venerdì 8 luglio 2016

La lingua italiana durante il fascismo

Cari lettori, oggi per la rubrica culturale del mio blog, mi piacerebbe parlarvi di un aspetto non molto noto legato al periodo fascista, ovvero la politica tenuta nei confronti della nostra lingua.

Durante questo periodo l'ideologia fascista condannò ogni forma di dialetto e di termini stranieri, cercando di proporre alla gente una  lingua nazionale, che venne inoltre introdotta nell'insegnamento scolastico. Per questo furono anche perseguitate le minoranze linguistiche. 

Sempre per raggiungere questo scopo, ovvero quello di costruire una lingua pura e nazionale, vennero consultati molti linguisti, per vagliare e sostituire i termini stranieri con degli equivalenti italiani. Queste furono le proposte di cambiamento portate avanti dagli studiosi, soprattutto da Bruno Migliorini, che coinvolsero anche termini che evocavano Stati diversi da quello italiano:

festival ----> festivale
parquet ----> parchetto
gin ----> gineprella
cognac/brandy ----> ratafià 
cocktail ----> arlecchino
hotel ----> albergo
garage ----> rimessa
bar ----> bettolino, quisibeve, taberna potoria, ber, barro, bara, mescita, liquoreria, taverna 
record ----> primato
menù ----> lista
vernissage ----> vernice
bordeaux ----> color barolo
principe di Galles ----> tessuto principe
film ----> pellicola
apache ----> teppista
clacson ----> tromba, sirena
roulotte ----> carovana
insalata russa ----> insalata tricolore
chiave inglese ----> chiave morsa


In seguito, intorno alla metà degli anni trenta, i termini stranieri furono vietati categoricamente nei giornali, nelle intestazioni delle ditte e nelle campagne pubblicitarie.  

Queste idee sono il riflesso della xenofobia dell'epoca unita alla concezione autarchica della nazione italiana, ma mi è piaciuto ricordarle perchè mi è sembrata una curiosità molto particolare: certi termini sono comunque di uso comune, come "albergo", "carovana", "rimessa" ma... chissà cosa direbbe un barista oggi se gli dovessimo ordinare un "arlecchino" o un nostro amico se lo dovessimo invitare in un "quisibeve"? 

P.s. per le informazioni qui trovate ringrazio gli autori del saggio che potete trovare a questo link: http://www.eer.cz/files/6-4-Cardia.pdf

22 commenti:

  1. Buon pomeriggio Ariel! Le tue rubriche sono sempre molto interessanti e diverse. E' bello leggere cose diverse dalla solita recensione dell' ultimo libro in uscita. Scusa se sono stata assente in questi giorni, oggi ho un pò di tempo libero da dedicare ai miei blog preferiti e non ho esitato nel passare da te! Continua così curiosa di leggere il tuo prossimo post, cosa ti inventerai? A presto, Rosa.

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    1. Ciao Rosa, grazie, mi fa molto piacere che apprezzi le mie rubriche: non posso rivelarti il prossimo argomento, ma ti aspetto! ;-)

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  2. davvero molto interessante Ariel, complimenti! ^_^

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  3. bel posto, gli anni del fascismo mi interessano molto e ho apprezzato quest'argomento, che ricordo mi restò impresso sin dai tempi delle medie, quando lessi un paragrafo su come cambiò il modo di intendere e condividere la cultura, il cinema ecc in quegli anni.

    A quali follie, in questo caso ridicole, in un certo senso, arriva la mente dell'uomo quando adotta modi di pensare e vedere il mondo estremiste... :/

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    1. volevo dire POST non posto, il duce mi ha confusa, lui di certo avrebbe preferito la parola articolo :-D

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    2. E' vero Angela, la mente dell'uomo può arrivare proprio a delle vere e proprie follie, come quella di contrastare la naturalezza del linguaggio per subordinarla a dei fini propagandistici

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    3. P.s eh sì, non avrebbe di certo tollerato il termine "post", ma neppure "blog"! Chissà con che parola lo avrebbe fatto sostituire?

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  4. ciao ariel
    è verissimo quello che pubblichi nell epoca fascista era proprio bandita ogni parola straniera...pensa te che assurdo...
    ti auguro un buon we

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    1. Veramente assurdo... grazie Daniela, buon week end anche a te :-)

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  5. La storia della lingua italiana è affascinante, anche quando (purtroppo) subisce costrizioni, come in questo caso. Pure il Lei era malvisto, in epoca fascista, e gli si preferiva il Voi che con la caduta della dittatura ha invece iniziato a perdere terreno, tanto che oggi non si usa quasi più. Per non parlare di quando e come sono nate le forme di cortesia, dei passaggi che dal latino hanno condotto all’italiano, muovendosi dentro il volgare.
    Ok, si vede che sono una linguista? ;)

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    1. Ciao Monica, anche a me era piaciuto molto studiare i vari passaggi dal latino all'italiano all'università! Un argomento complesso ma che affascina...

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  6. Ciao! Interessante questo post, mi ha fatto ripensare a tutti i racconti dei miei nonni!
    Purtroppo la lingua italiana è passata anche attraverso queste costrizioni e queste fasi negative... l'importante è che la sua ricchezza non si sia persa.
    A presto :-)

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  7. Ciao! Questo è un post davvero molto interessante, anche se sono morta dal ridere con quei termini semi arcaici ahahah
    "Il proprietario di quella carovana color barolo suona la sirena ogni volta che esce dalla rimessa, perbaccolino!"
    Scusa la stupidità ahahah
    Giuro, sono seria a volte!
    A presto :)
    -G

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    1. Ahah, molto divertente la frase ;-)
      In effetti molti termini sono alquanto ridicoli!

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  8. Il tuo blog é davvero una grande fonte d'ispirazione :)

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  9. Buona settimana Ariel!
    Che bella idea quella di dare spazio alla cultura :) Leggere questi post è davvero interessante!

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    1. Grazie, buona settimana anche a te! Mi fa piacere che ti piaccia questo genere di post:-)

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  10. Questo articolo l'ho trovato davvero interessante!! :)

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