martedì 20 settembre 2022

Come vento cucito alla terra

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, "Come vento cucito alla terra", edito da Longanesi.

Protagonista della storia è Cate, una giovane inglese che, pur avendo studiato da chirurgo, non può esercitare la professione, in quanto donna, e per questo lavora soprattutto come ostetrica, prestando servizio anche nei bassifondi di Londra, mantenendo in questo modo la figlioletta Anna. 

Siamo nel 1914, è scoppiata la prima guerra mondiale e Cate non viene vista di buon occhio anche per il fatto di essere per metà italiana. All'epoca infatti la nostra nazione non aveva ancora preso una posizione e tutto lasciava supporre il suo antagonismo nei confronti di inglesi e francesi.

La vita di Cate subirà un brusco cambiamento quando la dottoressa Flora Murray, assieme alla collega Louisa Garrett, le proporrà di lasciare l'Inghilterra alla volta della Francia, per fondare con loro e altre donne chirurgo un ospedale da campo in cui curare i feriti di guerra. Malgrado i tentennamenti sul dover lasciare la figlia alla sola coppia di amici che si è offerta di ospitarla dopo essere stata cacciata dalla sua famiglia in quanto ragazza madre, alla fine Cate deciderà di accettare la proposta.

Lì la giovane si troverà a vedere con i propri occhi gli orrori della guerra, ma avrà anche la prontezza e la giusta determinazione per salvare diversi feriti. Nonostante cio, però, lei e tutte le sue colleghe dovranno fare i conti non solo con l'opinione pubblica, che le guarderà con scetticismo in quanto donne che praticano una professione maschile, ma pure con gli stessi feriti, che il più delle volte non mostreranno entusiasmo nell'essere operati da persone che considerano incompetenti solo per il fatto di non essere uomini.

Dopo qualche tempo, Cate e le sue compagne faranno ritorno in patria e lì fonderanno un altro ospedale, quello di Endell Street. Lì il suo destino s'incrocerà nuovamente con il capitano Alexander, che già la donna aveva curato in terra francese. In quel frangente, però, le condizioni del capitano saranno molto più gravi, tanto che Cate dovrà procedere con l'amputazione della gamba. Anche i compagni del capitano saranno feriti, non solo nel corpo, ma anche nell'anima. Per questo motivo, le donne dell'ospedale cercheranno in tutti i modi di aiutarli, anche con un metodo molto particolare: il ricamo. E le reazioni della società maschilista non si faranno attendere...

Per la maggior parte dei lettori Ilaria Tuti è celebre soprattutto per il personaggio di Teresa Battaglia, ma l'anno scorso mi è capitato di leggere anche "Fiore di roccia", un romanzo storico che, pur non essendo molto appassionata del genere, si è rivelato una delle mie migliori letture del 2021. Per questo, quando ho saputo dell'uscita di questo nuovo romanzo ambientato nel passato, non ho esitato a volerlo leggere.

Devo ammettere che all'inizio ho un po' faticato a entrare nel cuore della storia, perchè ho trovato il ritmo un po' troppo lento ma poi, dopo la partenza di Cate per la Francia, ho iniziato progressivamente ad appassionarmi alle sue vicende e ho letto l'intera storia con molto entusiasiasmo tanto che, chiusa la quarta di copertina, sono subito andata a fare ricerche online sugli eventi narrati.

L'autrice, infatti, nello scrivere la sua storia, ha preso spunto da fatti realmente accaduti, ovvero la fondazione di ospedali al femminile dedicati alla cura dei feriti di guerra (Flora e Louisa sono realmente esistite) e la conseguente reazione della società.

A tal proposito, mi è molto piaciuto il progressivo avvicinamento tra Cate e Alexander i quali, pur essendo personaggi di fantasia, hanno rappresentato in modo molto chiaro l'iniziale diffidenza tra le dottoresse e i malati. La loro storia, che poi si evolverà in un legame sempre più profondo, mi ha tenuta incollata alle pagine del libro con molto interesse, apprezzando nello stesso tempo questi due personaggi così perfetti nelle loro imperfezioni tanto che, a tratti, mi hanno ricordato Elizabeth e Mr. Darcy di "Orgoglio e pregiudizio" (romanzo che, in effetti, viene citato nella storia). 

