giovedì 27 marzo 2025

Piccoli uomini

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Piccoli uomini" di Louisa May Alcott, letto nella versione Einaudi che racchiude tutti e quattro i libri della serie.

In questo terzo volume, centrale è il racconto della vita a Plumfield, la scuola creata da Jo e da suo marito, il signor Bhaer. Già nel finale di "Piccole donne crescono" veniva menzionata l'istituzione che la seconda delle sorelle March aveva deciso di creare, partendo dalla villa lasciatale in eredità dall'anziana zia. E proprio questo libro porta il lettore all'interno della scuola e lo rende partecipe della quotidinità dei suoi studenti, grandi e piccoli.

Tra tutti spiccano Demi e Daisy, i gemelli figli di Meg e John Brooke. Il primo è un ragazzino timido e curioso, che con la vita scolastica riuscirà ad aprirsi di più; la seconda è una dolce bambina, molto tranquilla e amante della cucina. 

Il primo capitolo è invece dedicato all'arrivo di Nat, un piccolo mendicante che verrà curato nel corpo e nell'anima dai coniugi Bhaer. Il bambino, un grande talento nel suonare il violino, raccomanderà loro il terribile Dan, che Jo proverà in tutti i modi a farlo inserire all'interno del loro contesto, pur intuendo che il suo carattere ribelle non faciliterà il suo obiettivo.

Ma la donna e suo marito mostreranno sin da subito una grande pazienza, unita a una pedagogia che pone alla base del loro insegnamento una grande importanza ai valori umani e una focalizzazione maggiore per i ragazzini dal carattere e dalle storie più difficili. A mio parere questo è un segno di grande modernità, se consideriamo che ci troviamo nel diciannovesimo secolo.

Altro elemento di avanguardia è l'inserimento di due alunne all'interno di una scuola maschile: la già nominata Daisy e Nan, una piccola monella, anch'ella dal temperamento esuberante e ribelle, che a Jo ricorderà sè stessa da bambina.

Capitolo dopo capitolo, il lettore imparerà a conoscere tutti gli alunni di Jo e suo marito (compresi i loro figli Rob e Teddy) e, tra marachelle e riappacificazioni, potrà assistere alla maturazione di questo piccolo microcosmo, guidato dall'amore dei due coniugi.

Allo stesso modo dei due libri della serie, avevo già letto questo romanzo quando ero una ragazzina. Allora come oggi lo avevo apprezzato, anche se un po' meno rispetto ai primi due. Questo perchè avrei preferito che fosse dedicato qualche spazio anche alle vite delle famiglie di Meg e di Amy. 

Invece la prima trova spazio in un solo (e purtroppo tragico) capitolo, mentre della seconda ogni tanto fa qualche comparsa Laurie (marito di Amy e ancora grande amico di Jo, alla quale talvolta segnala bambini in difficoltà, come nel caso di Nat) e la tenera figlioletta Bess. Inoltre mi sarebbe piaciuto che Jo avesse potuto proseguire, seppur in modo altalenante, con la sua attività di scrittrice, mentre invece la sua grande passione non trova spazio.

Nonostante ciò, il romanzo si legge con molto piacere e le varie vicende in cui si trovano coinvolti i ragazzini sono interessanti e narrate con dolcezza, sempre con riferimento a valori come la bontà d'animo, la solidarietà, l'onestà e la gentilezza che purtroppo oggigiorno sembrano essere considerati fuorimoda e che invece andrebbero valorizzati anche nella società ordierna, soprattutto tra le nuove generazioni.

Per questo, consiglio la lettura di questo romanzo a chi abbia già letto e apprezzato i primi due romanzi della serie, unito alla curiosità di sapere cosa succederà nel quarto e ultimo libro della serie, che anch'io questa volta mi accingerò a leggere per la prima volta.

 

 

DELLA STESSA AUTRICE

Piccole donne

Piccole donne crescono

giovedì 20 marzo 2025

Piccole donne crescono

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Piccole donne crescono" di Louisa May Alcott, letto nella versione Einaudi che racchiude tutti e quattro i libri della serie.

Seguito del celeberrimo "Piccole donne", in questo secondo volume il lettore potrà ritrovare le quattro sorelle March nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta.

