martedì 14 gennaio 2025

Risplendo non brucio

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, "Risplendo non brucio" edito da Longanesi.

La storia si sviluppa su due filoni narrativi, entrambi ambientati negli anni della seconda guerra mondiale, che si alternano nell'intreccio del romanzo: nel primo, protagonista è il professor Adami, internato nel campo di concentramento di Dachau a causa delle sue idee politiche.

Un giorno, un suo ex alunno diventato nazista lo condurrà nel castello di Kransberg, dove è presente il bunker in cui si nasconde Hitler. In quel luogo è appena stato trovato morto un membro delle SS e il professor Adami deve riuscire a capire se quella persona si è suicidata oppure è stata assassinata da qualcuno che, magari, sta cospirando contro il regime. 

Il professore si ritroverà così costretto a indagare per far luce su quell'oscura vicenda, che nasconde diversi punti oscuri, e dovrà anche farlo in fretta, perchè i nazisti non sono disposti ad aspettare...

D'altra parte, il lettore sarà trasportato a Triste, nella zona della risiera di San Sabba, attorno alla quale si svolgerà un altro tipo d'indagine, quella della dotteressa Ada, figlia di Adami.

La giovane donna da tempo non ha più notizie del padre, al quale rimprovera la sua caparbietà nel sostenere le proprie idee, e soffre per la lontanza sia del marito in guerra sia per il distacco dal figlio, affidato a una balia che lo deve nascondere per la sua deformità.

Da tempo sostiene, assieme ad altre amiche, l'attività dei partigiani, ma la sua vita verrà ulteriormente sconvolta quando Margherita, la figlia di una coppia di amici, verrà aggredita da uno sconosciuto, probabilmente la stessa persona che ha già fatto la stessa cosa con altre ragazze.

Ada, convinta che tutto ruoti attorno al misterioso complesso della risiera di San Sabba, armata della stessa determinazione del padre, il cui motto è "Risplendo non brucio" (Luceo non uro), proverà con tutte le sue forze a far luce sulla questione, dando il via a una catena di azioni che la porteranno a rischiare seriamente la propria vita...

Come avrete potuto comprendere dalle mie parole, in questo romanzo la scrittrice unisce al romanzo storico un tocco di thriller, a cui ci ha già abituato grazie alla serie incentrata sul commissario Teresa Battaglia.

La trama è molto particolare e originale, riuscendo a coinvolgere il lettore che, a fasi alterne, si ritroverà a indagare sia con il professor Adami sia con la figlia Ada. Ho molto apprezzato la dinamica di entrambe le storie, il loro svolgimento e la conclusione di entrambe le vicende. 

Approfondire le dinamiche del secondo conflitto mondiale attraverso una panoramica su Trieste, terra di confine, permette al lettore di comprendere maggiormente la complessità della guerra e delle sue ideologie. 

Dal punto di vista stilistico, la Tuti presenta un modo di scrivere molto diverso rispetto a ciò che generalmente tendo ad apprezzare. La sua non è una penna semplice e scorrevole, ma la sua prosa, quasi poetica, è comunque sempre riuscita a catturare il mio apprezzamento, sebbene in certi punti mi abbia dato l'impressione che fosse un po' eccessiva e che tendesse a soffocare la trama stessa. 

A parte questo, però, il romanzo mi è piaciuto davvero tanto e mi sento di consigliarvelo, anche come lettura a tema per questo periodo, dato che alla fine del mese (27 gennaio) verrà celebrata la giornata della Memoria.  

Sempre riguardo a questo tema, vi ricordo un mio vecchio post relativo alla risiera di San Sabba, nel caso siate interessati ad approfondire uno dei contesti del romanzo: http://langolodiariel.blogspot.com/2018/01/la-risiera-di-san-sabba.html

 

 

DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno 

Ninfa dormiente

Fiore di roccia 

Luce della notte

Figlia della cenere 

Come vento cucito alla terra

Madre d'ossa

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