mercoledì 2 marzo 2016

Il bambino in cima alla montagna

Ciao a tutti, oggi vi voglio recensire la mia ultima lettura, che è stata l'ultima storia scritta da John Boyne, ovvero "Il bambino in cima alla montagna", edita da Rizzoli.

Anche in questo romanzo, così come era stato nel suo libro più celebre ("Il bambino con il pigiama a righe"), ci troviamo durante il periodo del nazismo e della seconda guerra mondiale, e la storia ha come protagonista un bambino, Pierrot, che all'inizio della vicenda abita a Parigi, assieme alla madre francese e al padre tedesco. Al piano di sotto della loro abitazione vive il suo migliore amico Anshel, un ragazzino ebreo sordomuto.

In poco tempo, però, Pierrot dovrà subire un capovolgimento della sua vita: il padre infatti, mai più ripresosi dalla sua esperienza di soldato durante la prima guerra mondiale (oltre che per l'umiliante sconfitta della sua patria, la Germania) muore sotto un treno, mentre la madre soccomberà alla tubercolosi dopo qualche tempo.

Il ragazzino viene così mandato in un orfanotrofio di Orleans, gestito da due sorelle, nel quale trascorrerà un po' di tempo prima di sapere che sua zia Beatrix (sorella del padre, che non aveva mai avuto il piacere di conoscere di persona), venuta a sapere della sua condizione di orfano, lo chiamava a sè. Così Pierrot intraprende un lungo viaggio in treno da  Orleans, per raggiungere l'Austria e precisamente la casa nella quale sua zia fa la governante. Ma quella, non è un'abitazione qualsiasi: trattasi infatti del Berghof, ovvero della residenza estiva di Hitler, sperduta sulla cima dei monti.

Lì, prima il ragazzino fa la conoscenza della zia e poi di tutti gli altri dipendenti della residenza: l'autista Ernst, la cuoca Emma, le cameriere... Finchè un giorno entra in contatto anche con Hitler e con la compagna di quest'ultimo Eva Braun. Pierrot, al quale viene intimato di farsi chiamare Pieter per nascondere le sue origini francesi, conosce il Fuhrer non in ambiente politico o militare, ma in quello domestico. Egli prova un forte senso di rispetto nei suoi confronti, misto ad ammirazione per l'autorità che l'uomo emana. Autorità che Pierrot non è mai riuscito a trasmettere, a causa del suo aspetto fisico minuto e il suo carattere timido e remissivo. E sarà proprio per questo che il ragazzino lo concepirà come un modello a cui far riferimento. Inoltre, nel capo dei tedeschi Pierrot rivede la figura paterna, e nell'ossessione di Hitler per la grandezza della Germania il forte amor di patria del padre perduto.

Hitler comprenderà tutto questo e cercherà di portarlo sempre di più dalla sua parte e, per lui, Pierrot comincerà a compiere delle azioni che avranno degli esiti tragici e il cui ricordo lo tormenterà per tutta la vita, anche una volta terminato il secondo conflitto mondiale.

Dopo la guerra, solo e abbandonato da tutti, il ragazzino deciderà di ripercorrere, viaggiando, le tappe della propria infanzia, fino ad arrivare nella sua vecchia casa di Parigi. E lì sorge in lui il desiderio di raccontare tutta la verità al suo vecchio amico di infanzia, così come faceva quando erano piccoli: lui che raccontava e Anshel che trascriveva le sue storie. Ma riuscirà a ritrovare il suo amico d'infanzia? Ed egli sarà disposto a donargli nuovamente la sua amicizia, dopo che Pierrot l'aveva tagliata così bruscamente a causa delle origine ebraiche di Anshel?

Non vi svelerò la fine, ma vi consiglio di leggere questo romanzo perchè, nella sua tragicità, è molto avvicente e denso di spunti di riflessione. Pierrot è una figura controversa: da una parte vittima e dall'altra carnefice. In lui ho visto l'emblema dell'infanzia, di quell'età in cui si è innocenti e spontanei, ma nella quale non si possiede lo spirito critico adatto per distinguere il bene dal male. Il temperamento del protagonista verrà infatti corrotto dalla cattiveria e dall'odio di quegli adulti ai quali, incosapevolmente, si era affidato. 
Il viaggio verso Parigi che Pierrot compirà alla fine del romanzo credo, invece, abbia una valenza non solo materiale, ma anche psicologica, come una sorta di "ritorno alle origini", in quegli anni in cui i sentimenti cattivi non avevano ancora corroso il suo animo. Mentre, per quanto riguarda il desiderio di raccontare e di far scrivere le sue vicende (a costo di come potrà essere giudicato), penso che l'autore abbia voluto trasmettere al lettore la concezione della scrittura come atto di espiazione per poter raggiungere, anche se in parte, una sorta di pace dell'anima.

Penso che gli ingredienti per risultare un'ottima storia ci siano tutti, poi la scorrevolezza del testo e il linguaggio semplice ma estremamente efficace rendono la lettura ancora più agevole. 

Se anche voi avete letto questo romanzo e volete condividere le vostre impressioni, come al solito, non abbiate esitazioni a farlo.

6 commenti:

  1. più di una persona me ne ha parlato bene e me l'ha consigliato!!
    mi sa che devo decidermi a leggere quest'autore, magari iniziando da questo libro!

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    1. Ciao Angela, ne vale la pena, è un'ottima lettura! :-)

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  2. Sono sincera: mi ispira, ma essendo una lettura triste lo terrò per un momento più adatto

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    1. Ciao Erin, eh sì, purtroppo queste storie, pur essendo delle piacevoli letture, trattano argomenti poco allegri. Te lo consiglio però per quando avrai trovato il momento adatto!

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  3. La lettura di "Quando dal cielo cadevano le stelle" di di Sofia Domino, pur essendomi piaciuta tantissimo, mi ha impressionato talmente tanto che non so se riuscirei ad affrontare ancora un tema simile, almeno non al momento.

    Ti invito a partecipare al mio Giveaway, in palio due copie cartacee di "Dralon" un bellissimo fantasy illustrato + segnalibro.

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    1. I romanzi ambientati durante la seconda guerra mondiale sono molto interessanti, però purtroppo sono molto tristi e densi di eventi tragici e luttuosi. C'è di buono che, nel romanzo di Boyne, la parte tragica non viene enfatizzata più del necessario.

      Grazie per l'invito a tuo Giveaway, ma non amo particolarmente i romanzi fantasy, perciò lascio il posto alle blogger e alle lettrici più appassionate di me ;-)

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