lunedì 25 luglio 2022

La città di vapore

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al libro "La città di vapore", scritto da Carlos Ruiz Zafon ed edito da Mondadori.

Trattasi di una raccolta di racconti, pubblicata postuma, ovvero dopo la prematura scomparsa dell'autore. In essi si potranno ritrovare i personaggi e le atmosfere della celebre quadrilogia de "Il cimitero dei libri dimenticati" (che comprende i seguenti romanzi: "L'ombra del vento"; "Il gioco dell'angelo"; "Il prigioniero del cielo"; "Il labirinto degli spiriti"). Filo conduttore è anche la città di Barcellona, vera e propria costante di tutti i romanzi dell'autore, la quale viene da lui rappresentata come oscura, densa di misteri e di realismo magico.

Scendendo più nel dettaglio, in Blanca e l'addio il lettore potrà approfondire l'infanzia di David Martin (protagonista de "Il gioco dell'angelo") attraverso una particolare amicizia, mentre in Senza nome viene raccontata la sua nascita. In Alicia, all'alba torna invece sulle scene la protagonista de "Il labirinto degli spiriti".

Altri racconti sono dedicati a personaggi diversi dai protagonisti, come Una signorina di Barcellona, Leggenda di Natale, Uomini in grigio e La donna di vapore.

In Rosa di fuoco vengono spiegate le basi del progetto che porterà alla costruzione del celeberrimo "Cimitero dei libri dimenticati", un altro filo conduttore dell'intera quadrilogia. 

Ne Il principe del Parnaso, realtà letteraria e finzione si mescolano in un racconto incentrato sul famoso scrittore spagnolo Cervantes e lo stesso accade in Gaudì a Manhattan, in cui viene celebrato un altro conosciutissimo artista spagnolo. 

Infine, Apocalisse in due minuti, ultimo racconto dell'antologia, rappresenta una sorta di congedo letterario.

Chi segue il mio blog, sa che non sono solita leggere antologie di racconti, preferendo la narrativa, sia autoconclusiva sia in serie. Avendo però, in questi ultimi anni, letto e apprezzato i romanzi di Zafon (li ho letti tutti tranne la trilogia della nebbia, che ho accantonato essendo una serie per ragazzi, ma che conto prima o poi di recuperare), sono rimasta subito incuriosita da questo suo ultimo libro che, ahimè, rappresenta il definitivo congedo letterario, e per questo ho deciso di leggere anche questa sua ultima opera.

I racconti sono molto brevi e scorrevoli, caratterizzati dallo stile evocativo che abbiamo imparato a conoscere leggendo la quadrilogia. Rappresentano un'ultima evasione in quel mondo così particolare, che consiglio di intraprendere a tutti gli appassionati dell'autore, suppur con nostalgia. 

Per chi, invece, volesse iniziare a conoscerlo non posso non consigliarvi l'opera che più ho amato, tanto da diventare uno dei miei romanzi preferiti, ovvero "L'ombra del vento". Sono sicura che non farete fatica ad appassionarvi alle sue opere e al suo mondo.


DELLO STESSO AUTORE

L'ombra del vento

Il gioco dell'angelo 

Il prigioniero del cielo

Il labirinto degli spiriti 

Marina

lunedì 18 luglio 2022

Cinquecento catenelle d'oro

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Cinquecento catenelle d'oro", scritto da Salvatore Basile ed edito da Garzanti.

La vicenda si svolge negli ultimi anni del 1800, in un paesino del Sud Italia, Calandra, e ha come protagonista Maria Pepe, una ragazzina che abita con i genitori in una delle terre della Baronessa Matilde, della quale sono mezzadri.

La Baronessa è molto affezionata a Maria, tanto da decidere di insegnarle un'abilità che a quel tempo e in quel preciso contesto veniva vista come qualcosa di oscuro e pericoloso: leggere. Ben presto Maria si lascerà coinvolgere dalle fantastiche storie narrate nei libri della biblioteca della Baronessa ma, quando questa morirà, per Maria e la sua famiglia inizieranno tempi davvero molto duri.

