Cari lettori, il post di oggi è dedicato al primo romanzo della nuova serie di Alice Basso, "Il morso della vipera", edito da Garzanti.
La storia è ambientata nel 1935, a Torino, e protagonista è Anita, una ventenne in procinto di sposarsi con Corrado, aitante giovanotto di ideologia fascista. Subito dopo la proposta di matrimonio, però, la ragazza si ritrova un po' spaventata dal futuro che l'attende (Corrado le prospetta sin da subito il suo desiderio di volere ben sei figli) così, d'istinto, chiede al suo promesso sposo sei mesi di tempo per poter provare a lavorare.
Il giovane, nonostante qualche perplessità, deciderà di non contrastare il desiderio di Anita, così la nostra protagonista si ritroverà ben presto a essere una dattilografa per la rivista "Saturnalia", che traduce gialli americani e diffonde la celeberrima serie gialla del commissario Bonomo, ideata da Sebastiano, datore di lavoro di Anita, agli occhi di tutti il ritratto del perfetto fascista, capace di creare storie rispondenti in tutto e per tutto ai canoni dettati dalle autorità fasciste, che mal concepivano questo genere e che per questo lo vincolavano a ferree regole.
Peccato che ad Anita, di natura poco incline allo studio e alla lettura, le storie di Bonomo proprio non piacciano e che, al contrario, venga attirata sin da subito dalle storie americane, così piene di suspence, colpi di scena, sparatorie, personaggi dalla psicologia davvero intrigante.
E il caso vuole che, dopo poco tempo, la giovane si ritrovi coinvolta in un mistero: un uomo, morto da tempo, acclamato come un eroe della prima guerra mondiale, verrà a un certo punto accusato da una donna di averle ucciso la figlia. Per questo Anita, sulla base degli insegnamenti appresi dalle sue storie preferite, darà inizio a un'indagine personale che la porterà e vivere avventure inaspettate e a dover lottare per la giustizia e per i valori in cui crede, e non sarà da sola...
Dopo la serie su Vani Sarca, Alice Basso ci presenta una protagonista molto diversa dalla ghostwriter, ma altrettanto particolare: Anita è una ragazza molto bella d'aspetto, consapevole di esserlo e per questo convinta di poter ottenere quello che vuole (e i fatti le danno ragione). Nel corso della narrazione però il suo personaggio subirà una maturazione e la giovane si renderà conto che essere "bella e basta" non è sufficiente per vivere una vita soddisfacente e a far valere i propri diritti.
I punti forti del romanzo, a mio parere, sono due: il particolare stile dell'autrice (sempre ironico, dettagliato e preciso, ma senza per questo risultare pesante, che denota una grande padronanza della lingua italiana) che già avevo gradito anche nella serie precedente e l'atmosfera che pervade l'intera storia. Per il lettore infatti non sarà affatto complicato sentirsi parte di quel mondo, anche se non l'ha vissuto in prima persona, e questo grazie non solo al modo di scrivere di Alice Basso, ma anche per l'accurata ricerca storica che sta dietro alla stesura del romanzo, che ci ha permesso anche di apprendere curiosità di un periodo storico conosciuto più per gli eventi politici che per quelli legati alla vita quotidiana della popolazione.
Una nuova serie, quindi, che non mi ha per niente delusa ma che, anzi, mi ha lasciato con la curiosità di conoscere il prosieguo delle avventure di Anita e di tutti gli altri personaggi, dei quali ho apprezzato moltissimo le loro sfaccettature psicologiche!
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