lunedì 20 novembre 2017

Il mio perfetto vestito portafortuna

Cari lettori, buon inizio di settimana! Oggi per voi una nuova recensione: questa volta vi parlerò de "Il mio perfetto vestito portafortuna" di Manuela Chiarottino, edito da La Corte Editore.

In questo periodo avevo proprio voglia di leggere un bel romanzo chick lit, uno di quelli con una protagonista comune alle prese con le avventure e le disavventure della vita moderna, il tutto raccontato con uno stile semplice e ironico e, leggendo questo romanzo, ho potuto trovare tutto quello che stavo cercando.

Protagonista di questa storia è Arianna, una ragazza single che vive a Milano con il suo gatto Prince. Lavora come giornalista per una rivista femminile dove, con suo disappunto, le fanno scrivere articoli incentrati esclusivamente sul gossip del momento. Arianna, invece, vorrebbe scrivere su altri argomenti, e dare maggior rilievo e visibilità a quelle donne che, grazie alla loro intelligenza e abilità, hanno contribuito a migliorare la nostra società, donne per lo più sconosciute al grande pubblico, come, per esempio, la prima direttrice d'orchestra. Il suo capo, però, non accetta le sue idee, perciò la ragazza deve per forza rassegnarsi.

La ragazza, inoltre, nutre una profonda attrazione per un affascinante avvocato che incontra quasi tutti i giorni nell'ascensore del palazzo in cui lavora: peccato però che non la degni di uno sguardo e che, per la maggior parte delle volte, sia accompagnato da ragazze biondissime e bellissime. Nonostante la sua migliore amica (felicemente accoppiata) tenti di farle conoscere dei ragazzi attraverso delle "cene a quattro" a casa sua, Arianna non riesce a togliersi dalla testa il suo avvocato e neppure l'ultimo ragazzo conosciuto a cena, Mattia, sembra interessarle, anzi, quel ragazzo le suscita da subito una profonda antipatia. 

Insomma, la vita di Arianna non è molto soddisfacente: per fortuna che, a consolarla, ci pensa lo shopping, vera e propria passione della ragazza, che, già dai primi capitoli della storia, sembra aver messo gli occhi su un fantastico tubino nero, per il quale farà carte false pur di ottenerlo nel periodo dei saldi.

Il tubino rappresenterà per Arianna un vero e proprio punto di svolta nella sua vita: dal suo acquisto, infatti, le cose sembreranno assumere un'altra piega. La nostra protagonista infatti inizierà a ottenere inaspettati successi sul lavoro e (forse) anche la sua storia platonica con il bell'avvocato potrebbe presto diventare realtà. Che ci sia sotto una magia? Sarà proprio vero che il tubino porta fortuna? O è solo la nostra protagonista che, grazie a lui, comincerà a credere un po' più in se stessa? Ma poi, siamo proprio sicuri che i successi che il tubino le ha portato siano veramente la chiave per raggiungere la felicità?

Ovviamente per scoprirlo non vi resta che leggere il romanzo, una lettura davvero spassosa e divertente, che si legge quasi tutta d'un fiato. La storia è molto fedele alla classica struttura del romanzo chik lit ed è perciò adattissimo alle sue estimatrici, ma anche a chi abbia voglia di leggere una storia con una protagonista nella quale è facile riconoscerci, alla prese con i problemi della vita quotidiana. Azzeccato lo stile ironico e scorrevole così come la scena finale, rivelatrice del vero rapporto tra Arianna e il suo specialissimo "vestito portafortuna".

10 commenti:

  1. Io non amo questo tipologia di romanzi, ma è sempre bello leggere i pareri di lettrici accanite come me ☺

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    1. A me piace molto, è uno dei miei generi preferiti :-)

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  2. Che bello Ariel me lo segno subito

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  3. ciao ariel
    m affascina nella storia che si parli del mondo del giornalismo, e che ovviamente ci sia anche una storia d amore...bello spunto di lettura!
    ti auguro una buona settimana

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    1. Ciao Daniela, sì, è una storia molto carina anche perchè ci sono vari elementi interessanti! Buona settimana anche a te :-)

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  4. Ciao Ariel! Carino per evadere un po' dai soliti thriller...sembra in stile Sophie Kinsella, o sbaglio? Un abbraccio

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    1. Ciao Piera, sì, è in stile "Kinsella", per questo mi è piaciuto molto ;-)

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