Le terre passeranno infatti in eredità al fratello, di temperamento opposto a quello della sorella, il quale, quando scoprirà che Matilde aveva designato Maria come erede delle terre che la sua famiglia coltivava come mezzadri da generazioni, tenterà in tutti i modi possibili di riottenerle. Invano, però, perchè nonostante la madre cercherà di convincere Maria a seguire le indicazioni del Barone, il padre inciterà la figlia, con la quale ha un rapporto molto stretto, a non lasciarsi convincere.

Quando però, all'improvviso, la situazione precipiterà, il padre sarà costretto a lasciare la sua famiglia, per cercare fortuna assieme ai tanti emigranti che a quei tempi dall'Italia raggiungevano l'America, promettendo di ritornare il prima possibile. La moglie non crederà alle sue parole, ma Maria non abbandonerà mai la consapevolezza di poter prima o poi riabbracciare suo padre il quale, nelle poche lettere, le racconterà di un mondo nuovo e diverso dal loro, alludendo anche a delle "fotografie che si muovono".

Nonostante la madre e i conoscenti esorteranno Maria a non credere alle parole del padre, la giovane sarà sicura che l'uomo non le menta e, a tutti i costi, cercherà di capire che cosa sono quelle "fotografie che si muovono", anche a costo di passare per pazza e di mettere a repentaglio il suo lavoro nella locanda del paese. Con l'aiuto di un giovane fotografo, giunto in paese per un matrimonio, Maria otterrà l'aiuto sperato, anche se una cocente delusione metterà a repentaglio il suo rapporto con quel ragazzo.

Con il suo stile peculiare, che unisce narrazione a poesia, Salvatore Basile si riconferma uno dei miei scrittori preferiti e offre ai suoi lettori un'altra storia delicata, coinvolgente ed emozionante, che trascina il lettore nelle calde campagne estive di fine Ottocento, in una comunità rurale che vive isolata dal mondo e dal crescente progresso, e che tende a considerare estranea, e quindi paurosa, ogni forma di progresso e modernità.

Maria e il padre sono due personalità simili, diversi dagli altri abitanti, e ciò lo si noterà dal senso di straniamento verso il resto della comunità. A tal senso, nonostante il finale a mio parere dolceamaro, ho compreso la ragione delle loro scelte e i motivi che li porteranno a compiere determinate azioni. 

Come già accennato, lo stile dell'autore è molto poetico ma, nello stesso tempo, particolarmente evocativo, tanto che, avendo anche letto la maggior parte del romanzo al sole in giardino, non mi è risultato difficile immaginare di essere lì con Maria, prima nel caldo dei campi e poi a cercare refrigerio nel ruscello di proprietà della ragazza, che il Barone brama con tutte le sue forze.

Un romanzo che mi ha appassionato fin dalle primissime pagine e che, una volta concluso, mi ha fatto provare nostalgia per quella storia che, suppur breve, è stata in grado di suscitarmi interesse e diverse riflessioni sull'importanza della cultura e della conoscenza. Un piccolo gioiellino che, a tratti, mi ha ricordato il "Mito della caverna" di Platone, e che non posso fare altro che consigliarvi vivamente.


DELLO STESSO AUTORE:

Lo strano viaggio di un oggetto smarrito

La leggenda del ragazzo che credeva nel mare

lunedì 11 luglio 2022

Gli amanti di Brera

Cari lettori, iniziamo la settimana con la recensione dell'ultimo romanzo di Rosa Teruzzi, "Gli amanti di Brera", edito da Sonzogno.

In questo settimo episodio della serie, con protagoniste le "Miss Marple del Giambellino", ritroviamo Libera alle prese con il dilemma con cui si era chiuso il libro precendente: Diego Capistrano, ovvero colui che sembrerebbe essere il suo vero padre, è anche la stessa persona che si nasconde dietro al travestimento de "Il gatto con gli stivali"?

