Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "I miei giorni alla libreria Morisaki", scritto da Satoshi Yagisawa ed edito da Feltrinelli.
Nel primo troviamo Takako, una ragazza che si trova a dover vivere un momento difficile, dopo aver scoperto che il suo fidanzato e collega è legato anche a un'altra ragazza, che intende sposare. Per non vederlo più, la ragazza deciderà di licenziarsi, rimandendo così anche senza un lavoro.
Per cercare di scuoterla dal torpore in cui è precipitata, lo zio della ragazza, Satoru, che gestisce la libreria Morisaki in un quartiere caratteristico di Tokyo, la inviterà a occupare il piccolo appartamento superiore al negozio, invitandola anche a dargli una mano con l'attività nei momenti di maggior bisogno.
Takako, che non è una gran lettrice, accetterà la proposta senza grande entusiasmo, tenendo anche conto che non ha nemmeno molta confidenza con lo zio, con il quale non aveva rapporti da anni. Ma, giorno dopo giorno, la giovane inizierà a uscire dal suo guscio e, grazie anche al potere terapeutico della lettura, proverà a riprendere in mano la propria vita...
Nel secondo racconto, invece, la vita di Takako s'incrocerà con due personaggi: un ragazzo misterioso che frequenta il suo bar preferito e la zia Momoko, che anni prima aveva abbandonato lo zio libraio per un motivo sconosciuto. Per quale motivo la donna è tornata all'improvviso da lui? Quale segreto nasconde?
Saranno questi gli interrogativi che aleggeranno nella mente della nostra protagonista che, complice una breve vacanza, proverà a costruire un rapporto con la zia al fine di comprendere le sue ragioni, aiutando in questo modo anche lo zio, che da solo non riesce ad affrontarla.
Devo ammettere che mi sono approcciata a questa storia con un po' di pregiudizi, dato che avevo letto molte recensioni negative su questo libro ma, a lettura conclusa, posso affermare che, seppur con qualche difetto, il mio parere non è così negativo.
Non sono particolarmente amante del mondo orientale, quindi mi è difficile fare paragoni con la letteratura del sol levante, ma ho trovato entrambi i racconti non banali e capaci di sviluppare spunti di riflessione.
Certo, la brevità non ha giocato in positivo in termini di approfondimento, nè a livello di trama nè per quanto riguarda l'introspezione psicologica dei personaggi. Da questo punto di vista ho rinvenuto della superficialità, che si sarebbe potuto facilmente colmare attraverso qualche pagina in più. Ma, al di là di questo, penso che approcciandosi al testo con la consapevolezza di avere di fronte, più che un romanzo, una raccolta di due racconti, possa predisporre il lettore a una maggior consapevolezza del tipo di libro che si approccia a leggere.
Consiglio quindi questo libro a chi abbia voglia di leggere un testo breve, che parla rapporti familiari, amore, libri e librerie, senza approfondire particolarmente i vari temi, ma offrendo comunque, attraverso una narrazione semplice e scorrevole, uno scorcio su un mondo e dei personaggi con cui non sarà particolamente complicato lasciarsi coinvolgere.
io solitamente non amo moltissimo i racconti, proprio per il "timore" che mi lascino poco a motivo dello scarso approfondimenti psicologico, di dinamiche ecc... Però il mondo orientale mi piace molto, lo trovo davvero ricco di fascino e il suo essere lontano dalla nostra cultura incrementa la mia curiosità. Non sapevo fossero due racconti però mi par di capire che siano godibili. E poi il fatto che ruotino attorno ai libri è già un buon punto di partenza ;)
RispondiEliminaCiao Ariel!
Ciao Angela, esatto, sono due racconti leggeri e godibili :-)
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