Cari lettori, oggi ritorna la mia rubrica culturale, questa volta dedicata all'anniversario di una tragedia accaduta alla fine della prima guerra mondiale, un fatto che per molti anni è stato destinato all'oblio, e che solo in quest'ultimo periodo è stato fatto conoscere al grande pubblico. Sto parlando dello scoppio della polveriera "Sutter & Thevenot", situata a Castellazzo di Bollate, città della provincia di Milano. Ma ripercorriamo insieme le tappe di quello che successe in quel lontano 7 giugno del 1918:
Alle ore 13.50 lo stabilimento Sutter
& Thèvenot venne scosso da una devastante esplosione, che provocò
tra le operaie della produzione oltre una sessantina di vittime, di età
compresa tra i 14 e i 30 anni.
Si parlò di 59 morti e 300 feriti, ma non fu mai possibile stabilire il numero preciso, in quanto l'esplosione avvenne nel reparto spedizione dove vi era la massima concentrazione di esplosivi, che disperse i resti di molti corpi.
L'esplosione fu
sentita nel raggio di 30 Km, e produsse la rottura dei vetri in tutte le
case, chiese, fabbriche, asili, e scuole dei paesi vicini a Castellazzo
come Bollate, Senago, Garbagnate. I soccorsi della Croce Rossa giunsero
da Milano e dai paesi limitrofi: dalle 14,30 fino alle 21 fu un
continuo andirivieni di auto e mezzi. Arrivarono immediatamente anche i
Parroci di Castellazzo, Senago e Pinzano per i soccorsi religiosi.
Appena informato del gravissimo incidente, accorse il Cardinale
Arcivescovo di Milano, che si recò sul posto visitando la località
colpita dallo scoppio, benedicendo i morti e confortando i feriti e gli
operai rimasti illesi.
Il Corriere della Sera e l'Avanti di
domenica 9 giugno 1918 pubblicarono il comunicato emesso il giorno prima
dall'agenzia di stampa Stefani di Roma (unica autorizzata a emettere
informazioni durante il periodo bellico): nel testo appariva la volontà
di minimizzare l'accaduto perché la produzione della fabbrica, essendo
in guerra, non doveva essere rallentata, nemmeno a fronte di questa
tragedia.
Tra i molti soccorritori vi era il diciannovenne Ernest
Hemingway (non ancora famoso), allora in servizio presso la Croce
rossa di Milano. La vista dei corpi dilaniati fu per lui un trauma tremendo.
Il funerale ebbe luogo presso la chiesa di Castellazzo il 9 giugno 1918
alle ore 15: diecimila persone assistettero alla cerimonia funebre, che
venne celebrata sul piazzale antistante la chiesa di Castellazzo. La
maggior parte delle salme furono poi sepolte nel cimitero di Bollate.
Finita la guerra, lo stabilimento venne completamente smantellato,
anche su richiesta della Giunta Municipale di Bollate che, come risulta
in un verbale del 1919, pregava il Sindaco di insistere presso le
autorità competenti affinché venisse completamente chiuso il
polverificio.
Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, consiglio la lettura del volume "La fabbrica dimenticata", la cui copertina potete vedere nell'immagine, che ho preso dal sito https://www.bordegoni.com/la-fabbrica-dimenticata/
Qualche settimana fa, prima su rai 3 e poi su rai Storia è stata mandata in onda una puntata dedicata a questo tragico avvenimento, del quale quest'anno ricorre il centenario. Un'occasione per ricordare queste giovani donne troppo a lungo dimenticate, e per riflettere sul ruolo delle donne in ambito lavorativo durante la guerra.
Oddio che storia tragica, però è stato interessante leggerne i dettagli perchè non ne sapevo assolutamente nulla al riguardo!
RispondiEliminaHai ragione, è stato proprio un tragico evento, però penso sia importante ricordarlo per rispetto di quelle giovani donne...
Eliminaciao ariel
RispondiEliminanon conoscevo questi fatti..hai fatto bene a parlarcene..bisogna ricordare, è nostro dovere, dovere dei popoli per non rifare piu gli stessi errori
Ciao Daniela, concordo con te: il ricordo è molto importante, nonostante la tragicità del fatto...
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