La giornalista Irene accetterà di aiutare Libera a far luce sul mistero, di nascosto dal suo capo Cagnaccio, ma anche Iole, madre di Libera, inizierà a investigare per conto suo, e inizialmente non sembrerà molto disposta a condivedere le proprie informazioni...

Nel frattempo, nuovi misteri aleggiano all'orizzonte: siamo alla fine di settembre del 2014, ricordato come l'anno senza estate, e non si fa che parlare della misteriosa scomparsa di un'insegnante d'inglese con il suo alunno non ancora maggiorenne, che l'ultima volta sono stati visti nell'orto botanico di Brera. 

Il caso inizierà a riguardare da vicino Libera e Iole quando un giorno il cuoco Furio si presenterà al casello affermando di essere stato l'ultima fiamma di quella che viene definita dai tabloid come "La porno prof" e chiedendo aiuto alle donne con lo scopo di rintracciare la coppia, dato che l'uomo sa che l'insegnante era tormentata da uno stolker e perciò teme che possa farle del male.

Sebbene Libera fin dall'inizio non mostrerà una particolare sintonia per la personalità di questa donna (un po' per la sua vicinanza a Furio e un po' per il temperamento opposto al suo), alla fine lei e la madre, con la collaborazione di Irene e Cagnaccio, daranno il via a una nuova investigazione, che le porterà anche a fare delle trasferte, prima sul lago di Como e poi a Roma. 

Ma non sarà solo il carattere disinibito dell'insegnante a far provare a Libera un certo tentennamento ad affrontare questa nuova indagine: nello scorso episodio, infatti, tra lei e Gabriele, commissario di polizia, c'era stato un forte riavvicinamento, e per la prima volta la donna era riuscita a far emergere parte dei suoi sentimenti. Come potranno, però, le sue indagini non autorizzate conciliarsi con quel rapporto che, dopo tanti anni, sta finalmente sbocciando?

Inoltre, a non farla stare del tutto tranquilla, ci si metterà anche la figlia Vittoria, che pare stia indagando su un caso particolarmente delicato, ma di cui non vuole rivelare nulla...

Insomma, in questo nuovo libro Libera avrà davvero molto da pensare: nel romanzo, però, è presente anche molta azione, attraverso l'indagine sulla misteriosa fuga della professoressa e del suo alunno, che ho trovato, come sempre nei romanzi di questa autrice, ben congegnata e con un'ottima rivelazione finale che, personalmente, non avevo previsto e che per questo mi ha lasciato molto sorpresa, tanto da eleggere questa storia come una delle mie preferite, assieme a "La memoria del lago".

E' sempre un piacere ritrovare queste tre donne che, anno dopo anno, sono diventate una sorta di "amiche letterarie" e, tra un'indagine e l'altra, scoprire il graduale dipanarsi della loro vita privata. L'ambientazione per lo più milanese, non mi lascia mai indifferente: dato che abito in provincia e ho frequentato la metropoli assiduamente durante i miei anni universitari mi fa sempre un bell'effetto ritrovarla tra le pagine di un libro.

Vi anticipo, senza fare spoiler ovviamente, che la fine del romanzo lascia aperti molti interrogativi e questo lascia ben sperare a un ottavo libro, che sono già molto curiosa di leggere! 


DELLA STESSA AUTRICE:

La sposa scomparsa

La fioraia del Giambellino

Non si uccide per amore

Ultimo tango all'Ortica 

La memoria del lago

Ombre sul Naviglio

lunedì 4 luglio 2022

Il treno dei bambini

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo di Viola Ardone, "Il treno dei bambini", edito da Einaudi.

