Cari lettori, ritorna oggi la mia rubrica mensile dedicata alle origini delle fiabe. Questo mese ho scelto di parlarvi della storia di "Cappuccetto rosso".
Quella di "Cappuccetto rosso" è una delle fiabe più conosciute e le sue origini risalgono all'epoca medievale, da un racconto popolare diffuso dai contadini francesi del X secolo e trascritto per la prima volta dal maestro Egbert di Liegi.
La versione scritta più famosa, però, risale a Perrault, il cui testo entrò a far parte della raccolta "I racconti di Mamma Oca" del 1697. In questa versione non esiste un lieto fine: il lupo, infatti, dopo aver sbranato la nonna della nostra protagonista, divora anche la stessa Cappuccetto. Secondo alcuni studiosi, lo scopo di questa favola e del suo mancato lieto fine sarebbe il voler ammonire le giovani fanciulle (impersonate da Cappuccetto) a non lasciarsi sedurre dagli sconosciuti (impersonati dal lupo), che potrebbero violentarle (il divoramento simbolereggerebbe questo). Il lupo travestito da nonna, invece, sarebbe un altro monito, ovvero quello di prestare attenzione non solo agli sconosciuti, ma anche ai nostri stessi familiari.
I primi a dare un lieto fine alla fiaba furono i fratelli Grimm, che nella prima metà del 1800 pubblicarono la loro celebre raccolta di fiabe rifacendosi ad alcuni racconti orali.
Nel 1875 Carlo Collodi pubblicò un adattamento italiano di alcune fiabe, a partire dal testo di Perrault. Riproponendo la favola di "Cappuccetto rosso", quindi, la presentò anch'egli senza il lieto fine. Anche Calvino proporrà una sua versione, dal titolo "La finta nonna".
Con il passare degli anni, la storia è stata oggetto di numerose interpretazioni: secondo alcuni la mantella rossa della protagonista rappresenterebbe il mantello che indossavano le prostitute francesi ai tempi di Perrault, e quindi l'intera storia conterrebbe anche il monito di non esercitare la prostituzione. Altri, vi hanno scorto elementi tipici del cannibalismo anche perchè, quando si diffuse oralmente la storia, l'Europa era flagellata dalla carestia. Su questa scia nacquero anche le favole di Hansel e Gretel e Pollicino.
Secondo uno studio del 2013, l'origine della fiaba non sarebbe europea, ma mediorientale, risalente al I secolo d.C., anche se in seguito lo studioso Teherani ha confutato questa teoria sostenendo che il cuore originario della fiaba sia l'Europa centrale.
Fonti:
Quanti bellissimi ricordi mi ha riportato alla mente questa favola. Forse una delle più vecchie che conosco
RispondiEliminaIn effetti è una delle classiche fiabe che vengono raccontate quando si è piccoli, anche se l'originale non è che sia proprio adatta all'infanzia...
EliminaCappuccetto rosso non è fra le mie favole preferite, ma sicuramente fa pvrte di quelle storie della mia infanzia :)
RispondiEliminaStessa cosa per me :-)
EliminaNon posso immaginare questa fiaba senza il lieto fine, quindi lunga vita alla versione dei fratelli Grimm!
RispondiEliminaAnch'io preferisco la versione dei Grimm, però ho trovato interessanti i siginificati della prima versione...
EliminaE forse la fiaba che più rappresenta,la mia infanzia, nel senso che è quella che amavo farmi raccontare all'infinito da nonna :)
RispondiEliminaAccipicchia quante interpretazioni :-D
Comunque c'è da dire che ste favole erano tutto fuorché rassicuranti, soprattutto nelle versioni originale :-D
Vero, quando si parla di fiabe si pensa ai bambini ma è solo un luogo comune ;-)
EliminaCappuccetto Rosso, sotto un altro nome, fa anche parte de "Le Mille e una notte" e anche lì ha risvolti legati allo "sviluppo femminile" e la violenza.
RispondiEliminaUna fiaba decisamente "dark".
Un abbraccio!
Di solito le fiabe hanno più versioni in tutto il mondo... trovo sia un aspetto davvero affascinante!
EliminaConfesso di non aver mai amato particolarmente questa favola (fino alla prima media ero convinta che Cappuccetto rosso fosse un ragazzino...), però l'interpretazione di Perrault è interessante.
RispondiEliminaAnche a me ha interessato molto scoprirne l'interpretazione, anche perchè non mi ci ero mai soffermata!
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