espressione e che costringe gli abitanti ad avere timore persino di parlare nelle loro abitazioni. 

L'esistenza già di per sè complicata del nostro protagonista si farà ancora più difficile quando sarà avvicinato proprio da un membro della Securitate, che lo obbligherà a diventare un suo informatore, in cambio di farmaci che potrebbero aiutare il nonno, malato di leucemia, a stare meglio.

Christian, per amore del nonno, deciderà di piegarsi agli ordini della polizia comunista e, in base alle loro disposizioni, entrerà nella vita di un ragazzo, figlio di un ambasciatore americano, dalla cui famiglia dovrà carpire informazioni e segreti. E sarà da questa esperienza che il ragazzo elaborerà un progetto molto pericoloso: affidare un quaderno di memorie, riflessioni e poesie proprio al padre di quel ragazzo, che potrà in questo modo comprendere il vero volto del regime.

Le difficoltà, però, non saranno solo circoscritte a questo obiettivo: ogni persona della sua famiglia sembrerà nascondere dei segreti e anche i comportamenti di Luca e Liliana saranno ambigui. Senza contare le notizie relative agli eventi che, a fatica, circolano nel paese, tutte legate alla caduta dei regimi comunisti nelle nazioni confinanti: che sia giunto anche per la Romania il momento di liberarsi da quella pesante dittatura?

Pagina dopo pagina, il lettore potrà seguire gli avvenimenti legati alla vita di Cristian, che si intrecceranno con quelli legati alla Storia del suo Paese, che ho trovato davvero molto interessanti. Purtroppo queste vicende non sono ancora ben approfondite nei programmi scolastici e penso che questi romanzi siano un'ottima occasione per accrescere la nostra formazione personale. 

Sebbene abbia trovato i primi capitoli un po' troppo descrittivi e didascalici, man mano che ho proseguito con la lettura, mi sono trovata sempre più coinvolta dalle vicende narrate in questo romanzo. E' stato impressionante leggere le condizioni di vita di questo popolo, in un anno vicino alla nostra epoca, e penso che l'autrice sia stata molto abile nell'intrecciare la storia personale di questo ragazzo e della sua famiglia con eventi realmente accaduti.

Lo stile asciutto e diretto conferisce dinamicità alle vicende descritte, soprattutto nella seconda parte, quando gli eventi diventano più concitati. 

L'unico elemento che mi ha lasciato un po' perplessa è stato il finale, a mio parere un po' troppo in sospeso ma, come spiega l'autrice, il tutto è legato alla volontà di esprimere la confusione che, anche dopo la fine della dittatura, ha caratterizzato il Paese.

Nel complesso, però, sono stata molto contenta di aver recuperato questa lettura e la consiglio vivamente a tutti, in quanto capace di far luce su argomenti dei quali purtroppo si conosce ancora troppo poco e che per questo la rende ideale anche come lettura scolastica. 



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