lunedì 18 giugno 2018

La lanterna dell'amicizia- Ora possiamo rimanere qui?

Cari lettori, buon inizio di settimana! Oggi per voi l'ottavo capitolo della mia breve storia per bambini, dal titolo "Ora possiamo rimanere qui?". In esso i genitori di Amina tentano di convincere il loro argigno padrone di casa a essere clemente, ma non sanno che la loro bambina ha un inaspettato asso nella manica ancora tutto da giocare...



Questa volta Amina non dovette aspettare molto nel ricevere la sua risposta: erano passati pochissimi giorni quando, una mattina, si accorse di una busta bianca nella cassetta delle lettere. Ancora una volta, senza farsi accorgere dai suoi genitori, prese il messaggio misterioso, lo nascose nella tasca e, quando i suoi genitori uscirono, si fece coraggio e lo aprì. Quando vide che dentro vi era non solo la cifra che aveva chiesto, ma anche qualcosa in più, non poté fare a meno di sorridere e di augurare ogni bene possibile alla sua misteriosa amica. 


 Tutta contenta prese i soldi e li mise nel piccolo salvadanaio che tenevano in camera da letto, pensando che, finalmente, nessuno avrebbe potuto cacciarli via, nemmeno quell’uomo cattivo.


 Il giorno dopo i suoi genitori erano molto agitati: era infatti scaduto il termine per il pagamento dell’affitto, e il padrone di casa avrebbe potuto giungere da loro in ogni momento.

 «Cosa potremo dirgli?» chiedeva la mamma al suo papà triste e preoccupata, senza smettere di camminare avanti e indietro per lo stretto corridoio che collegava la cucina con la stanza.

 «Gli chiederemo ancora un po’ di tempo, stai tranquilla, in fondo non è un uomo cattivo» cercava di rassicurarla il marito, ma Amina capiva che anche lui era molto preoccupato e che non credeva a quello che aveva appena detto.


 Quando udirono lo squillo del campanello sobbalzarono tutti e tre: i genitori perché non sapevano più come fare per convincere il padrone a farli rimanere in quella casa e Amina perché non aveva trovato ancora il modo di dir loro che, nel salvadanaio, erano comparsi i soldi che mancavano.


 Con un sospiro di rassegnazione il padre andò ad aprire la porta e, dopo aver fatto accomodare il padrone, cercò di spiegargli con calma la situazione:

 «Non avete ancora tutti i soldi per l’affitto? Basta, sono stufo! Vi lascio una settimana  per sgomberare l’appartamento dalle vostre cose!»

 «Per favore, ci dia un altro po’ di tempo, ce la faremo a pagarla, ci servono solo alcuni giorni in più!» tentò di convincerlo il padre, mentre la madre si girò verso la finestra per nascondere  la sua angoscia.


 Di fronte a questa situazione, Amina decise di prendere coraggio e di affrontare la situazione: non poteva più starsene zitta e vedere i suoi genitori così disperati! Si alzò di scatto dalla sedia su cui era seduta, corse in camera, prese il salvadanaio e, sempre di corsa, lo posò nelle mani di quel brutto signore cattivo che, per la prima volta, sembrò accorgersi di lei e, sorpreso, guardò quello che le aveva messo in mano con un sentimento di sorpresa misto a disgusto, come se la bambina gli avesse appena lanciato una bomba.

 «Qui ci sono dentro i soldi che vuole» aggiunse timidamente, facendo appello a tutto il suo coraggio.

 «Ah sì? Ci sono dentro per caso le tue mance?» le domandò con un sorrisetto mentre, con la mano, stappò il grosso tappo circolare che chiudeva il salvadanaio. Tappo dal quale sgusciò una grossa banconota da cinquecento euro. 

 A questa scoperta seguì un lungo silenzio, che fu interrotto solo da Amina la quale, ancor più timidamente, gli domandò:

«Ora possiamo rimanere qui?».

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