Anche i cosiddetti "soldati ricamatori" sono realmente esistiti e penso sia davvero incomiabile che in quel contesto storico e sociale queste dottoresse abbiano dato la giusta importanza anche alle ferite psicologiche, andando contro ai pregiudizi della società che tendeva a concepire le donne come "angeli del focolare" e gli uomini come "valorosi combattenti".

Una storia quindi che, mescolando finzione a realtà, ci offre una panoramica su un fatto storico poco conosciuto, regalando ai suoi lettori l'ennesimo esempio della forza e della determinazione femminile e che per questo vi consiglio vivamente di leggere.


DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno

Ninfa dormiente 

Fiore di roccia

Luce della notte

Figlia della cenere

lunedì 12 settembre 2022

Figlia della cenere

Cari lettori, iniziamo la settimana con la recensione del romanzo "Figlia della cenere" di Ilaria Tuti, edito da Longanesi.

Trattasi del quarto volume della serie con protagonista il commissario Teresa Battaglia, una donna intelligente e coraggiosa, che nella vita ha affrontato parecchie difficolta e che nel presente si trova a dover combattere contro un nemico più forte di lei, il morbo di Alzheimer.

In questo libro la storia di Teresa viene narrata non solo al presente, ma anche ripercorrendo le vicende del suo passato, risalenti a ventisette anni prima.

Tutto inizia quando una sua vecchia conoscenza, un omicida seriale, Giacomo Mainardi, chiede un incontro con lei in carcere. L'uomo, d'apprima evaso e poi riconsegnatosi alla polizia, la informa che c'è qualcuno che vuole ucciderlo e che questi è la stessa persona che gli ha ordinato di uccidere ancora. Teresa e la sua squadra dovranno così mettersi alla ricerca del cadavere e capire chi si cela dietro al mandante di quell'omicidio. La donna, però, non riuscirà più a nascondere i segni della sua malattia e perciò si troverà costretta a compiere delle scelte importanti, che riguardano non solo il suo futuro, ma anche i rapporti con i suoi colleghi i quali, di fatto, rappresentano la sua famiglia. 

Attraverso la figura di Giacomo Mainardi, il lettore si troverà così a ripercorrere la storia di Teresa, attraverso gli eventi che, anni prima, avevano portato la sua vita a incrociarsi con quella dell'assassino. 

All'epoca la nostra protagonista era una giovane donna, alle prese con ambiente di lavoro maschilista che, nonostante le sue capacità, la voleva relegata in un angolo. Ma Teresa doveva fare i conti non solo con la violenza psicologica dei colleghi, ma anche, soprattutto, con quella fisica del compagno, che le strapperà con violenza il suo bambino.

Devo ammettere di aver iniziato a leggere questo romanzo un po' prevenuta perchè lo scorso anno, quando era uscito questo libro, non avevo letto molte recensioni positive. In più, nonostante avessi apprezzato "Luce della notte", non avevo trovato questo libro allo stesso livello dei primi due. Invece, al contrario di quanto mi aspettavo, questa lettura mi è piaciuta davvero tanto: ho apprezzato l'andamento circolare della narrazione, questo continuo alternarsi tra passato e presente, che mi ha permesso di conoscere ancora più a fondo Teresa, e ho trovato la figura di Giacomo davvero affascinante nella sua complessità, nonostante i suoi lati oscuri e la follia. 

Lo stile dell'autrice è raffinato e a tratti ricercato ma, nonostante sia più avvezza a un tipo di linguaggio più semplice e scorrevole, ho letto il romanzo con curiosità e interesse dalla prima all'ultima pagina. 

Trovo che il finale sia un po' ambiguo: da una parte lascia aperti alcuni interrogativi per un ipotetico quinto libro, ma le condizioni di salute di Teresa sono sempre più gravi. Magari l'autrice continuerà la serie ponendo al centro Massimo Marini, colui che di fatto rappresenta per Teresa il figlio che non ha mai avuto... Chissà, nel frattempo vi consiglio di recuperare questo libro o, se non lo avete già fatto, tutta la serie, soprattutto se amate le storie dense di mistero e con una protagonista che di certo non vi lascerà indifferenti.


DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno

Ninfa dormiente 

Fiore di roccia

Luce della notte

lunedì 5 settembre 2022

Giorni felici (Le sorelle del Ku'damm #2)

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Giorni felici" di Brigitte Riebe, secondo volume della serie de "Le sorelle del Ku'damm", edito da Fazi Editore.

