lunedì 2 luglio 2018

La lanterna dell'amicizia- Un incontro inaspettato

Cari lettori, buon inizio di settimana! Oggi per voi un nuovo capitolo della mia storia per bambini: quello di oggi s'intitola "Un incontro inaspettato"... finalmente Amina riuscirà a capire chi è quella persona buona e generosa che l'ha aiutata... buona lettura!




Non fu difficile risalire alla via in cui abitava quella persona misteriosa: il padre di Amina, infatti, la conosceva molto bene, perché ci passava tutti i giorni per andare al lavoro. Non era molto lontano dalla loro abitazione.


 Così, quello stesso pomeriggio, tutti e tre andarono alla ricerca di quella casa: Amina si sentiva ancora frastornata per gli eventi di quella mattina e, al pensiero che presto avrebbe incontrato la sua “amica di penna”, provava un sentimento di curiosità misto a timore. 

 Si sentiva felice, ma anche un pochino intimidita, dopotutto non aveva mai visto quella persona: non sapeva né se era maschio o femmina, né quanti anni avesse e neppure se avrebbe gradito la loro visita. Fosse stato per lei avrebbero continuato a scriversi per sempre, non l’aveva mai sfiorata l’idea di provare a conoscerla di persona. Ma i fatti poi avevano preso una piega inaspettata. 


 Mentre la bambina era immersa in questi pensieri, assieme ai suoi genitori, superò una stretta via e imboccò, a piedi, un viale molto lungo e alberato. Dopo circa dieci minuti di cammino, tra una casa molto antica e un palazzo con grandi vetrate, i suoi genitori si accorsero di aver raggiunto il numero civico al quale Amina aveva spedito le sue lettere, e quale sorpresa quando si accorsero che non si trattava di una casa vera e propria, ma… di una residenza per anziani!


 La struttura non era molto grande, i muri erano bianchi e la facciata ricca di finestre e circondata da un giardino, piccolo ma ben curato, nei cui sentieri erano poste delle panchine, sulle quali molti anziani stavano riposando accuditi da alcune infermiere.


 Alla vista di questo posto sia Amina sia i suoi genitori ebbero un attimo di esitazione, ma poi il padre suonò il campanello e chiese di entrare. Una volta attraversato il piccolo giardino, i tre varcarono una delle porte scorrevoli e, leggermente intimiditi, si avvicinarono al bancone situato vicino all’ingresso, dove una donna si rivolse a loro in modo cordiale:
 «In che modo posso esservi utili?» domandò con un sorriso.

 «Ecco…» 

Con fare titubante e cercando di farsi capire il meglio possibile, il padre di Amina raccontò alla donna delle lettere che la figlia aveva spedito a una persona che abitava in quell’edificio. Dopo poche parole la donna lo interruppe con entusiasmo:
 «Ma allora tu sei la piccola Amina!» esclamò contenta, per poi proseguire «abbiamo parlato molto di te in questi giorni! Ma sarebbe meglio che ti chiami Giulia, l’infermiera di Evelina!»
Con ciò alzò una cornetta e chiese a questa misteriosa Giulia di raggiungere la reception.


 Dopo pochi minuti una giovane donna alta, magra, con i capelli neri raccolti in una coda di cavallo e un lungo camice bianco li raggiunse e li fissò con sguardo interrogativo. Quando poi la signora spiegò che davanti a sé c’era proprio Amina con la sua famiglia, la giovane rimase molto sorpresa e corse ad abbracciare la bambina.
 «Oh, cara! Sapessi come mi fa piacere incontrarti! Ma forse, sarebbe meglio che vi spieghi alcune cose: vedete, io sono un’infermiera, e mi occupo di alcuni anziani ricoverati in questa struttura. In primavera purtroppo ci ha lasciati la signora Maria, e la sua migliore amica, Evelina, è rimasta molto sola e triste. Pensate, nonostante abbia una bellissima casa, aveva scelto di venire a vivere qui proprio per non sentirsi sola. La morte di Maria è stata un duro colpo per lei, e io non sapevo più che cosa fare per cercare di distrarla un po’. L’ho anche portata alla festa del paese, ma era sempre triste. Così, per cercare di farla divertire, ho deciso di lanciare per lei una di quelle lanterne cinesi e, quando le ho chiesto quale desiderio volesse che gli scrivessi, mi rispose che lei non voleva nulla, se non un’amica: questo mi fece rattristare perché capii che soffriva davvero tanto la solitudine, ma decisi lo stesso di accontentarla, ma mai avrei immaginato che avrebbe ricevuto una risposta! Quando lo dissi a Evelina vidi in lei, per la prima volta dopo tanto tempo, riaccendersi una fiamma di energia. E quando seppi che desideravi una bambola mi diede subito l’ordine di uscire e di comprartene una, la più bella che avessi trovato»


 La donna si fermò per fare una pausa, mentre Amina e i suoi genitori l’ascoltavano rapiti:

 «Poi» proseguì «quando ricevette il tuo messaggio di ringraziamento capì che avevi problemi con la scrittura, così decise di regalarti un suo vecchio libro di testo. Da giovane era una maestra e ancora oggi conserva tutti i libri che utilizzava, ma è stata ben felice di regalartelo, così come è stata contenta di donarti i pennarelli nuovi e i soldi di cui avevate bisogno, spero vi siano stati d’aiuto».


 I genitori annuirono, ancora increduli di fronte al racconto di quella storia così particolare:

 «Cara Amina» riprese Giulia «con i tuoi messaggi hai restituito il sorriso a Evelina, l’hai fatta di nuovo sentire utile e amata, tanto che conserva tutti i disegni che le hai mandato, soprattutto quella con il cuore grande e rosso. Penso che sarebbe molto felice d’incontrarti, che ne dici? Ti andrebbe di passare a salutarla?»


 «Sì» rispose timidamente la bambina, sorpresa dell’identità della sua amica ma assai desiderosa di conoscerla.

2 commenti:

  1. L'incipit è buono e molto interessante, ora vediamo dove ci condurrai :-)

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    1. Ciao Francesca, non è l'incipit, ma uno dei capitoli della storia, per leggere gli altri puoi cliccare sulla sezione "La lanterna dell'amicizia" :-)

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