venerdì 16 febbraio 2018

Il carnevale in poesia

Cari lettori, anche se il periodo del carnevale è finito in quasi tutta Italia, nella mia regione (Lombardia) continua fino a domani, così ho deciso di approfittarne non solo per mangiare qualche dolcetto in più, ma anche per scrivere un post a tema. Quest'anno ho deciso di riportarvi tre poesie d'autore che parlano della festa più originale e colorata dell'anno.



 
La prima è del commediografo Carlo Goldoni, il quale nei suoi versi mette in luce la frenesia di questo periodo, che provoca allegria e divertimento:



                   Carnevale

La stagion del Carnovale
tutto il Mondo fa cambiar.
Chi sta bene e chi sta male
Carnevale fa rallegrar.
Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar;
e s'impegna, e poi si vende,
per andarsi a sollazzar.
Qua la moglie e là il marito,
ognuno va dove gli par;
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.



La seconda che ho scelto è stata scritta da Gabriele D'Annunzio: in essa, con tono ironico, il poeta personifica il carnevale in un vecchio pazzo che, in questo periodo, si dà a spese folli e mangia tantissimo, non solo dolci, ma anche pane, tarallucci e cotechino. Poi, beve e beve vino, fino a scoppiare e a morirne...




Carnevale vecchio e pazzo

Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia a un pallone.
Beve e beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.


L'ultimo componimento che ho scelto di presentarvi è stato scritto da Trilussa e pone al centro dell'attenzione un episodio del suo passato legato a una vecchia maschera:

La maschera
 
Vent’anni fa mi mascherai pur io!
E ancora tengo il muso di cartone
che servì per nasconder quello mio.
Sta da vent’anni sopra un credenzone
quella maschera buffa, ch’è restata
sempre con la medesima espressione,
sempre con la medesima risata.



Vi sono piaciuti questi componimenti? Ne conoscete qualcuno che avete voglia di ricordare? Se vi va scrivetelo nei commenti :-)  

Fonti:




4 commenti:

  1. Veramente belle, conoscevo la seconda, almeno penso, perché mi ha richiamato alla mente un carnevale della mia infanzia, un ricordo nitidissimo della casa della mia nonna nella via principale ella città, con l’aria fredda e il profumo di frittelle. Ma che bel ricordo, ti ringrazio e copio le poesie perché non voglio perderle più. Buona serata.
    sinforosa

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    1. Ciao Sinforosa, mi fa piacere che le poesie ti abbiano fatto ricordare bei ricordi legati alla tua infanzia :-)

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  2. Ciao!! Che belle poesie :-) Conoscevo già la seconda! Ti auguro un buon Carnevale!

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