Meg, già promessa sposa al suo amato John Brooke, si sposerà proprio nei primi capitoli e, con il progredire della storia, si assisterà al suo diventare una brava padrona di casa, non senza imprevisti e conflitti legati all'inesperienza e alla giovane età dei due sposini.

Jo sarà sempre più appassionata alla scrittura, grazie alla quale potrà permettersi di guadagnare qualche soldo per poter aiutare la sua famiglia. Ma con la crescita, la più inquieta e ribelle delle sorelle March mostrerà una gran voglia di uscire dal proprio contesto e ciò la porterà a diventare un'istitutrice, esperienza che le farà conoscere una persona che sconvolgerà per sempre la sua vita e i suoi piani per il futuro.

Beth, invece, sempre più fragile dopo la malattia che l'aveva colpita nel primo libro, dovrà fare i conti con il malessere del proprio corpo, che la condurrà a un tragico destino. Ma la giovane, seppur fiaccata nel fisico, mostrerà una forza d'animo davvero ammirevole.

Amy, infine, la più giovane delle sorelle, non è più una ragazza sciocca e capricciosa, è molto maturata ed è diventata una giovane donna cortese e dai modi raffinati. Grazie al suo farsi voler bene, verrà scelta da una zia come accompagnatrice in un viaggio in Europa, una sorta di "Gran Tour" che le farà conoscere le bellezze artistiche del vecchio continente. E non solo, perchè proprio in quei giorni ritroverà Laurie, vicino di casa e grande amico di tutte e quattro le sorelle, con il cuore infranto dopo che la ragazza che ha sempre amato ha rifiutato il suo amore.

Insomma, sono davvero tanti gli eventi che si susseguono in queste pagine, che ho avuto modo di rileggere integralmente dopo che da bambina ne avevo letto una versione per ragazzi.

Se da piccola avevo apprezzato maggiormente il primo volume, ora devo ammettere di essere rimasta più coinvolta da questo secondo romanzo. Di certo, però, non è mancato il mio dispiacere per la tragica fine di Beth (all'epoca uno dei miei traumi infantili "letterari"): a mio parere, la figura di questa sorella avrebbe potuto essere da spunto per una trama più complessa, capace di far crescere il personaggio e di coinvolgere il lettore, e invece è stata quasi del tutto relegata a un paio di capitoli tristissimi. Anche la storia di Meg, sempre secondo la mia modesta opinione, avrebbe potuto essere approfondita un po' di più.

Le vicende di Jo e Amy, al contrario, occupano la maggior parte dei capitoli. Ricordo che da bambina ci rimasi molto male per la delusione amorosa di Laurie ma ora, rileggendo la storia, comprendo di più le scelte sentimentali compiute dalle due ragazze. Già nella recensione al primo romanzo avevo sottolineato la mia opinione più positiva su Amy, rispetto alla lettura compiuta anni fa, e anche in questo caso confermo la mia opinione, pur rimanendo sempre un po' più affezionata a Jo. Anche la crescita di quest'ultima e le sue vicende sentimentali sono state da me assai apprezzate, così come gli episodi legati alla passione per la scrittura. 

Da ultimo, vorrei sottolineare la modernità dei due genitori March: una coppia che, pur non navigando nell'oro, non interviene nelle scelte sentimentali delle figlie e supporta il matrimonio d'amore e non quello legato a interessi economici. Mi è piaciuto anche un passo in cui Meg chiede consiglio alla madre per dei problemi legati al suo matrimonio e la donna, pur dandole dei consigli, preferisce non intervenire in prima persona, allontanandosi quindi dal classico stereotipo della "suocera impicciona".

Dalle mie parole potete quindi comprendere come anche in questo caso la decisione di (ri)leggere la serie della Alcott sia stata una scelta azzeccata, che mi ha permesso di ritrovare personaggi che avevo amato ma anche di cogliere, nella nuova lettura, altre sfumature e significati. Libri che, se non lo avete già fatto, vi consiglio vivamente di recuperare.



DELLA STESSA AUTRICE:

Piccole donne

giovedì 13 marzo 2025

Le ventisette sveglie di Atena Ferraris

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo di Alice Basso, "Le ventisette sveglie di Atena Ferraris", edito da Garzanti.


