sabato 16 giugno 2018

Tre e sei morto

Cari lettori, il post di oggi è dedicato alla recensione del romanzo "Tre e sei morto" di Janet Evanovich, edito da Salani. Il libro fa parte della serie dedicata alle tragicomiche avventure di Stephanie Plam, cacciatrice di taglie per conto dell'antipatico cugino Vinnie.

In questo nuovo capitolo della serie ritroviamo la nostra simpatica e ironica protagonista, questa volta alla prese con la ricerca di Mo Bedemier, un gelataio/pasticciere conosciuto da tutti gli abitanti del quartiere. Nessuno riesce a spiegarsi la sua latitanza, anche perchè trattasi di una persona di tutto rispetto, di quelle che "non farebbe mai del male neppure a una mosca". Stephanie sentirà ripetersi un'infinità di volte questa frase, tanto da venir  considerata dalla maggior parte della gente come la "cattiva" della situazione.

Ma la figura di Mo, all'apparenza connotata da un'aura d'integrità che non sembra scalfibile da niente e da nessuno, nasconde in realtà molte zone d'ombra: a partire dalla sua latitanza, cominceranno a morire i principali spacciatori della zona, per non parlare poi dei ben quatto cadaveri che verranno ritrovati nascosti nel suo negozio!

Ancora una volta, quindi, Stephanie, armata di una buona dose di coraggio e di un pizzico d'incoscienza, si ritroverà coinvolta in una situazione davvero molto pericolosa, e che più volte le farà rischiare la vita. Al suo fianco non mancherà Lula, archivista ed ex prostituta, e Joe Morelli, l'affascinante poliziotto per il quale la nostra protagonista prova sentimenti contrastanti. 

Come i due episodi precedenti, la storia è molto ironica, divertente e il finale non del tutto banale: il ritmo è molto veloce, soprattutto per i numerosi dialoghi, e le avventure dei personaggi sono descritti in modo brioso e comico, al limite dell'inverosimile. Una storia adatta per trascorrere qualche momento di relax senza rinunciare a qualche sana risata.
 
 
DELLA STESSA AUTRICE:
 

giovedì 14 giugno 2018

Per lanciarsi dalle stelle

Cari lettori, oggi vi voglio segnalare l'uscita di un libro che sono molto curiosa di leggere, scritto da Chiara Parenti:

TRAMA (da amazon)

Fai almeno una volta al giorno una cosa che ti spaventi e vedrai che troverai la forza per farne altre. Sono queste le parole che Sole trova nella lettera che la sua migliore amica le ha scritto poco prima di ripartire per Parigi, subito dopo l’unico litigio della loro vita. Quel litigio di cui Sole si pentirà per sempre, perché non rivedrà mai più Stella, la persona più importante per lei. Sole non smette di guardare quel foglio perché, anche se ha solo venticinque anni, non c’è nulla di più difficile per lei che superare le proprie paure. Sa che, se le tiene strette a sé, non c’è nulla da rischiare: il lavoro sicuro per cui ha rinunciato al sogno di fare l’università; il primo bacio mai dato perché è meno pericoloso immaginarlo tra le pagine di un libro che viverlo realmente. Ma ora Sole non può più aspettare. Lo deve alla sua amica. Così per cento giorni affronta una paura alla volta: dal lanciarsi con il paracadute al salire sulle montagne russe; dall’attraversare un bosco sotto il cielo stellato al fare un viaggio da sola a Parigi. Giorno dopo giorno, scopre il piacere dell’imprevisto e dell’adrenalina che le fa battere il cuore. A sostenerla c’è Samanta, un’adolescente in lotta con il mondo che ha paura persino della sua immagine riflessa. Rivedendosi in lei, Sole prova a smuovere la sua insicurezza e a insegnarle ciò che ha appena imparato: è normale avere paura, quello che serve è solo un unico, singolo, magnifico istante senza di essa. Ma c’è un unico istante che Sole non è ancora pronta a vivere. L’istante in cui deve confessare la verità al ragazzo di cui è da sempre innamorata. Una prova più difficile di tutte le altre. Perché anche l’amore può vestirsi d’abitudine e confondere. E per amare davvero bisogna essere pronti a mettersi in gioco. Perché persino i sogni possono cambiare quando sono solo una favola.
Dopo il successo della Voce nascosta delle pietre, Chiara Parenti regala ai suoi lettori un nuovo romanzo che ci insegna a guardare dentro noi stessi. Una storia sull’importanza di assaporare ogni attimo, di non perdere le occasioni della vita. Una storia sull’amicizia che quando è sincera scava dentro anche se fa male. Una storia sul coraggio di guardare oltre la paura per toccare le stelle.