Il romanzo si rifà a un fatto storico poco conosciuto: dopo la seconda guerra mondiale, l'Italia fu attraversata da una grande crisi economica e sociale, che colpì soprattutto il Sud. Per questo motivo, il partito comunista decise di istituire alcuni treni, che dal Mezzogiorno trasportassero nelle regioni del Nord i bambini meridionali più poveri, per essere temporaneamente affidati a delle famiglie che potessero dar loro da mangiare e da vestire, oltre ad assicurarne l'istruzione. 

Da questo fatto prende il via questo romanzo: il suo protagonista, Amerigo Speranza, è un bambino napoletano di quasi otto anni, che vive in estrema povertà con la madre Antonietta. Non ha mai conosciuto il padre che, secondo le parole della madre, è andato in America in cerca di fortuna, e il fratello maggiore, del quale non conserva ricordi, è morto per una polmonite. Ogni tanto, nella loro casa, entra ed esce un uomo, soprannominato "Capa 'e fierro", che si occupa di contrabbando di caffè assieme ad Antonietta. Amerigo trascorre le giornate tra le strade di Napoli con l'amico Tommasino e il loro destino non sembra promettere nulla di buono. 

Un giorno, però, Antonietta decide di mandare il figlio proprio su uno di quei treni, per essere affidato per qualche tempo a una famiglia del Nord. Tra la gente del posto, sono diversi i pareri sull'iniziativa: alcuni ne sono molto favorevoli, altri (come la Pachiochia, una delle personalità più influenti del rione, monarchica e anticomunista) inizialmente mostrerà non poco scetticismo, insinuando che il vero obiettivo di quel progetto sia quello di spedire i bambini in Russia e di cuocerli nei forni, perchè si sa che i comunisti mangiano i bambini.

Tra questi pettegolezzi, con un misto di eccitazione e paura, Amerigo affronterà quel viaggio che, assieme ai suoi amici Tommasino e Mariuccia, lo condurrà in Emilia, precisamente a Modena. Lì, dato che la famiglia che doveva accoglierlo farà marcia indietro, verrà affidato a Derna, una delle donne del partito comunista. Ella, però, a causa dei suoi impegni, lo farà vivere per la maggior parte delle sue giornate in casa della cugina Rosa, sposata con Alcide e madre di tre figli Rivo, Luzio e Nario. 

Amerigo entrerà quindi a far parte di un mondo nuovo, che all'inizio lo disorienterà ma che, a poco a poco, lo coinvolgerà sempre di più: tra le lezioni del maestro Ferrari, il rapporto prima teso e poi più amichevole con Luzio e la passione per la musica che, grazie ad Alcide, lo porterà a possedere il suo primo violino, Amerigo si allontanerà sempre di più dalle sue origini e, quando sarà il momento di rientare a Napoli, si renderà conto di possedere un'anima divisa in due...

Sono stata molto coinvolta dalla lettura di questo romanzo: adoro quando i libri mi permettono di imparare qualcosa di nuovo, e se poi ciò è ben amalgamato a una trama che appassiona e coinvolge, la lettura allora si fa davvero ottima!

Ho amato il personaggio di Amerigo, con i suoi sogni e le sue debolezze, ma soprattutto il suo complesso rapporto con la madre, che mi ha portato  a riflettere molto sulla natura dei sentimenti umani. Antonietta è una donna che ha vissuto gli orrori e le privazioni della guerra, la precoce perdita dei genitori, l'abbandono di chi ha amato, la morte di un figlio. Non è capace di mostrare in modo concreto il suo amore per Amerigo, anzi, a volte certi gesti fanno pensare il contrario, e sarà questo che porterà il figlio ad allontanarsi da lei. Se, per buona parte del libro, non ho particolarmente apprezzato questo personaggio, alla fine l'ho un po' rivalutato, allo stesso modo dell'Amerigo ultracinquantenne, il quale ci narrerà la sua storia nei capitoli conclusivi del romanzo.

