Cari lettori, oggi vi voglio parlare del romanzo di Lucinda Riley, "La ragazza italiana", edito da Giunti.
Roberto, già celebre cantante d'opera, notando la straordinaria voce di Rosanna durante la festa per l'anniversario dei suoi genitori, la sprona a coltivare il suo talento, invitandola a prendere lezioni di canto dal suo vecchio maestro.
Grazie all'aiuto del fratello Luca, Rosanna inizierà a studiare e a perfezionare il suo dono più prezioso e questo sarà solo l'inizio di un percorso che la porterà da Napoli a Milano e poi da Londra a New York, sui palchi dei più celebri teatri, cantando le arie delle opere più famose.
Durante la sua scalata al successo, il supporto di Roberto porterà la giovane a ravvivare quel sentimento che già aveva provato il giorno del loro primo incontro, che all'epoca l'aveva addirittura portata a scrivere sulle pagine del suo diario segreto il proposito di volerlo sposare.
Ma Roberto non è il classico principe azzurro delle favole, come più volte si illude la nostra protagonista, ma un uomo che ama nutrire il proprio ego non solo con il successo, ma anche con relazioni che hanno l'unico scopo di divertirlo, senza curarsi dei sentimenti delle sue partner e neppure delle possibili conseguenze...
Con Rosanna, però, anche un dongiovanni come Roberto sembrerà voler cambiare vita e iniziare finalmente a costruire uno stabile percorso sentimentale, ma vecchi rancori e il difficile equilibrio tra la vita pubblica e quella privata renderanno i suoi buoni propositi molto più difficili da rispettare.
E' sempre molto piacevole leggere un romanzo di Lucinda Riley: le sue storie, ambientate in epoche e contesti affascinanti, coinvolgono il lettore, facendogli soprassedere sull'elevato numero delle pagine dei suoi libri.
Questo romanzo, però, seppur pubblicato in Italia pochi anni fa, è uno dei primi di quest'autrice e ciò lo si nota dallo stile un po' acerbo e dalla mancanza di alternanza tra passato e presente, espediente molto utilizzato, e personalmente assai apprezzato, nei romanzi di Lucinda.
Ho comunque molto gradito il contesto operistico in cui l'autrice ha deciso di ambientare la sua storia, che ho trovato davvero molto originale, così come i diversi risvolti della trama, che non sono nè banali nè scontati.
Per quanto riguarda i due personaggi principali, però, ammetto di non aver pienamente empatizzato con i due protagonisti: per buona parte del romanzo ho trovato Rosanna un po' troppo immatura e ingenua, anche se poi ne ho apprezzato la crescita; per quanto riguarda invece Roberto, la mia opinione è del tutto negativa, avendolo trovato un personaggio davvero debole ed egoista.
Al contrario, ho trovato molto interessanti sia le personalità sia le sotto trame create dai personaggi secondari del romanzo, come quelle legate alle vicende sentimentali (e non solo) del fratello Luca e della sorella Abi, ma mi sarebbe piaciuto che l'autrice avesse approfondito anche la storia della sorella Carlotta, che a mio parere compare davvero troppo poco nella narrazione e che, sempre a mio avviso, avrebbe potuto rivelarsi un ottimo personaggio all'interno delle dinamiche narrative principali.
Questo però non va a intaccare il giudizio comunque positivo che ho di questa lettura, anche perchè penso che la scrittrice sia stata davvero coraggiosa ad affrontare una tematica sentimentale davvero ardua, ovvero quello dell'amore malato, in cui la passione acceca ogni barlume di razionalità.
Da qui la riflessione sul fatto che la caratterizzazione dei due protagonisti sia stata delineata in quel modo proprio per far provare al lettore dei sentimenti non del tutto positivi riguardo ai loro comportamenti, data appunto la tipologia d'amore provato.
Una lettura, quindi, che vi consiglio di affrontare non solo se siete amanti di questa autrice, ma anche qualora abbiate voglia di leggere un romanzo d'amore che però vi racconti questo sentimento da una prospettiva più insolita e meno idilliaca.
DELLA STESSA AUTRICE:
Il segreto della bambina sulla scogliera
Le sette sorelle. La storia di Maia
Il profumo della rosa di mezzanotte
Ciao Ariel, devo confessare di non essere una lettrice appassionata di storie d'amore ma, la tua bella recensione, mi ha incuriosita come fonte di riflessione sulle difficoltà che una coppia deve affrontare :)
RispondiEliminaCiao Aquila, come hai scritto, questa storia è molto particolare, pur parlando d'amore, quindi potrebbe interessarti ;-)
Eliminaho appena terminato, con una punta di tristezza, la saga delle sette sorelle; fortunatamente ci sono libri di lucinda che ancora non leggo, tipo questo!
RispondiEliminaLa saga delle sette sorelle è stato un bellissimo viaggio anche per me... goditi la lettura dei romanzi che ancora ti restano, a me ne manca solo uno...
EliminaDi questa autrice ho letto solo Delitti a Fleat House. Mi era piaciuto molto, ne ho un buon ricordo
RispondiEliminaCiao Fra, "Delitti a Fleat House" fa parte di un genere diverso rispetto a quello abitualmente trattato dall'autrice, ma è comunque una bella lettura, che ha confermato la sua versatilità ;-)
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