Trattasi del primo libro di una nuova serie, che ha per protagonista la trentenne Atena. La giovane è neurodivergente e per questo vive e ragiona in modo differente rispetto alla maggior parte delle persone. Per lei è difficile socializzare e intavolare conversazioni comuni, fatica a esprimersi con la tipica gestualità ed è molto attenta ai particolari che in genere tendono a sfuggire, a scapito di quelli più evidenti. Per aiutarsi a scandire i tempi dedicati alla sua esistenza quotidiana e al suo lavoro (gestisce una rivista di enigmistica online) è solita aiutarsi con le sue sveglie, che scandiscono l'inizio e la fine delle attività delle sue giornate.

Atena ha un fratello gemello, Febo, che è totalmente diverso da lei. Solare e portato alla socialità, è un famoso scrittore. Peccato, però, che al momento stia vivendo un momento di crisi creativa: per questo, la sua agente lo inviterà a vivere delle esperienze in prima persona. E quale occasione migliore per iscriversi a un corso di magia?

Sconvolta dall'ennesima scelta strampalata del fratello, Atena mostrerà tutto il suo disgusto. Ma quando un giorno Febo le telefonerà sconvolto confessandole di aver appena assistito a un omicidio, la nostra protagonista verrà coinvolta suo malgrado in un'avventura della quale faranno parte anche altri due compagni di corso di Febo: l'affascinante Gemma e lo stravagante Jacopo, che sin da subito mostrerà una spiccata attrazione per Atena e per il suo particolare modo di fare. 

Riuscirà quel quartetto di investigatori improvvisati a far luce sul mistero del presunto omicidio? 

La risposta non è così scontata come si potrebbe pensare in un primo momento: l'autrice è stata molto brava a tratteggiare un caso particolarmente complesso, che si evolve a ogni pagina, trasportando il lettore da un'investigazione a un'altra. A mio parere, un paio di passaggi sono un po' inverosimili, ma quando leggo un romanzo sono solita soprassedere su questi aspetti, anche perchè sono dell'idea che non sempre ciò che si legge debba per forza convormarsi in toto con la realtà.

Ho invece gradito tantissimo il personaggio di Atena e sono già curiosa di scoprirla coinvolta in altre avventure e di vedere come si evolverà il suo rapporto con Jacopo. Mi è piaciuta anche la delicatezza, unita al tipico umorismo dell'autrice, con cui è stato affrontato un tema complesso come quello della neuodivergenza/autismo. A tal proposito, ho trovato interessante completare la lettura del romanzo con quella della ricca postfazione. In un mondo dove il conformismo sembra ancora fare da padrone, un personaggio come quello di Atena rappresenta un bel modo di affermare l'importanza dell'unicità di ciascuno di noi.

Un altro elemento che mi ha colpito è stato il rapporto tra Atena e sua madre, raccontato in alcuni flashback. Una donna che le assomiglia molto e che ha provato a suo modo a starle vicino e ad aiutarla. Un personaggio di cui però non si apprende molto, ma sul quale penso verrà fatta luce nei prossimi libri della serie.

Apprezzatissimo, come sempre, il particolare stile di scrittura di Alice Basso, che denota una vastissima proprietà lessicale. Carinissima l'idea dell'inserimento di alcuni giochi enigmistici creati da Atena, sui quali il lettore si può divertire a trovare le soluzioni (o a sbirciarle nelle ultime pagine!).

Un romanzo, quindi, che consiglio a tutti coloro che hanno già letto e apprezzato le serie di Vani Sarca e Anita Bo, ma anche a chi abbia voglia di conoscere la produzione letteraria di quest'autrice attraverso una serie che si preannuncia appassionante tanto quanto le precedenti.


DELLA STESSA AUTRICE:

L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome

Scrivere è un mestiere pericoloso 

Non ditelo allo scrittore

La scrittrice del mistero 

La ghostwriter di Babbo Natale (novella)

Un caso speciale per la ghostwriter 

Il morso della vipera

Il grido della rosa 

Una stella senza luce

Le aquile della notte 

Una festa in nero

martedì 4 marzo 2025

Tatà

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Valérie Perrin, "Tatà", edito da Edizioni e/o.