Penso inoltre che un altro punto di forza della narrazione sia lo stile dell'autrice, che è stata molto abile ad adattarlo alla crescita e all'evoluzione interiore del suo protagonista. All'inizio infatti, essendo il romanzo narrato in prima persona, prevale il linguaggio dialettale, semplice, e talvolta sgrammaticato, di quel bambino napoletano che non ama la scuola e trascorre in strada la maggior parte della sua vita. Alla fine, invece, quando Amerigo è ormai adulto, il registro linguistico si modifica e diventa più poetico, quasi lirico, oltre ad essere attraversato da una patina di maliconia, per ciò che è accaduto e quello che non è avvenuto nella sua vita, data l'importante decisione che ha determinato, nel bene e nel male, tutta la sua esistenza, e che è il perno centrale del suo cambiamento, esteriore e interiore.

Un romanzo, quindi, che non mancherà di coinvolgervi, farvi riflettere ed emozionarvi, e che per questo vi consiglio vivamente di leggere.

martedì 28 giugno 2022

Delitti a Fleat House

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo di Lucinda Riley, "Delitti a Fleat House", edito da Giunti.

Chi conosce questa scrittrice, purtroppo prematuramente scomparsa lo scorso anno, sa che la sua produzione letteraria è focalizzata sulle storie d'amore e familiari, che s'intrecciano con gli eventi storici del presente e, soprattutto, del passato. Quest'opera, invece, che è stata pubblicata postuma a cura di uno dei suoi figli, fa parte del genere giallo/poliziesco e, come lui stesso afferma nella prefazione, è stata scritta da Lucinda nel lontano 2006. 

La vicenda ruota attorno a "Fleat House", il dormitorio di un college situato nella campagna inglese del Norfolk.  Un giorno viene ritrovato il cadavere di uno studente, Charlie Cavendish: se, in un primo momento, si pensa a una crisi epilettica, disturbo di cui il giovane era affetto, in seguito si scoprirà che il suo decesso è da ricondurre a uno shock anafilattico, causato dall'assunzione di aspirina, che il ragazzo sapeva di non dover prendere in quanto allergico. Che sia quindi stato assassinato?

Sarà da qui che partiranno le indagini della detective Jazsmine, detta Jezz, che dopo un periodo sabbatico lontano dal lavoro, a causa del dolore provato per il tradimento del suo ex marito e collega, la donna verrà convinta dal suo superiore Norton a riprendere il lavoro per risolvere l'indagine, con l'aiuto del collega detective Miles e della psicologa Issy. 

Il caso diventerà ancora più complesso quando uno dei professori verrà trovato suicida nel suo appartamento, uno studente scomparirà misteriosamente e un altro cadavere verrà ritrovato nelle cantine dell'istituto, nello stesso luogo in cui una leggenda racconta del suicidio, avvenuto anni prima, di un giovane bullizzato dagli studenti dell'epoca.

Nel corso delle indagini, Jazz e la sua squadra si troveranno di fronte a diversi misteri, che graviteranno attorno all'orribile pratica del bullismo, ma anche ad alcuni segreti di famiglia legati alla figura di Charlie Cavendish che, si scoprirà, oltre a essere un bullo è anche l'unico erede di un'enorme fortuna e, per complicare ulteriormente la situazione, pare che anche sua madre nasconda un segreto...

Nella storia, però, non ci sarà spazio solo per le indagini, ma una buona parte della vicenda sarà riservato all'approfondimento della figura di Jazz, una donna forte e indipendente che fatica, però, a fidarsi ancora degli uomini, dopo la brutta esperienza con il marito, il quale a un certo punto tornerà sulla scena portando scompiglio alla sua indagine. Il lettore, inoltre, si troverà di fronte al forte legame che lega Jazz alla sua famiglia, soprattutto con il padre, un uomo con diversi problemi di salute, che più di una volta la farà per questo preoccupare.