Dopo il primo libro dedicato a Rike, in questo nuovo capitolo protagonista è la sorella minore Silvie, gemella di Oskar, che alla fine del primo volume era tornato a sorpresa nella Berlino del dopoguerra dopo aver trascorso anni da disperso di guerra. 

All'inizio della narrazione ci troviamo nel 1952: Silvie alterna la sua vita tra il lavoro in radio, che le ha regalato una notevole popolarità, e l'aiuto ai grandi magazzini Thalheim, di proprietà della sua famiglia e che proprio grazie a Rike sono riusciti a riaprire e a riprendere la loro attività dopo la seconda guerra mondiale.

Nonostante il successo in campo professionale, però, Silvie non è per nulla soddisfatta: sulla soglia dei trent'anni, infatti, non ha nè un marito, nè dei figli, nè una casa propria, e questo la fa molto soffrire. Di carattere solare ed estroverso, a tratti superficiale, la giovane ha vissuto diverse relazioni, ma purtroppo tutte dal triste epilogo. Destino diverso rispetto a quello di Rike, che in questo libro troviamo sposata con l'italiano Alessandro e in procinto di diventare madre.

Tutto protrebbe cambiare, però, dopo l'incontro con un giovane attore, Wanja, ma Silvie sa perfettamente di essere destinata a legarsi alle persone sbagliate e per questo i dubbi non si faranno attendere...

Dopo qualche tempo, alla fiera del libro di Francoforte, conoscerà invece Peter, un uomo vedovo con una figlia adolescente... come si svilupperà il forte legame che i due stringeranno?

Attraverso lo scorrere degli anni e delle pagine del romanzo, il lettore potrà prendere parte allo svolgersi della vita, lavorativa e amorosa, di Silvie, assistendo anche alla sua progressiva maturazione e al graduale percorso verso la soddisfazione personale. Nella storia, ovviamente, compaiono anche i personaggi del libro precedente: non solo Rike, ma anche Oskar che, non senza difficoltà, dovrà reinserirsi nel contesto familiare e nella società tedesca, subendo purtroppo anche una surreale e cocente delusione d'amore; la sorellastra Florentine, che vivrà la sua prima, accecante, passione amorosa e la migliore amica di Rike (ma anche di Silvie) Miri che, dopo la fine della sua ultima relazione, non smetterà di credere nella possibilità di poter finalmente trovare l'uomo della sua vita.

Lo stile dettagliato e minuzioso dell'autrice ricostruisce in modo preciso non solo le vite dei personaggi, ma anche tutto il contesto storico in cui si trovano ad agire. Questo secondo romanzo si snoda tra il 1952 e il 1957 e racconta quindi anche la vita delle due Germanie e la difficoltà degli abitanti di Berlino Est, che l'autrice approfondisce soprattutto attraverso la rocambolesca fuga di Luisa, figliastra dell'ex moglie dello zio Carl.

Rispetto al primo volume, che tanto avevo apprezzato all'inizio di quest'anno, ho trovato questo libro a tratti un po' troppo lento, in quanto ricco di descrizioni a scapito di una maggior quantità di parti dialogate, e ciò ha rallentato un po' la mia lettura. Nonostante ciò, però, ho comunque apprezzato la storia di Silvie e, al contrario, ci sono state delle parti (come, per esempio, nel momento in cui Silvie si trova a dover sventare il rapimento della figlia di Rike da parte di un loro ex collaboratore o quando viene raccontata la malattia della figlia di Peter) che ho letto con molta curiosità e attenzione. 

Il finale di questo secondo capitolo è denso di colpi di scena, alcuni molto tragici e altri meno: Rike, inoltre, conoscerà finalmente l'identità del suo vero padre, oltre ad apprendere un segreto riguardante Miri. Questo mi ha già fornito la giusta curiosità nel volermi approcciare al terzo e ultimo volume della serie, che sarà dedicato alla sorella minore Florentine e che, molto probabilmente, leggerò nei prossimi mesi. 


DELLA STESSA AUTRICE:

Una vita da ricostruire (Le sorelle del Ku'damm #1)

martedì 30 agosto 2022

Un bacio con gli occhi

Cari lettori, oggi vi parlerò dell'ultimo romanzo di Virginia Bramati, "Un bacio con gli occhi", edito da Giunti.