La vicenda inizia quando la celebre regista francese Agnes, separata con una figlia adolescente, riceverà notizia della morte di sua zia Colette. Ciò la getterà in un profondo stato di confusione perchè la sua tatà (zietta in francese) è deceduta da anni: chi è allora sepolto nella sua tomba?

Una volta varcata la soglia della casa in cui Colette aveva vissuto negli ultimi anni, Agnes scoprirà che la zia le ha lasciato una preziosa eredità: diverse audiocassette in cui la donna racconterà alla nipote la storia della sua vita e delle persone che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, la sua esistenza.

Cassetta dopo cassetta, Agnes si ritroverà sempre più coinvolta nell'ascoltare le confidenze di Colette, che aveva sempre concepito come una persona dalla vita ordinaria, divisa tra la passione per il suo lavoro di calzolaia e l'hobby per il calcio.

Attraverso le parole della zia, anche il lettore, pagina dopo pagina, verrà rapito da una miriade di storie: quella di Colette e della sua famiglia d'origine, quella di suo fratello Jean (padre di Agnes e talentuoso pianista) e della moglie Hannah (un'ebrea scampata per un soffio alla deportazione) e, soprattutto, quella di Blanche, amica d'infanzia di Colette dall'esistenza difficile a causa del padre violento e assassino. 

Ma non saranno solo queste narrazioni che destabilizzeranno Agnes, tanto da farle perdere più volte i sensi: a farle comprendere quanti segreti le sono stati celati dalla sua famiglia sarà un'altra sconvolgente rivelazione, che la metterà di fronte a una verità ancora più scioccante.

Chi segue il mio blog sa che ho letto tutti i romanzi della Perrin e che ritengo che questa autrice sia una delle migliori scrittrici degli ultimi tempi, grazie alla sua capacità di coinvolgere il lettore in storie corali ricche di colpi di scena nelle quali, attraverso uno stile accattivante, vengono affrontate diverse tematiche.

Anche in questo libro ho ritrovato tutto questo, anche se penso che questa volta l'autrice abbia un po' esagerato con le "storie nelle storie". Alcune di esse, infatti, mi sono sembrate ridondanti e poco coese alla narrazione principale, come quella che riguarda uno dei migliori amici di Agnes, ritrovato dalla donna una volta tornata nel paese della zia, o la profonda simpatia nata tra la protagonista e uno dei personaggi secondari, che viene descritta in modo troppo superficiale: era davvero così necessaria? 

Lo stesso personaggio di Colette viene messo talvolta in ombra da tutte queste vicende, tanto che pure la parte che riguarda la sua vita sentimentale viene relegata a una narrazione a mio parere un po' troppo superficiale. 

Insomma, l'impressione che ho avuto leggendo questo romanzo è che l'autrice abbia voluto mettere "troppa carne al fuoco", anche se non posso negare di essere stata comunque coinvolta dal romanzo che, ancora una volta, mi ha confermato il mio interesse per le storie della Perrin. 

Perciò non posso fare altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo, sia se avete già letto gli altri romanzi dell'autrice sia nel caso abbiate voglia di gustarvi una storia corale nella quale si fanno strada segreti di famiglia e tematiche legate alla violenza domestica ma anche all'amore, in tutte le sue forme.



DELLA STESSA AUTRICE:

Cambiare l'acqua ai fiori

Il quaderno dell'amore perduto 

Tre

mercoledì 26 febbraio 2025

Il secondo piano

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo "Il secondo piano", scritto da Ritanna Armeni ed edito da Ponte alle Grazie. 

La storia è ambientata a Roma tra il 1943 e il 1944: la capitale è occupata dai tedeschi, che non smettono di mostrare la loro ferocia contro il popolo ebraico. Dopo il rastrellamento del ghetto, un gruppo di ebrei cercherà rifugio nel convento francescano gestito da madre Ignazia, religiosa di origine tedesca. 

Combattuta tra i valori cristiani e le conseguenze che questa azione potrebbe portare con sè, aiutata dalle altre consorelle, la donna deciderà di ospitare i rifugiati nelle stanze del secondo piano, da tempo disabitate.

