martedì 4 marzo 2025

Tatà

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Valérie Perrin, "Tatà", edito da Edizioni e/o.

La vicenda inizia quando la celebre regista francese Agnes, separata con una figlia adolescente, riceverà notizia della morte di sua zia Colette. Ciò la getterà in un profondo stato di confusione perchè la sua tatà (zietta in francese) è deceduta da anni: chi è allora sepolto nella sua tomba?

Una volta varcata la soglia della casa in cui Colette aveva vissuto negli ultimi anni, Agnes scoprirà che la zia le ha lasciato una preziosa eredità: diverse audiocassette in cui la donna racconterà alla nipote la storia della sua vita e delle persone che hanno caratterizzato, nel bene e nel male, la sua esistenza.

Cassetta dopo cassetta, Agnes si ritroverà sempre più coinvolta nell'ascoltare le confidenze di Colette, che aveva sempre concepito come una persona dalla vita ordinaria, divisa tra la passione per il suo lavoro di calzolaia e l'hobby per il calcio.

Attraverso le parole della zia, anche il lettore, pagina dopo pagina, verrà rapito da una miriade di storie: quella di Colette e della sua famiglia d'origine, quella di suo fratello Jean (padre di Agnes e talentuoso pianista) e della moglie Hannah (un'ebrea scampata per un soffio alla deportazione) e, soprattutto, quella di Blanche, amica d'infanzia di Colette dall'esistenza difficile a causa del padre violento e assassino. 

Ma non saranno solo queste narrazioni che destabilizzeranno Agnes, tanto da farle perdere più volte i sensi: a farle comprendere quanti segreti le sono stati celati dalla sua famiglia sarà un'altra sconvolgente rivelazione, che la metterà di fronte a una verità ancora più scioccante.

Chi segue il mio blog sa che ho letto tutti i romanzi della Perrin e che ritengo che questa autrice sia una delle migliori scrittrici degli ultimi tempi, grazie alla sua capacità di coinvolgere il lettore in storie corali ricche di colpi di scena nelle quali, attraverso uno stile accattivante, vengono affrontate diverse tematiche.

Anche in questo libro ho ritrovato tutto questo, anche se penso che questa volta l'autrice abbia un po' esagerato con le "storie nelle storie". Alcune di esse, infatti, mi sono sembrate ridondanti e poco coese alla narrazione principale, come quella che riguarda uno dei migliori amici di Agnes, ritrovato dalla donna una volta tornata nel paese della zia, o la profonda simpatia nata tra la protagonista e uno dei personaggi secondari, che viene descritta in modo troppo superficiale: era davvero così necessaria? 

Lo stesso personaggio di Colette viene messo talvolta in ombra da tutte queste vicende, tanto che pure la parte che riguarda la sua vita sentimentale viene relegata a una narrazione a mio parere un po' troppo superficiale. 

Insomma, l'impressione che ho avuto leggendo questo romanzo è che l'autrice abbia voluto mettere "troppa carne al fuoco", anche se non posso negare di essere stata comunque coinvolta dal romanzo che, ancora una volta, mi ha confermato il mio interesse per le storie della Perrin. 

Perciò non posso fare altro che consigliarvi la lettura di questo romanzo, sia se avete già letto gli altri romanzi dell'autrice sia nel caso abbiate voglia di gustarvi una storia corale nella quale si fanno strada segreti di famiglia e tematiche legate alla violenza domestica ma anche all'amore, in tutte le sue forme.



DELLA STESSA AUTRICE:

Cambiare l'acqua ai fiori

Il quaderno dell'amore perduto 

Tre