La storia si svolge tra il 2020 e il 2021, anni che, come tutti purtroppo ben sappiamo, sono stati dominati dalla pandemia di Covid. Ed è proprio in questo contesto che l'autrice delinea la storia d'amore tra Agata ed Edoardo, dei quali racconta le vicende alternando il punto di vista dei due giovani.

Agata è una ventiseienne un po' timida e insicura, specializzanda in ematologia che, dopo una vita trascorsa prima in giro per il mondo con i suoi genitori (la madre è pianista mentre il padre direttore d'orchestra) e poi con la nonna in una cittadina sul lago d'Iseo, decide di trasferirsi a Milano, città in cui risiede l'ospedale in cui lavora. Sceglierà di dividere l'appartamento con l'infermiera Chiara, una ragazza pugliese solare ed estroversa, che a poco a poco le insegnerà ad aprirsi al mondo e ad apprezzare i piaceri della tavola.

Edoardo invece è un medico del reparto in cui lavora Agata, aspirante primario, che ha il compito di seguire gli specializzandi. Inizialmente tra lui ed Agata nascerà un rapporto teso, data l'insicurezza della ragazza e il carattere autoritario e, a tratti burbero, dell'ematologo.

Tutto cambierà, però, con lo scoppio della pandemia, che sconvolgerà le vite di ognuno di noi, ma che metterà soprattutto a dura prova la resistenza fisica e mentale di tutto il personale sanitario. Tra logoranti turni in ospedale, paura per il futuro e problemi di gestione, Agata e Chiara cercheranno un momento di evasione spiando la vita del loro vicino di casa, un ragazzo attraente che pare vivere una romanticissima storia d'amore con un altrettanto affascinante ragazza...

D'altra parte Edoardo dovrà scontrarsi con chi, all'interno dell'ospedale, è restio a prendere sul serio la pandemia e tutti i dispositivi messi in atto per provare a fronteggiarla, ma non solo: la sorella giornalista è bloccata in Cina e suo figlio è andato ad abitare con lui... ce la farà a convivere con un adolescente che sta patendo l'isolamento e che appartiene a una generazione diversa dalla sua?

Ma sarà proprio in questo contesto che, sia Agata sia Edoardo, inizieranno a conoscersi meglio, iniziando a fidarsi l'uno dell'altra e unendo le proprie forze per affrontare il difficile periodo, portando loro a conoscersi più a fondo e a provare sentimenti che, purtroppo, non potranno manifestare in modo concreto, se non "baciandosi con gli occhi"...

Negli ultimi anni sono usciti parecchi romanzi ambientati nel contesto pandemico da Covid, ma fino a questo momento avevo letto solo quello ironico della serie dei "vecchietti del BarLume" di Marco Malvaldi, perchè quando leggo amo estraniarmi da una realtà che, ahimè, non ci siamo ancora lasciati totalmente alle spalle. I romanzi di Virginia Bramati però mi piacciono sempre molto ed ero sicura del fatto che l'autrice avrebbe trattato il tema in modo delicato, lasciando spazio all'amore alla speranza, oltre che a un pizzico di mistero, e le mie aspettative non sono state deluse.

La storia è molto piacevole da leggere: personalmente adoro i protagonisti dei suoi romanzi, perchè sono per lo più ragazzi e ragazze normali, con le loro qualità e le loro debolezze, nei quali non è difficile rispecchiarsi. L'ambientazione milanese, abitando in zona, è da me sempre apprezzata e lo stile scorrevole dell'autrice, ma sempre molto curato, rende la lettura perfetta per dei momenti di relax. 

Ovviamente, ripercorrendo le fasi cruciali di quei momenti, il lettore tenderà a rivivere certi brutti momenti legati alla pandemia, ma l'aver ambientato la maggior parte della storia in un ospedale, fa anche comprendere tutto lo sforzo messo in atto dal personale sanitario per far fronte a questa emergenza della quale, spero, prima poi si giungerà a scrivere il capitolo conclusivo.

Un libro, quindi, che consiglio alle amanti dei romanzi di questa autrice, ma anche a chi abbia voglia di leggere un romanzo che ci fa comprendere come l'amore è sempre in grado di emergere, anche nei momenti più bui. 


DELLA STESSA AUTRICE:

E se fosse un segreto?

Tutta colpa della mia impazienza 

Cercasi amore vista lago

Quello che ancora non sai di me 

giovedì 25 agosto 2022

Il profumo della rosa di mezzanotte

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Il profumo della rosa di mezzanotte", scritto da Lucinda Riley ed edito da Giunti.