Quella che, però, sembrerebbe un'ottima soluzione, sarà messa in discussione da un evento che scombussolerà nuovamente la routine del convento: alcuni nazisti decideranno di creare un'infermeria al piano terra. Le suore si troveranno così proprio nel mezzo, con il gruppo di ebrei al piano di sopra e i tedeschi al piano di sotto, con il costante timore che questi posssano scoprire la presenza dei rifugiati. Fino a quando...

Ho scoperto questo libro grazie al blog Penna D'oro gestito da Aquila Reale, la quale ha recensito il romanzo nel giorno della Memoria e che colgo l'occasione di ringraziare per la storia interessante che mi ha fatto conoscere.

Sono infatti rimasta molto coinvolta dalla vicenda narrata che non solo viene raccontata attraverso i vari capitoli scritti in terza persona, ma anche con approfondimenti storici ben amalgamati nel testo e alcune parti dedicate alle pagine di diario delle suore, nelle quali si percepisce tutto il loro timore ma anche la grande fede in Dio e nella Madonna. 

La letteratura legata alla seconda guerra mondiale e alla persecuzione degli ebrei è molto ricca ma, come scrive anche l'autrice nella postfazione, il ruolo della Chiesa è ancora oggi oggetto di diverse discussioni e su di esso permangono ancora un bel po' di lati oscuri. Di certo non si può negare il ruolo importante dei conventi, che grazie a questo romanzo viene messo in luce, facendo conoscere a chi legge aspetti inediti legati a questo periodo così tumultuoso. 

Dal punto di vista stilistico, la narrazione è semplice, scorrevole e il ritmo fluido. Mi sarebbe però piaciuto un maggior approfondimento psicologico dei sentimenti delle suore e un focus più dettagliato delle singole personalità del gruppo di ebrei, che tende a rimanere sullo sfondo. 

Ma, a parte questo elemento legato più che altri a gusti personali, ritengo questa storia una lettura da non trascurare e la consiglio a chiunque abbia voglia di leggere un libro legato al periodo della seconda guerra mondiale, attraverso una prospettiva inedita e per questo molto interessante e capace di accrescere la vostra conoscenza su uno dei capitoli più bui della Storia del Novecento.

giovedì 13 febbraio 2025

La vita a volte capita

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Lorenzo Marone, "La vita a volte capita", edito da Feltrinelli.

Trattasi del seguito de "La tentazione di essere felici", storia che ci ha fatto conoscere e amare il cinico e disincantato Cesare Annunziata. In questo secondo libro, il lettore lo potrà ritrovare ormai ottantenne, alle prese non solo con le sue riflessioni sul senso della vita, ma anche con il caldo mese d'agosto.

In un periodo dove il tempo sembra sospeso, in una Napoli semideserta presa in ostaggio dai cantieri, il nostro protagonista si ritroverà a fare da dog sitter a Batman, il cane di sua figlia Sveva, partita per le vacanze con il compagno. E sarà grazie al suo nuovo amico a quattro zampe che Cesare inizierà a frequentare i giardinetti, dove noterà un'eccentrica ragazza che piange.

Scoprire il motivo della tristezza della giovane diventerà il suo obiettivo primario, tanto che l'anziano utilizzerà tutti i modi, leciti e non, per poter avvicinarsi a quella ragazza.

A caratterizzare le sue giornate, però, ci saranno anche l'amico di sempre Marino, un uomo mite e placido con il quale si ritroverà a giocare sempre la stessa partita a scacchi; la dirimpettaia Eleonora, che gli affiderà un compito particolare legato ai gatti che ospita da anni nella sua casa; e una stramba adolescente che si diverte a fare l'influencer nel cortile condominiale. 

Circondato da queste persone, Cesare vivrà la sua personalissima estate, caratterizzata anche dalle numerose riflessioni notturne legate alla vera natura del suo rapporto con la moglie morta e ad alcuni rimpianti che provengono dal suo passato e che riguardano i rapporti con i suoi figli. Senza rinunciare ad alcuni peccatucci, come qualche sigaretta fumata di nascosto...

E' stato molto piacevole ritrovare il protagonista di un romanzo che, sebbene abbia letto anni fa, ricordo ancora con molto affetto. La storia, come la maggior parte dei romanzi dell'autore, è molto riflessiva e lo stile riflette questa peculiarità attraverso l'utilizzo di una prosa quasi poetica.