Nonostante il cambio di genere, ancora una volta Lucinda Riley è stata molto brava a delineare la trama di questa storia che, con il suo solito stile scorrevole, ha regalato  ai suoi lettori una vicenda appassionante e misteriosa, la cui epilogo colma tutti i dubbi e ogni elemento s'incastra perfettamente con l'altro. Il caso giallo suscita molto interesse nel lettore, fino alla fine non è semplice comprendere la vera realtà dei fatti, dato che ogni espediente usato dalla scrittrice non è mai banale e diversi sono i colpi di scena. Anche i vari personaggi sono ben delineati, sia quelli che sono prettamente legati al caso (come il direttore della scuola, la sua fedele segretaria, il direttore, la direttrice, i componenti della famiglia di Charlie) sia quelli legati al lato investigativo (Jazz e i suoi genitori, ma anche Miles, Norton, Issy, l'ex marito...). 

Penso che se l'autrice non ci avesse lasciato così presto avrebbe dedicato almeno un altro volume alla figura di Jazz, coinvolgendola in qualche altra indagine e creando così una serie simile a quella di Erika e Patrick di Camilla Lackberg.

Un romanzo, quindi, che consiglio sia agli amanti dei libri di Lucinda Riley, con la rassicurazione che riusciranno comunque ad apprezzare questa storia così diversa dalle altre di sua produzione; sia agli appassionati dei romanzi gialli/polizieschi dato che, con questa storia, una delle autrici rosa più famose, mostrando grande versalità, ha dimostrato di essere alla pari con i giallisti più affermati. 


DELLA STESSA AUTRICE:

Il segreto della bambina sulla scogliera

Le sette sorelle. La storia di Maia 

Ally nella tempesta

La ragazza nell'ombra 

La ragazza delle perle

La ragazza della luna 

La ragazza del sole

La sorella perduta 

La lettera d'amore

Il segreto di Helena 

L'angelo di Marchmont Hall

lunedì 20 giugno 2022

Attenti all'intrusa!

Cari lettori, iniziamo la settimana con la recensione del romanzo di Sophie Kinsella, "Attenti all'intrusa!", edito da Mondadori.

Protagonista della storia è Effie, una ragazza ventiseienne che, da un giorno all'altro, vede il suo mondo familiare andare in pezzi, precisamente quando il padre annuncia a lei, alla sorella Bean e al fratello Gus la separazione dalla loro matrigna Mimi, che ha cresciuto lei e i suoi fratelli dopo la prematura scomparsa della madre.

Per Effie è un vero e proprio colpo al cuore, dato che non aveva mai notato problemi tra loro due ed è molto affezionata sia al padre sia alla matrigna. Ma il suo sconforto subisce una crescita esponenziale quando il padre si fidanza con Krista, una donna molto più giovane, che ama i gioielli e pubblicare foto di coppia su Instagram con #sessoasessantanni e #vivailviagra. Ma soprattutto, pare voglia tenere a tutti i costi il padre lontano dai suoi figli, tanto che Effie, dopo una pesante litigata con il padre, perde ogni contatto con lui.

La situazione precipita ulteriormente quando il padre e Krista decidono di vendere la casa in cui Effie e i suoi fratelli sono cresciuti: Greenoaks è una villa molto particolare, con i suoi mattoni a vista, la torre, le immense soffitte e il grande giardino completo di casa sull'albero e montagnetta panoramica. Non è un'abitazione esteticamente bella ma, soprattutto per Effie, rappresenta il cuore della sua infanzia e dei suoi ricordi più belli, e sapere che presto dovrà dirle addio per sempre non fa che accrescere la sua sofferenza.

Per questo, una volta trovato un compratore, quando il padre e Krista organizzeranno un festa d'addio nella casa invitando parenti e amici, Effie si rifiuterà di partecipare, e non solo per il "particolare" invito ricevuto dalla fidanzata del padre. Al contrario, Bean e Gus decideranno di prendervi parte e, apparentemente, sembreranno aver accettato la vendita.