Come da consuetudine nei libri di quest'autrice, anche questo romanzo procede su due filoni narrativi: uno ambientato nel passato e uno nel presente.

Nei nostri giorni troviamo Ari, un giovane indiano dedito anima e corpo al suo lavoro. Quando, stufa di questo atteggiamento, la sua fidanzata lo lascerà e sposerà un'altra persona, il ragazzo cadrà in una profonda crisi, che lo porterà a rivalutare le priorità della sua vita. Sfruttando un viaggio che lo condurrà a Londra, Ari inizierà a indagare su una vicenda del passato che coinvolge la sua bisnonna Anahita, morta da poco a 101 anni, che un anno prima gli aveva affidato un compito speciale.

Prima di morire, infatti, l'anziana donna gli aveva chiesto di cercare la verità sul suo primogenito, che tutti credono morto, ma non lei e la sua particolare sensibilità.

Tramite una lunga lettera scritta da Anahita per il figlio perduto, non solo Ari ma anche noi lettori potremo conoscere la vita della donna: dall'infanzia trascorsa in India alla prematura morte dei genitori; dalla sua amicizia con la principessa Indira alla sua formazione professionale avvenuta in Inghilterra, luogo in cui vivrà una grande storia d'amore che, purtroppo, sarà osteggiata dalla perfida suocera, le cui azioni saranno talmente tragiche da sconvolgere per sempre la sua vita e quella del suo innamorato.

Ari scoprirà che la  maggior parte delle vicende si svolgono ad Astbury Hall, una grande magione di proprietà di Donald, l'innamorato di Anahita. Per questo motivo Ari raggiungerà questo posto, che negli anni è passato di generazione in generazione, anche se con difficoltà dovuta alle ingenti spese di gestione.

Una volta raggiunta la proprietà, Ari si renderà conto che proprio in quei giorni è presente una troupe cinematografica, che sta girando le scene di un lungometraggio in costume. Lì il giovane stringerà un rapporto particolare con Rebecca, un'attrice americana coinvolta nel film, che non solo rimarrà affascinata dalla storia di Anahita ma che si troverà, suo malgrado, coinvolta nella storia grazie alla sua forte somiglianza con Violet, nonna dell'enigmatico Anthony, proprietario di Astbury Hall, che la porterà a vivere un'esperienza insolita ma anche terrificante.

In attesa dell'ultimo capitolo della serie de "Le sette sorelle", sto recuperando i romanzi autoconclusivi di quest'autrice, che apprezzo davvero molto, sia per il suo stile semplice e scorrevole, ma curato e in grado di costruire delle personalità capaci di suscitare empatia nel lettore, sia per la sua capacità di costruire trame che mescolano passato e presente, che mostrano grande cura nei particolari storici e che sono in grado di far viaggiare il lettore, seppur con la fantasia, da un luogo all'altro del pianeta.

Ho deciso di scegliere questo romanzo tra quelli che mi sono rimasti da leggere perchè in alcuni gruppi Facebook dedicati all'autrice, in molti lo hanno nominato come il migliore e, una volta chiusa la quarta di copertina,  non posso che confermare il parere degli altri lettori. 

Infatti ho gradito moltissimo l'ambientazione indiana, così come la storia di Anahita che, suppur densa di tragici eventi, ha sempre saputo rialzarsi ed è stata in grado di condurre con saggezza la sua lunghissima vita. Anche il sottile realismo magico che permea la sua storia è molto affascinante, così come i riferimenti alla medicina ayurvedica e la venatura thriller che, a un certo punto, tinge di mistero la trama.

Ancora una volta, quindi, mi ritrovo a consigliarvi una storia di Lucinda Riley che, sono sicura, saprà coinvolgervi e appassionarvi alle vicende della sua protagonista fino all'ultima, commovente, pagina.


DELLA STESSA AUTRICE:

Il segreto della bambina sulla scogliera

Le sette sorelle. La storia di Maia 

Ally nella tempesta

La ragazza nell'ombra 

La ragazza delle perle

La ragazza della luna 

La ragazza del sole

La sorella perduta 

La lettera d'amore

Il segreto di Helena 

L'angelo di Marchmont Hall

Delitti a Fleat House 

lunedì 1 agosto 2022

Tutto cambia (Saga dei Cazalet #5)

Cari lettori, con il post di oggi vi parlerò dell'ultimo volume della Saga dei Cazalet, "Tutto cambia", scritto da Elizabeth Jane Howard ed edito da Fazi Editore.