Dal punto di vista narrativo, la trama non è caratterizzata da numerosi eventi: in qualche modo, infatti, sembra rispecchiare il ritmo lento delle giornate agostane, ma non per questo risulta poco interessante, anzi, la storia mi ha coinvolta dall'inizio alla fine proprio grazie alla profondità dei pensieri di Cesare e alle sue azioni. 

Un romanzo, quindi, che consiglio vivamente a tutti coloro che hanno amato e apprezzato "La tentazione di essere felici". Agli altri, invece, raccomando di conoscere Cesare attraverso la lettura del precedente libro.

 

 

DELLO STESSO AUTORE

Magari domani resto

Un ragazzo normale 

La tentazione di essere felici

Tutto sarà perfetto 

La tristezza ha il sonno leggero

La donna degli alberi 

Le madri non dormono mai

Sono tornato per te 

lunedì 3 febbraio 2025

Il ritorno di Rachel Price

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Holly Jackson, "Il ritorno di Rachel Price", edito da Rizzoli.

Protagonista è una ragazza di diciotto anni, Annabel detta Bel, che da sempre vive con il padre Charlie. La madre Rachel, invece, è misteriosamente scomparsa sedici anni prima, dopo aver abbandonato Bel sulla sua automobile. La ragazza è stata profondamente segnata da questo avvenimento e ha sviluppato un carattere introverso e solitario, allontanando chiunque voglia fare amicizia con lei, a eccezione della cugina Carter.

Dato che il nonno paterno è ammalato e ciò comporta delle notevoli spese, Charlie e suo fratello Jeff decideranno di acconsentire alla produzione di un documentario, che ripercorre il mistero legato alla scomparsa di Rachel. Sebbene ciò significhi rivangare un passato doloroso, Bel si sottoporrà suo malgrado alle interviste, attraverso le quali conoscerà l'eccentrico Ash, parente del produttore del documentario. 

Ma, quando ormai le riprese staranno per terminare, un vero e proprio colpo di scena sconvolgerà la vita di Bel e di tutta la sua famiglia: Rachel riapparirà dicendo di essere scappata da una misteriosa persona che per tutti quegli anni l'ha rapita e l'ha tenuta prigioniera.

Il ritorno di Rachel romperà la tranquilla esistenza del marito Charlie e di sua figlia Bel, la quale nutre da sempre il dubbio di essere stata abbandonata. Ma i suoi sospetti si faranno più fondati quando si accorgerà che la donna, nei suoi discorsi, inizierà a contraddirsi. Perchè? 

Aiutata da Ash, Bel proverà a far luce sulla reale dinamica del rapimento di Rachel, che la porterà a scontrarsi con la vera natura dei suoi familiari. Fino a quando, anche il padre di Bel scomparirà nel nulla...

Dopo aver apprezzato la trilogia de "Le brave ragazze" e il romanzo autoconclusivo "Five survive", ero molto curiosa di leggere la nuova pubblicazione della Jackson.

Anche questa storia mi ha coinvolto tantissimo, la trama gialla è davvero molto originale, ricca di colpi di scena e dal finale perfetto. Mi è piaciuto verificare come alla fine ogni elemento trovasse la propria giustificazione all'interno dell'intreccio narrativo. 

Unica pecca, a mio parere, riguarda lo stile, a tratti lento ed eccessivamente descrittivo nelle parti che riguardano lo stato d'animo della protagonista. Penso che in un romanzo di questo genere, un ritmo più incalzante aiuti il lettore a immergersi maggiormente nell'atmosfera. In questo caso, qualche pagina in meno e un andamento più sostenuto avrebbero giovato alla narrazione.

Nonostante questo, però, sono rimasta molto soddifatta di questa lettura, che consiglio a tutti gli amanti dei romanzi di questa autrice e a tutti coloro che abbiano voglia di leggere un giallo youg adult in cui, a farla da padrone, sono i segreti di famiglia. 



DELLA STESSA AUTRICE:

Come uccidono le brave ragazze

Brave ragazze, cattivo sangue 

Una brava ragazza è una ragazza morta

Kill joy 

Five survive