mercoledì 13 giugno 2018

25 indiscrete domande cinematografiche

Cari lettori, il post di oggi è dedicato a un tag tutto riferito al magico mondo del cinema, per il quale sono stata taggata dalla blogger Sinforosa di http://sinforosacastoro.blogspot.com/, un blog che vi invito a visitare. Ma cominciamo subito con le domande:

 

1. Il personaggio cinematografico che vorrei essere

Mi piacerebbe essere Elizabeth Bennet di "Orgoglio e pregiudizio" nell'omonimo film del 2005.

2. Genere che amo e genere che odio

Adoro le commedie romantiche, i film musicali e i thriller. Non amo gli horror, i fantasy e quelli di fantascienza.

3. Film in lingua originale o doppiati?

Doppiati, non possiedo una tale padronanza in nessuna lingua straniera, purtroppo!

4. L'ultimo film che ho comprato

Nessuno, perchè non compro film: preferisco guardarli in tv oppure prendere in prestito il dvd in biblioteca.

5. Sei mai andato al cinema da solo?

Una volta sola: generalmente preferisco andarci in compagnia, dato che ci vado molto raramente.

6. Cosa penso dei Blue Ray

Nulla... non li ho mai utilizzati!

7. Che rapporto hai con il 3D?

Pessimo, mi dà fastidio e mi distrae dalla trama!

8. Cosa rende un film uno dei miei preferiti?

Un film rientra nei miei preferiti se la trama e la bravura degli attori mi coinvolgono facendomi immedesimare nella storia. Inoltre, tendo a prestare molta attenzione anche al tipo di messaggio che vuole trasmettere la rappresentazione.

9. Preferisco vedere i film da solo o in compagnia?

Al cinema preferisco la compagnia, nelle altre occasioni è indifferente.

10. Ultimo film che ho visto

"Ricatto d'amore" un paio di giorni fa in televisione: una commedia romantica con Sandra Bullock che ho trovato molto simpatica e divertente!

11. Un film che mi ha fatto riflettere

Al momento mi viene in mente "Il bambino con il pigiama a righe", una storia che ci fa comprendere l'innocenza dei bambini, che non guarda alle differenze sociali, etniche e culturali come pretesti per generare odio e guerra.

12. Un film che mi ha fatto ridere

Quelli di Checco Zalone (li ho visti tutti tranne l'ultimo), ma anche i lungometraggi di Mr. Bean. Inoltre, ho adorato l'umorismo di "Sister Act" e di "Ricatto d'amore" che ho nominato nella domanda 10.

13. Un film che mi ha fatto piangere

Tra tutti i film che ho visto, penso che i più tragici siano stati "Ghost" e "Hachiko", oltre al già citato "Il bambino con il pigiama a righe".

14. Un film orribile

Premettendo che adoro i film di Dario Argento, devo però ammettere che uno dei suoi film, "Il fantasma dell'opera", non mi è proprio piaciuto... troppi topi!

15. Un film che non ho visto perchè mi sono addormentata

Raramente mi addormento fuori dal mio letto, però ricordo di aver preso sonno una sera sul divano mentre stavo tentando di guardare la serie tv tratta dal romanzo "Guerra e pace".