In questo libro conclusivo, i cui eventi si svolgono tra il 1956 e il 1958, assistiamo subito alla morte della Duchessa, l'ultima capostipite di questa grande famiglia, e alle conseguenze che la morte di entrambi i genitori porterà ai quattro figli.

Hugh, dopo aver riconquistato la serenità con Jemina ed essere diventato padre di Laura, si troverà a capo dell'azienda di famiglia, che produce legname: ma i tempi sono cambiati, i debiti e le ipoteche sono numerosi e i suoi metodi imprenditoriali non sembrano essere più consoni con i nuovi tempi.

Per questo discuterà pesantamente con il fratello Edward, il secondogenito dei Cazalet, il quale, succube della nuova moglie Diana, che pretende da lui un alto tenore di vita, non sa più come far fronte alle spese, se non insistendo affinchè Hugh cambi il suo approccio imprenditoriale e inizi a vendere gli immobili dell'azienda.

Rachel, invece, sulla soglia dei sessant'anni e dopo aver trascorso l'intera esistenza nella casa di Home Place ad assistere i genitori, inizierà a vivere più intensamente la sua storia d'amore con l'amica di sempre Sid, alla quale ha sempre anteposto i doveri familiari, ma dei brutti imprevisti sconvolgeranno per sempre la sua vita...

Rupert, infine, il fratello più giovane, ritornato a casa dopo anni in cui risultava un disperso di guerra e aver recuperato il rapporto con la moglie Zoe, si troverà costretto a inserirsi nell'azienda di famiglia, nonostante la sua grande passione per la pittura, e a dover gestire dei problemi per i quali non è avvezzo.

Nel romanzo trovano ampio spazio anche le vicende dei nipoti, soprattutto di Polly (figlia di Hugh); Louise (figlia di Edward) e Clary (figlia di Rupert).

La prima proseguirà la sua vita con Gerald, iniziando una nuova gravidanza e impegnandosi a gestire l'imponente dimora in cui vivono, anche se con poche risorse. Ad aiutarla ci penserà il fratello Simon che, sebbene abbia superato i tren'anni, è ancora alla ricerca del suo posto nel mondo, professionalmente e sentimentalmente.

Louise, terminato il suo matrimonio e abbandonato il figlio delle mani della suocera, vedrà svanire il suo sogno di attrice e inizierà a posare come modella, dando nello stesso tempo il via a una relazione con un uomo sposato, del quale diventerà l'amante. Il fratello Teddy proseguirà con le sue frivole relazioni.

Clary, invece, sposata con Archie, si troverà sorprendentemente a dover fronteggiare un'inaspettata crisi matrimoniale. Il fratello Neville, invece, sarà alle prese con una relazione proibita e scandalosa.

Su tutti questi personaggi s'imbatterà la crisi dell'azienda di famiglia, il cui epilogo scombussolerà in modo permanente le loro vite e il cui segno tangibile sarà rappresentato dalla sorte che toccherà a Home Place, l'abitazione di campagna dei genitori, nella quale nel corso degli anni i Cazalet hanno trascorso gran parte della loro vita, trovando in essa un rifugio non solo ai tormenti interiori ma anche a quelli sociali, come la seconda guerra mondiale.

Arrivata alla fine di questa lunga saga che, per assaporare meglio, ho deciso di affrontare leggendo un volume all'anno, posso affermare di aver molto apprezzato questa storia. Nonostante avessi trovato il primo libro un po' troppo lento e statico, negli altri libri mi sono poco a poco affezionata a questa grande famiglia, simpatizzando per qualcuno (Hugh, Rachel, Rupert, Polly, Clary, Sid...) e un po' meno per qualcun altro (Edward,Diana, Louise...) e sono sicura che il prossimo anno sentirò la loro mancanza. 

Lo stile della Howard è molto particolare ma, una volta presa l'abitudine, non sarà difficile apprezzarlo: quest'autrice, infatti, non racconta eventi in rapida successione, ma si sofferma con calma sulle descrizioni delle varie scene, sull'andamento della vita quotidiana dei protagonisti, sui pensieri di quest'ultimi. L'andamento è pacato e sereno e non provoca particolari tensioni emotive nel lettore. Il linguaggio è ricercato, ma non ampolloso e, nonostante ciò, la narrazione risulta scorrevole e coinvolgente, grazie soprattutto ai numerosi cambi di punti di vista, che rende questa saga un perfetto esempio di romanzo corale. 

