Cari lettori, oggi vi parlerò dell'ultimo romanzo di Virginia Bramati, "Un bacio con gli occhi", edito da Giunti.
Agata è una ventiseienne un po' timida e insicura, specializzanda in ematologia che, dopo una vita trascorsa prima in giro per il mondo con i suoi genitori (la madre è pianista mentre il padre direttore d'orchestra) e poi con la nonna in una cittadina sul lago d'Iseo, decide di trasferirsi a Milano, città in cui risiede l'ospedale in cui lavora. Sceglierà di dividere l'appartamento con l'infermiera Chiara, una ragazza pugliese solare ed estroversa, che a poco a poco le insegnerà ad aprirsi al mondo e ad apprezzare i piaceri della tavola.
Edoardo invece è un medico del reparto in cui lavora Agata, aspirante primario, che ha il compito di seguire gli specializzandi. Inizialmente tra lui ed Agata nascerà un rapporto teso, data l'insicurezza della ragazza e il carattere autoritario e, a tratti burbero, dell'ematologo.
Tutto cambierà, però, con lo scoppio della pandemia, che sconvolgerà le vite di ognuno di noi, ma che metterà soprattutto a dura prova la resistenza fisica e mentale di tutto il personale sanitario. Tra logoranti turni in ospedale, paura per il futuro e problemi di gestione, Agata e Chiara cercheranno un momento di evasione spiando la vita del loro vicino di casa, un ragazzo attraente che pare vivere una romanticissima storia d'amore con un altrettanto affascinante ragazza...
D'altra parte Edoardo dovrà scontrarsi con chi, all'interno dell'ospedale, è restio a prendere sul serio la pandemia e tutti i dispositivi messi in atto per provare a fronteggiarla, ma non solo: la sorella giornalista è bloccata in Cina e suo figlio è andato ad abitare con lui... ce la farà a convivere con un adolescente che sta patendo l'isolamento e che appartiene a una generazione diversa dalla sua?
Ma sarà proprio in questo contesto che, sia Agata sia Edoardo, inizieranno a conoscersi meglio, iniziando a fidarsi l'uno dell'altra e unendo le proprie forze per affrontare il difficile periodo, portando loro a conoscersi più a fondo e a provare sentimenti che, purtroppo, non potranno manifestare in modo concreto, se non "baciandosi con gli occhi"...
Negli ultimi anni sono usciti parecchi romanzi ambientati nel contesto pandemico da Covid, ma fino a questo momento avevo letto solo quello ironico della serie dei "vecchietti del BarLume" di Marco Malvaldi, perchè quando leggo amo estraniarmi da una realtà che, ahimè, non ci siamo ancora lasciati totalmente alle spalle. I romanzi di Virginia Bramati però mi piacciono sempre molto ed ero sicura del fatto che l'autrice avrebbe trattato il tema in modo delicato, lasciando spazio all'amore alla speranza, oltre che a un pizzico di mistero, e le mie aspettative non sono state deluse.
La storia è molto piacevole da leggere: personalmente adoro i protagonisti dei suoi romanzi, perchè sono per lo più ragazzi e ragazze normali, con le loro qualità e le loro debolezze, nei quali non è difficile rispecchiarsi. L'ambientazione milanese, abitando in zona, è da me sempre apprezzata e lo stile scorrevole dell'autrice, ma sempre molto curato, rende la lettura perfetta per dei momenti di relax.
Ovviamente, ripercorrendo le fasi cruciali di quei momenti, il lettore tenderà a rivivere certi brutti momenti legati alla pandemia, ma l'aver ambientato la maggior parte della storia in un ospedale, fa anche comprendere tutto lo sforzo messo in atto dal personale sanitario per far fronte a questa emergenza della quale, spero, prima poi si giungerà a scrivere il capitolo conclusivo.
Un libro, quindi, che consiglio alle amanti dei romanzi di questa autrice, ma anche a chi abbia voglia di leggere un romanzo che ci fa comprendere come l'amore è sempre in grado di emergere, anche nei momenti più bui.
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