16. Un film che non ho visto perchè stavo facendo le "cosacce"

Nessuno!

17. Il film più lungo che ho visto

Credo "Avatar".

18. Il film che mi ha deluso

"Mangia prega e ama" con Julia Roberts: l'ho trovato troppo lento e stereotipato.

19.  Un film che ho so a memoria

Conosco a memoria i miei film d'animazione preferiti, come "Cenerentola", "La Bella e la Bestia", "La sirenetta" e "Anastasia". Poi, ho visto spesso "Sister Act"; "Una moglie per papà"; "Psycho"; "L'uomo che sapeva troppo"; "Profondo rosso"; "Dirty dancing"; "Pretty woman"..

20. Un film che hai visto al cinema perchè ti ci hanno trascinato

In realtà nessuno, dato che frequento poco le sale cinematografiche (nel mio paese nemmeno esiste il cinema!) perciò, quelle poche volte che ci vado lo faccio solo per un film che m'interessa veramente!

21. Il film più bello tratto da un libro

"Jane Eyre", sia quello diretto da Zeffirelli sia la versione più recente.

22. Il film più datato che hai visto

Credo "Sette spose per sette fratelli".

23. Miglior colonna sonora

Mi piacciono molto le musiche di "Grease"; "Dirty dancing" e "Ghost".

24. Miglior saga cinematografica

Non sono appassionata di saghe...

25. Miglior remake

Tra i film più recenti, ho apprezzato molto l'ultima versione de "La Bella e la Bestia".

E questo è tutto: ho deciso di non taggare nessuno, ma di lasciare libero ogni lettore di riproporre il questionario nel caso fosse interessato a farlo! In questo caso, oppure se avete già risposto a queste domande, lasciatemi pure il link nei commenti: verrò di certo a leggere le vostre risposte :-)

martedì 12 giugno 2018

In lettura... #24

Cari lettori, oggi vi racconterò quali letture sto affrontando in questi giorni:

Sono quasi arrivata alla fine di questo romanzo davvero molto bello: con uno stile armonioso e delle frasi simili a versi poetici, Lorenzo Marone racconta la vita di Mimì, un ragazzino molto particolare e intelligente, che vive nello stesso palazzo di Giancarlo Siani, il giovane giornalista che sarà ammazzato dalla camorra. Per Mimì Giancarlo rappresenta un supereroe, come Superman e l'Uomo Ragno, perciò cercherà in tutti i modi di fare amicizia con lui: ma nella storia non si parla solo di questo, ma trovano spazio anche numerose altre tematiche, come le varie forme d'amicizia, l'amore, la morte, la speranza in futuro migliore... Insomma, la storia mi sta piacendo davvero molto e vi rimando alla recensione per scoprire il mio parere a lettura conclusa.



Nel frattempo ho iniziato a leggere questo volumetto che, nella forma del saggio, parla di libri e di blog. Al momento ho letto solo qualche pagina, della quale mi ha colpito l'approccio professionale al mestiere di lit blogger, diverso dalla finalità del mio blog, ma penso altrettando utile anche per chi concepisce il proprio blog semplicemente come un hobby.








 
E voi cosa state leggendo di bello?

lunedì 11 giugno 2018

La lanterna dell'amicizia- Lettere e segreti

Cari lettori, come ogni lunedì, ecco un nuovo capitolo della mia storia per bambini dal titolo "La lanterna dell'amicizia". Il nuovo capitolo di questa settimana s'intitola "Lettere e segreti": nonostante Amina sia contenta per l'amicizia con quella persona misteriosa, c'è qualcosa che la preoccupa. I suoi genitori, infatti, stanno vivendo un momento molto difficile dal punto di vista economico e forse dovranno lasciare la loro casa... chissà se la sua nuova amica potrebbe aiutarli?