Ovviamente, vi anticipo che quest'ultimo volume non sancisce una vera e propria conclusione delle vicende dei Cazalet, e per questo non posso negare che mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa in più dei loro anni futuri (magari anche dei pronipoti, la cui vita viene appena accennata, essendo questi bambini, oppure della famiglia della sorella di Villy, la prima moglie di Edward, che nei libri precedenti aveva avuto ampio spazio) ma ho trovato comunque perfetto l'espediente utilizzato dall'autrice per congedare definitivamente i suoi lettori da questa saga, che di certo ricorderò sempre con molto piacere.


DELLA STESSA AUTRICE:

Gli anni della leggerezza (Saga dei Cazalet #1)

Il tempo dell'attesa (Saga dei Cazalet #2)  

Confusione (Saga dei Cazalet #3)

Allontanarsi (Saga dei Cazalet #4)

lunedì 25 luglio 2022

La città di vapore

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al libro "La città di vapore", scritto da Carlos Ruiz Zafon ed edito da Mondadori.

Trattasi di una raccolta di racconti, pubblicata postuma, ovvero dopo la prematura scomparsa dell'autore. In essi si potranno ritrovare i personaggi e le atmosfere della celebre quadrilogia de "Il cimitero dei libri dimenticati" (che comprende i seguenti romanzi: "L'ombra del vento"; "Il gioco dell'angelo"; "Il prigioniero del cielo"; "Il labirinto degli spiriti"). Filo conduttore è anche la città di Barcellona, vera e propria costante di tutti i romanzi dell'autore, la quale viene da lui rappresentata come oscura, densa di misteri e di realismo magico.

Scendendo più nel dettaglio, in Blanca e l'addio il lettore potrà approfondire l'infanzia di David Martin (protagonista de "Il gioco dell'angelo") attraverso una particolare amicizia, mentre in Senza nome viene raccontata la sua nascita. In Alicia, all'alba torna invece sulle scene la protagonista de "Il labirinto degli spiriti".

Altri racconti sono dedicati a personaggi diversi dai protagonisti, come Una signorina di Barcellona, Leggenda di Natale, Uomini in grigio e La donna di vapore.

In Rosa di fuoco vengono spiegate le basi del progetto che porterà alla costruzione del celeberrimo "Cimitero dei libri dimenticati", un altro filo conduttore dell'intera quadrilogia. 

Ne Il principe del Parnaso, realtà letteraria e finzione si mescolano in un racconto incentrato sul famoso scrittore spagnolo Cervantes e lo stesso accade in Gaudì a Manhattan, in cui viene celebrato un altro conosciutissimo artista spagnolo. 

Infine, Apocalisse in due minuti, ultimo racconto dell'antologia, rappresenta una sorta di congedo letterario.

Chi segue il mio blog, sa che non sono solita leggere antologie di racconti, preferendo la narrativa, sia autoconclusiva sia in serie. Avendo però, in questi ultimi anni, letto e apprezzato i romanzi di Zafon (li ho letti tutti tranne la trilogia della nebbia, che ho accantonato essendo una serie per ragazzi, ma che conto prima o poi di recuperare), sono rimasta subito incuriosita da questo suo ultimo libro che, ahimè, rappresenta il definitivo congedo letterario, e per questo ho deciso di leggere anche questa sua ultima opera.

I racconti sono molto brevi e scorrevoli, caratterizzati dallo stile evocativo che abbiamo imparato a conoscere leggendo la quadrilogia. Rappresentano un'ultima evasione in quel mondo così particolare, che consiglio di intraprendere a tutti gli appassionati dell'autore, suppur con nostalgia. 

Per chi, invece, volesse iniziare a conoscerlo non posso non consigliarvi l'opera che più ho amato, tanto da diventare uno dei miei romanzi preferiti, ovvero "L'ombra del vento". Sono sicura che non farete fatica ad appassionarvi alle sue opere e al suo mondo.


DELLO STESSO AUTORE

L'ombra del vento

Il gioco dell'angelo 

Il prigioniero del cielo

Il labirinto degli spiriti 

Marina