mercoledì 17 gennaio 2018

Sant'Antonio Abate: tradizioni in alcune zone d'Italia

Cari lettori, oggi è il 17 gennaio, S. Antonio Abate, protettore degli animali. Il culto affonda le sue radici nel paganesimo, anche se poi si è legato alle tradizioni cristiane. Negli anni scorsi vi ho parlato della leggenda del Santo e della simbologia del fuoco, dato che questo giorno è caratterizzato dall'accensione di numerosi falò, che simboleggiano il passaggio dalla rigidità dell'inverno a giornate più miti e meno buie. Quest'anno ho invece deciso di segnalarvi alcuni riti, tre per la precisione, che vengono celebrati in questa giornata in varie zone d'Italia:



- Nei paesi della Brianza il rito del falò rappresenta un momento di purificazione. Le fiamme del fuoco rimandano alla vittoria della luce sulle tenebre, in segno di un continuo rinnovamento. Rinnovamento che si esprime anche nel bruciare tutte le cose vecchie, in attesa delle novità che i credenti chiedono al Santo. In passato le braci venivano poi usate per il focolare domestico, o per la "molega", una specie di scaldino utilizzato per riscaldare il letto durante le gelide notti invernali. In questa occasione è solita anche la benedizione degli animali;

- A Fara Filorum Petri, ai piedi della Majella, la tradizione legata a S. Antonio è molto sentita. In questo periodo ogni contrada realizza la sua "farchia", canne legate a rami di salice rosso a forma di cono che, il 16 gennaio, vengono portate in processione fino alla chiesa di S. Antonio. In seguito vengono accese, mentre vengono intonati dei canti. Il 17, invece, durante la messa, vengono benedetti dei panini, che raggiungeranno poi le tavole delle varie famiglie. Questo rito ha origine antichissime: risalirebbe addirittura al 1799, anno in cui il Santo aiutò la popolazione contro l'invasione dei francesi scatendando degli incendi. Le farchie simbolerebbero quindi le fiamme attraverso le quali la città riuscì a salvarsi dai nemici;

- A Sutri, invece, la tradizione legata al culto di S. Antonio è ancora più antica, dato che viene fatta risalire al 1300. Essa inizia proprio oggi e dura una settimana intera: in questi giorni si svolge il cosiddetto "Corteo della cavalleria". All'inizio della sfilata i cavalieri sfilano in coppia fino alla casa del cavaliere che conserva il vessillo dello scorso anno, il "Socio uscente". Quest'ultimo sfila al primo posto del corteo, sventolando lo stendardo con l'immagine del Santo che poi passerà a un nuovo cavaliere, che diventerà il nuovo Socio. Tutto questo dopo la benedizione del vessillo.

Questi sono solo alcuni dei riti che coinvolgono la nostra penisola, piccole memorie di un Paese dalle ricche tradizioni che sono sempre interessanti conoscere e mantenere vive nel corso degli anni. Se avete voglia di raccontare le tradizioni del vostro paese fatelo pure nei commenti, nel frattempo vi segnalo uno spunto letterario a tema:

TRAMA (da amazon)

Molto prima che ciò fosse una pratica comune tra i cristiani, Antonio praticò l'ascetismo nel deserto ad imitazione di Cristo e le sue tentazioni demoniache descritte nella biografia scritta da Sant'Atanasio hanno costituito il tema favorito di molti pittori ed ispirato "La Tentation de Saint Antoine" di Gustave Flaubert. Padrone del fuoco e protettore degli animali, viene spesso raffigurato con accanto una fiamma ed un maialino, ragione per cui è anche chiamato "Sant'Antonio del porcello". Egli era il santo prediletto dai contadini ed inoltre patrono dei cestai, dei macellai, dei ceramisti e di molte altre professioni, ma era famoso soprattutto per le sue capacità curative sì da divenire il santo taumaturgo per eccellenza. L'ergotismo, l'eresipela e l'herpes zoster sono i tre disturbi più importanti che sono stati riconosciuti nei secoli. Ancora oggi, in Italia, l'herpes zoster è comunemente chiamato "Fuoco di Sant'Antonio".

Fonti:



4 commenti:

  1. Mi sembra di fare un tuffo nel passato, grazie mille, mi hai fatto ricordare il mio papà.
    sinforosa

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  2. Ciao! Da noi in paese fanno questo falò sabato sera...più che altro, per noi è una tradizione bere vin brulé davanti al fuoco e mangiare le prime chiacchiere aspettando il Carnevale!

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    1. Bello! Nel mio paese lo hanno fatto ieri, purtroppo l'ho visto solo di sfuggita perchè stavo andando al lavoro... spero di rifarmi l'anno prossimo!

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