Peccato che, proprio la stessa sera della festa, Effie si ricorderà che nella casa sono rimaste le sue vecchie matrioske, cinque bamboline russe che hanno caratterizzato la sua infanzia. Così, determinata a recuperarle ma non volendo farsi vedere, deciderà d'intrufolarsi di nascosto alla festa. E questo sarà solo l'inizio di un weekend che sconvolgerà per sempre la sua vita e quella della sua famiglia.

Nascosta tra i roseti, nell'armadio, sotto il tavolo e in qualunque posto le capiterà a tiro, Effie osserverà la sua famiglia da una prospettiva inusuale, accorgendosi per la prima volta del vero volto dei suoi cari e ponendosi per questo diverse domande: perchè Bean piange di nascosto? E per quale motivo Gus fa strane telefonate? Inoltre, alla festa sarà invitato anche il suo ex, Joe, un medico di successo e famosa star della tv, con il quale ha molto in sospeso...

Dalle mie parole potete quindi comprendere come il romanzo susciti molti interrogativi, e per questo si fa leggere con velocità e gusto. Ciò che più amo di Sophie Kinsella è la capacità di narrare storie quotidiane con leggerezza, umorismo ma suscitando, nello stesso tempo, vari spunti di riflessione. In questo ultimo romanzo ho trovato queste ultime più preponderanti sull'aspetto prettamente umoristico (anche se non mancano delle scene spassose, come quando Effie spia Krista da sotto il tavolo o vaga per le soffitte per spiare i suoi familiari), tanto che ho trovato il romanzo più simile a quei libri che l'autrice ha pubblicato con il suo vero nome.  

Nonostante ciò, ho comunque apprezzato molto la storia, anche perchè in più punti ho rinvenuto delle affinità con Effie e, sebbene abbia vissuto esperienze di cambiamento diverse dalle sue, mi sono ritrovata molto nel suo personaggio, sia negli aspetti positivi sia in quelli negativi. Ho gradito molto anche il suo percorso di crescita compiuto nei confronti di un aspetto della vita, quello crescita e della maturazione personale, verso il quale penso che ognuno di noi possa rispecchiarsi. 

Più deboli, a parer mio, le ragioni che stanno alla base della precedente rottura tra lei e il suo ex: francamente le ho trovate un po' inverosimili, tenuto conto del forte legame che i due avevano istaurato sin da ragazzini. Inoltre, avrei preferito una maggior sfaccettatura del personaggio di Krista: verso la fine del romanzo vengono chiarite alcune ragioni che stanno alla base di alcuni suoi comportamenti, ma poi la questione viene abbandonata.

A parte questi due aspetti, la storia è davvero molto appassionante, e la consiglio non solo agli amanti dei romanzi dell'autrice, ma anche a chi abbia voglia di accostarsi a una storia semplice e leggera che però non manca di far pensare e riflettere su questioni che ci accomunano, indagando nello stesso tempo nel complesso mondo delle relazioni familiari.


DELLA STESSA AUTRICE:

I love shopping a Las Vegas

La mia vita non proprio perfetta 

Sorprendimi!

Ho il tuo numero (Rilettura) 

La famiglia prima di tutto!

Sai tenere un segreto? (Rilettura) 

La regina della casa (Rilettura)

I love shopping a Natale 

La ragazza fantasma (Rilettura) 

Amo la mia vita

lunedì 13 giugno 2022

L'angelo di Marchmont Hall

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "L'angelo di Marchmont Hall", scritto da Lucinda Riley ed edito da Giunti.

La storia copre un arco temporale compreso tra il secondo dopoguerra e la metà degli anni Ottanta e racconta la storia di tre donne: Greta, la figlia Francesca detta Cheska e la nipote Ava.

La vicenda si apre il 24 dicembre 1985, quando Greta, che da anni dopo un incidente ha perso la memoria, si ritrova a festeggiare il Natale nella tenuta inglese di Marchmont Hall, che è stata ristrutturata dopo un brutto incendio. Passeggiando tre le radure del suo immenso parco, la donna s'imbatterà per caso nella tomba di un bambino, e da lì comincerà a ricordare le tappe fondamentali della sua vita, le quali saranno poi colmate dal suo grande amico David.

