Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Le aquile della notte", scritto da Alice Basso ed edito da Garzanti.
In questo nuovo episodio della serie, Anita si troverà ad affrontare una piacevole novità: Sebastiano verrà infatti invitato a trascorrere una settimana nelle Langhe, per aiutare nella vendemmia la famiglia di quella giovane che presto diventerà sua moglie, Mavi Bonatti. E, dato che stare una settimana senza lavorare per lui è impossibile, senza tanti problemi i Bonatti decideranno di invitare Anita a unirsi a loro, per poter in questo modo permettere a Sebastiano di ritagliarsi dei momenti per lavorare alla traduzione dei gialli americani che comporranno i numeri della rivista "Saturnalia".
Anita sarà subito entusiasta di partecipare, sia per allontanarsi momentaneamente dalla madre che le sta continuamente addosso per i preparativi del matrimonio, sia per poter così trascorrere in un posto nuovo, così diverso dalla grigia Torino, dei momenti con Sebastiano, seppur la presenza dei fascistissimi Bonatti non sia per nulla allettante e non lascino ai due ragazzi molto spazio per poter interagire.
La giovane, però, non sa che ad attenderla in campagna non ci sarà solo la vendemmia, ma anche un gruppo di giovani che, scoprirà, si ritrovano in segreto nei boschi alle prime luci dell'alba: per quale motivo?
Sarà questo il primo degli interrogativi che si porrà la nostra protagonista, ma la sua permanenza si farà ancora più interessante quando uno di quei ragazzi verrà trovato morto, un giovane che era addirittura parente dei Bonatti... che sia giunto il momento per Anita e Sebastiano di ritornare a indagare per far poi trionfare la verità attraverso le parole del loro "scrittore" J. D. Smith?
Ancora una volta Alice Basso ci regala una storia intrisa di mistero, dai risvolti interessanti e non banali, raccontata con il suo stile sempre molto particolareggiato, che apprezzo dai tempi della serie sulla ghostwriter Vani. Non pensate, però, che questo libro sia solo un giallo perchè, come già nei precedenti romanzi, tra le sue pagine trovano spazio diverse tematiche, come quella storica, legata al fascismo e al suo regime. In particolare, in questo libro, Anita e Sebastiano capiranno che non sono gli unici ad agire in opposizione al regime di Mussolini e che tutte le arti sono purtroppo limitate nella loro libertà di pensiero. Il tutto è sapientemente amalgamato al caso giallo, questa volta dotato di un soggestivo sfondo bucolico, che dona un tocco di neorealismo alla trama.
Inoltre, a differenza del precedente romanzo, i cui i rapporti tra Anita e Sebastiano mi erano sembrati un po' troppo stazionari, in questa nuova storia, la relazione tra i due subirà un'importante evoluzione, lasciando più volte i lettori con il fiato sospeso e rendendoli così curiosi di sapere come proseguirà la loro storia personale, data anche la frase sibillina con cui termina il romanzo.
Dalle mie parole potete quindi comprendere come abbia adorato questa storia, in tutte le sue parti (peccato solo per le poche apparizioni di Candida, Clara e Julian ma, ai fini della trama, è più che comprensibile), e questo mi ha reso ancor più impaziente di scoprire come termineranno le vicende di questi due giovani dei quali, sin dal primo libro, ho apprezzato le caratteristiche e, via via, anche la loro evoluzione all'interno delle storie trattate nei vari libri.
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