Lo scambio di lettere tra Amina e il suo amico misterioso proseguì anche nelle settimane successive. Dopo aver ricevuto in dono i suoi disegni, la persona misteriosa decise di regalarle dei pennarelli nuovi di zecca, che fecero sentire Amina, per la prima volta, dopo tantissimo tempo, una bambina molto fortunata. 


  E pazienza se, per giustificarsi, dovette raccontare ancora alla mamma che glieli aveva regalati Martina. Non voleva rischiare di essere sgridata, temeva ancora di essere severamente rimproverata per aver dato confidenza a una persona sconosciuta e per questo aveva paura di dover essere costretta a interrompere il loro scambio di messaggi e di regali, che le risultavano molto graditi. Quella persona aveva il dono di esaudire tutti i suoi desideri, in una città nella quale non si sentiva capita e accolta, e non voleva assolutamente perderne il contatto. 


 Comunque, in questi giorni la mamma non sembrava molto interessata a lei, perché aveva problemi ben più seri a cui pensare: una sera Amina aveva sentito i genitori discutere di nascosto in bagno. Parlavano nella loro lingua e con un tono di voce molto basso, probabilmente per non essere sentiti, ma la bambina riuscì a capire lo stesso che stava succedendo qualcosa di molto grave. Da quello che riuscì a sentire capì che l’anziana signora, presso cui la madre andava a lavorare tutte le mattine, stava molto male, forse sarebbe addirittura morta, e la  mamma temeva di rimanere senza lavoro da un giorno all’altro:

 «Come faremo ad andare avanti, se sarò costretta a rimanere a casa?» aveva domandato al padre di Amina «già così siamo in ritardo con l’affitto, il padrone ci caccerà via!» aveva poi aggiunto con un tono di voce pieno di preoccupazione.

 «Non preoccuparti, troveremo una soluzione» aveva cercato di rincuorarla il marito «proverò a chiedere ai clienti del ristorante se conoscono qualcuno che ha bisogno di una badante, ma stai tranquilla, ce la faremo!».

 «Non lo so, sono molto preoccupata!».

 «Chiederemo un prestito a tuo fratello».

 «Ci ha già aiutato tanto, più di così non può nemmeno lui».

 «Intanto cercherò di lavorare di più nel ristorante».
 A questo punto Amina aveva sentito la mamma sospirare rassegnata e, subito dopo, i loro passi avvicinarsi, così aveva fatto appena in tempo a scappare in camera prima di essere scoperta. 
 
 La situazione non era di certo piacevole, e peggiorò ancora di più quando, pochi giorni dopo, la madre tornò a casa in lacrime: l’anziana signora era effettivamente morta e lei, oltre al dolore per aver perso una persona con la quale aveva trascorso momenti sereni, doveva aggiungere la consapevolezza di essere rimasta senza un lavoro.

 «Come faremo a pagare l’affitto? Siamo già in ritardo di un mese, il padrone ci sbatterà fuori di casa, me lo sento!» ripeté la madre, ancora più sconvolta dei giorni precedenti.

 «Gli parlerò io, al padrone, stai tranquilla» aveva cercato di rassicurarla il papà di Amina.

 Ormai non si preoccupavano più di nascondere il problema alla bambina e, anche se non gliene avevano parlato apertamente, sapevano che era Amina era molto sveglia ed era a conoscenza di tutto: una mattina la mamma l’aveva abbracciata dicendole di non preoccuparsi, mentre il padre si era limitato a farle una carezza sulla testa, ma lei non si sentiva per nulla tranquilla.


 Purtroppo, il colloquio con il padrone della casa, un uomo di mezz’età basso, tarchiato, e dagli occhi piccoli e neri, si rivelò un disastro: venuto a conoscenza dei loro problemi con i soldi, si era arrabbiato molto e aveva minacciato di sbatterli fuori di casa se non avessero pagato la somma di denaro entro due settimane, senza sentire nessun tipo di spiegazione. Che fare allora?


