Cari lettori, ritorna oggi la mia rubrica del venerdì riguardante la letteratura e la cultura. Questa settimana ho scelto di parlarvi di un genere poetico che proviene dall'oriente, ma molto apprezzato anche nel nostro paese, l'haiku.
L'haiku è un componimento poetico molto breve, nato in Giappone nel X secolo, come forma di divertimento tra i nobili di corte. Ognuno di loro era solito comporre brevi poesie su un tema che era stato precedentemente concordato per poi condividerlo con gli altri. All'epoca, nel componimento doveva soprattutto risaltare l'abilità tecnico-linguistica, in seguito si concepì questa forma di scrittura come mezzo per suscitare emozioni e sensazioni attraverso l'uso di pochissime parole che riproducevano un'immagine o una suggestione che il poeta voleva far rivivere nei suoi lettori.
La struttura degli haiku è fissa: infatti sono composti da 17 sillabe suddivise in tre strofe, rispettivamente di 5, 7 e 5 sillabe per verso.
Inizialmente questa forma poetica fu affidata alla tradizione orale, solo in seguito iniziò a essere trascritta. Matsuo Basho viene oggi considerato il primo e il più famoso scrittore di haiku, questo è uno dei suoi componimenti più famosi:
La campana del tempio tace
ma il suono continua
ad uscire dai fiori.
Come si può notare, nel secondo verso, il verbo "continua" è in netta contrapposizione a ciò che viene espresso nel primo verso. Negli haiku, infatti, il secondo verso viene definito Kireji ("parola che taglia"), proprio perchè di solito ribalta la prima immagine che si presenta nella mente del lettore mentre legge il primo verso. Importante tener presente anche la contrapposizione tra l'elemento umano, "campana" (prima parola dell'haiku) e quello naturale, "fiori" (ultima parola dell'haiku). Infine, elemento comune di questo componimento ma anche degli haiku in generale è l'assenza di figure retoriche: questo perchè lo scopo di queste poesie è far sì che il lettore colga le suggestioni di un evento semplice, quotidiano, slegato da artificiosità.
Gli haiku si diffusero presto anche nel mondo occidentale: Keruac, per esempio, scrisse raccolte di haiku, ma si pensa che anche gli autori ermetici italiani, nella scelta del loro stile poetico, abbiano preso spunto dalle suggestioni di questo tipo di conponimenti.
E voi conoscete gli haiku? Avete autori preferiti o ne avete mai scritto uno? Se vi va di leggerne altri, vi consiglio di cliccare sul terzo sito che trovate nella sezioni fonti.
Fonti:
Ho conosciuto la struttura degli Haiku grazie al blog di Patricia (non so se la segui).
RispondiEliminaPrima credevo si trattasse solo di componimenti brevissimi.
Comunque, da lei, a volte mi diletto a scriverne, per partecipare a dei giochi.
Ciao Claudia, non conosco il suo blog ma penso che la sua sia una bellissima idea! Mi potresti lasciare il link? Grazie :-)
EliminaCertamente.
EliminaEccolo qui.
https://hermioneat.blogspot.com/2018/11/haiku-concatenati-piu-mani-7.html?m=1
Grazie, Claudia, andrò a dargli un'occhiata :-)
EliminaBuona giornata!
non conoscevo lo haiku, ho imparato una cosa nuova grazie a te dolce Ariel!
RispondiEliminabuon fine settimana, spero non piova da te, qui uggioso e umido:(
Mi fa piacere, Daniela! Purtroppo piove anche da me :-( Buon we!
EliminaCiao! Avevo già sentito parlare degli haiku. Ricordo che qualche anno fa su alcuni siti di fanfiction c'erano autori che si dilettavano a comporne alcuni amatoriali :-)
RispondiEliminaCiao Silvia, in effetti sono molto diffusi anche da noi :-)
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