Attraverso lunghi flashback, una tecnica narrativa particolarmente amata dalla Riley, il lettore verrà catapultato nella Londra del secondo dopoguerra e a quando una Greta ventenne faceva la ballerina in un locale osè. La ragazza s'innamorerà di un ufficiale americano ma questi, scoperta la sua vera professione, se ne tornerà al suo paese senza nemmeno sapere che è rimasta incinta.

Greta così si ritroverà a essere una ragazza madre e a dover lasciare il suo lavoro. Il suo collega David, però, da sempre innamorato di lei, le offrirà riparo a Marchmont Hall, la tenuta di cui è erede e nella quale vive la madre e lo zio. E da quel momento la sua vita non sarà più la stessa...

Attraverso la storia di Greta, il lettore potrà conoscere bene anche la vita della figlia Francesca, una dolce e buona bambina che, per un caso fortuito, si ritroverà a diventare un astro nascente del cinema. Per questo, la sua infanzia sarà molto diversa rispetto a quella degli altri bambini, e questo si ripercuoterà pesantemente sulla sua esistenza, già gravata dallo spettro di una malattia mentale, la quale verrà anche sconvolta da una relazione sbagliata che intreccerà durante l'adolescenza. Relazione che le lascerà in dono la figlia Ava.

Ava, che si potrà conoscere nella seconda parte del romanzo, è invece completamente diversa dalla madre: alle luci della ribalta preferisce la tranquillità di Marchmont Hall e la compagnia di David e di sua madre Laura Jane, che l'ha di fatto cresciuta. Ma su di lei aleggeranno le ombre del passato e dei traumi della madre, e per questo si troverà a vivere delle situazioni davvero poco piacevoli. Riuscirà a trovare la propria serenità e, magari, anche l'amore?

Chi mi conosce e segue il mio blog sa che sono un'amante delle storie di Lucinda Riley e che tra i miei generi preferiti compaiono le saghe familiari. Per questi motivi, non dev'essere complicato comprendere il mio apprezzamento per questo romanzo. 

Ciò che più ho apprezzato in questa storia è stata la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quelli di Greta e Francesca. Entrambe, infatti, sono donne con luci e ombre, che suscitano sentimenti contrastanti nel lettore, il quale si trova a volte a impatizzare con loro e a volte a discostarsene. Personalmente penso che non sia semplice tratteggiare personaggi di questo tipo, perchè generalmente in una storia i personaggi hanno un ruolo più definito, e non risulta complicato suddividerli in "buoni" o in "cattivi". Per quanto riguarda Greta e Francesca, invece, non è impossibile incasellarle in una categoria ben precisa e ciò, a mio parere rende, la storia più originale e avvincente. 

Al contrario, Ava, David e Laura Jane risultano protagonisti maggiormente canonici, ma li ho comunque apprezzati, la prima per la capacità di sapersi costruire una vita sana, il secondo per i suoi profondi sentimenti per Greta, e la terza per la sua energia e forza d'animo.

Un romanzo, quindi, che, grazie anche allo stile semplice e scorrevole dell'autrice, cattura il lettore in una storia che affonda le sue radici nelle contraddizioni della vita e dell'animo umano, coinvolgendo dalla prima all'ultima pagina. Consigliato soprattutto alle amanti dei romanzi di Lucinda Riley, ma anche a chi abbia voglia di leggere una storia che metta in risalto la forza e le debolezza dell'animo umano. 

 

DELLA STESSA AUTRICE:

Il segreto della bambina sulla scogliera 

Le sette sorelle. La storia di Maia 

Ally nella tempesta 

La ragazza nell'ombra 

La ragazza delle perle 

La ragazza della luna 

La ragazza del sole 

La sorella perduta 

La lettera d'amore 

Il segreto di Helena