 Le giornate successive furono molto difficili: il papà di Amina passava ancora più tempo a lavorare, e non lo si vedeva più nemmeno di sera, lo zio aveva cercato di aiutarli più che poteva ma, secondo i loro calcoli, al termine dei quindici giorni, sarebbero loro mancati trecento euro. Nonostante tutta la loro fatica, avrebbero dovuto abbandonare la loro casa.


 Amina si sentiva molto triste all’idea di lasciare quel posto; non ci era particolarmente affezionata, a dir la verità,  ma il fatto di non sapere a quale destino sarebbero andati incontro lei e i suoi genitori la riempiva di preoccupazione: avrebbero dovuto passare la loro vita a vagare per la strada e a dormire nelle stazioni come aveva visto fare da alcune persone un giorno che stava passeggiando con la madre? E quando sarebbe arrivato l’inverno come avrebbero fatto a ripararsi dal freddo? Sarebbero dovuti ritornare in Libia da quelle persone cattive che avrebbero fatto loro del male? Peccato che non ci fosse nessuno che potesse aiutarli, anche se… anche se forse c’era sì qualcuno che avrebbe potuto fare qualcosa! Come aveva fatto a non pensarci prima? Non era più sola in una grande città sconosciuta!


 La bambina, entusiasta per aver trovato una soluzione, corse subito in camera, prese carta e penna e scrisse una breve lettera alla persona misteriosa che, era sicura, l’avrebbe certamente aiutata. “Vorrei trecento euro” scrisse con la sua incerta calligrafia “se no non posso più stare nella mia casa” aggiunse poi, per far capire meglio il suo problema. Poi, in un momento in cui si trovava da sola (ormai Martina non veniva più perché i suoi genitori non potevano più permettersi di pagarla) imbustò di corsa la lettera. Forse c’era ancora una speranza, forse quella persona buona l’avrebbe aiutata ancora una volta.

sabato 9 giugno 2018

Non si uccide per amore

Cari lettori, oggi vi recensirò il romanzo "Non si uccide per amore" di Rosa Teruzzi, edito da Sonzogno. Il romanzo è il terzo dedicato alle vicende di Iole, Libera e Vittoria, rispettivamente nonna, figlia e nipote.

In questo nuovo episodio della serie, Libera si metterà in gioco in prima persona per cercare di far luce una volta per tutte sulla morte misteriosa del marito Saverio, avvenuta più di vent'anni prima. Nei libri precedenti, il caso era stato affrontato solo parzialmente, ma alla fine della lettura il lettore potrà finalmente comprendere quello che è realmente accaduto.

Nei primi due episodi, Libera aveva scoperto uno strano biglietto nella tasca del marito che, dopo alcune indagini, era risultato essere stato scritto da una donna misteriosamente scomparsa, legata alla malavita. E sarà proprio partendo da questo misterioso indizio che inizieranno le investigazioni di Libera, aiutata dall'eccentrica madre Iole, che la porteranno anche a lasciare temporaneamente la sua Milano per raggiungere un paesino della Calabria dove, forse, le due donne potranno scoprire sia la verità su Saverio sia il destino di quella donna misteriosa.

Nella storia non mancheranno anche gli altri personaggi della serie, come il poliziotto Gabriele, per il quale Libera prova sentimenti contrastanti; il giornalista Cagnaccio, ottimo alleato per le sue indagini; il suo amico corteggiatore, che sembra davvero tenere a lei; e la figlia Vittoria, che in questo nuovo libro manterrà ancora un atteggiamento parecchio distante.

Lo stile è sempre molto leggero e scorrevole, così come le descrizioni di Milano, davvero molto accurate. Mi è piaciuto il modo con cui l'autrice ha delineato le vicende legate al caso di Saverio, ma avrei apprezzato un maggior coinvolgimento della figlia dato che, in precedenza, sembrava più motivata della madre nel voler scoprire la verità. Dall'epilogo, però, si lascia intravedere l'ipotesi di un possibile quarto episodio, quindi magari avremo modo di conoscere meglio il suo personaggio in un nuovo episodio della serie, oltre che capire come si evolveranno i rapporti tra Libera e Gabriele!
 
 
DELLA STESSA AUTRICE:
 

venerdì 8 giugno 2018

La fabbrica dimenticata

Cari lettori, oggi ritorna la mia rubrica culturale, questa volta dedicata all'anniversario di una tragedia accaduta alla fine della prima guerra mondiale, un fatto che per molti anni è stato destinato all'oblio, e che solo in quest'ultimo periodo è stato fatto conoscere al grande pubblico. Sto parlando dello scoppio della polveriera "Sutter & Thevenot", situata a Castellazzo di Bollate, città della provincia di Milano. Ma ripercorriamo insieme le tappe di quello che successe in quel lontano 7 giugno del 1918:

Alle ore 13.50 lo stabilimento Sutter & Thèvenot venne scosso da una devastante esplosione, che provocò tra le operaie della produzione oltre una sessantina di vittime, di età compresa tra i 14 e i 30 anni.

Si parlò di 59 morti e 300 feriti, ma non fu mai possibile stabilire il numero preciso, in quanto l'esplosione avvenne nel reparto spedizione dove vi era la massima concentrazione di esplosivi, che disperse i resti di molti corpi. 

L'esplosione fu sentita nel raggio di 30 Km, e produsse la rottura dei vetri in tutte le case, chiese, fabbriche, asili, e scuole dei paesi vicini a Castellazzo come Bollate, Senago, Garbagnate. I soccorsi della Croce Rossa giunsero da Milano e dai paesi limitrofi: dalle 14,30 fino alle 21 fu un continuo andirivieni di auto e mezzi. Arrivarono immediatamente anche i Parroci di Castellazzo, Senago e Pinzano per i soccorsi religiosi. Appena informato del gravissimo incidente, accorse il Cardinale Arcivescovo di Milano, che si recò sul posto visitando la località colpita dallo scoppio, benedicendo i morti e confortando i feriti e gli operai rimasti illesi. 

Il Corriere della Sera e l'Avanti di domenica 9 giugno 1918 pubblicarono il comunicato emesso il giorno prima dall'agenzia di stampa Stefani di Roma (unica autorizzata a emettere informazioni durante il periodo bellico): nel testo appariva la volontà di minimizzare l'accaduto perché la produzione della fabbrica, essendo in guerra, non doveva essere rallentata, nemmeno a fronte di questa tragedia.

Tra i molti soccorritori vi era il diciannovenne Ernest Hemingway (non ancora famoso), allora in servizio presso la Croce rossa di Milano. La vista dei corpi dilaniati fu per lui un trauma tremendo. 

Il funerale ebbe luogo presso la chiesa di Castellazzo il 9 giugno 1918 alle ore 15: diecimila persone assistettero alla cerimonia funebre, che venne celebrata sul piazzale antistante la chiesa di Castellazzo. La maggior parte delle salme furono poi sepolte nel cimitero di Bollate.

Finita la guerra, lo stabilimento venne completamente smantellato, anche su richiesta della Giunta Municipale di Bollate che, come risulta in un verbale del 1919, pregava il Sindaco di insistere presso le autorità competenti affinché venisse completamente chiuso il polverificio.

Oggi, in quel posto, rimane solo la cabina elettrica (foto di mia proprietà):




Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, consiglio la lettura del volume "La fabbrica dimenticata", la cui copertina potete vedere nell'immagine, che ho preso dal sito https://www.bordegoni.com/la-fabbrica-dimenticata/

Qualche settimana fa, prima su rai 3 e poi su rai Storia è stata mandata in onda una puntata dedicata a questo tragico avvenimento, del quale quest'anno ricorre il centenario. Un'occasione per ricordare queste giovani donne troppo a lungo dimenticate, e per riflettere sul ruolo delle donne in ambito lavorativo durante la guerra.