Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata a "Luce della notte", scritto da Ilaria Tuti ed edito da Longanesi.
Il commissario Teresa Battaglia e l'ispettore Marini si prenderanno a cuore questo caso e proveranno a comprendere cosa c'è di vero nelle parole della bambina. Ciò li porterà a trovare l'albero menzionato da Chiara e alcuni importanti indizi, oltre a conoscere un ambiguo personaggio, molto noto in paese, e a scoprire un fatto avvenuto molti anni prima, precisamente nel 1995, che coinvolse alcuni gruppi di profughi slavi, in fuga dalla loro patria alla ricerca di una vita migliore. Ben presto Teresa e Marini comprenderanno che il caso è molto complesso, tanto da far sospettare il coinvolgimento anche di alcuni loro colleghi...
Dato che il romanzo è uscito qualche mese fa, sapevo di aspettarmi una sorta di "spin off" da collocare tra i primi due libri della serie dedicata al commissario Battaglia, e non un vero e proprio terzo libro, ma questo non mi ha creato particolari problemi. Nonostante ciò, però, per certi versi sono rimasta un po' delusa da questa lettura: non per la storia, che ho trovato davvero interessante, e nemmeno per il tema affrontato, che mi ha incuriosito parecchio, dato che all'epoca delle guerre in Jugoslavia ero molto piccola, anche se ricordo di aver avuto nella mia classe, alle elementari, una compagna di questa nazionalità che, assieme alla sua famiglia, era scappata dalla guerra.
Ciò che non mi ha soddisfatto pienamente è stata la frettolosità con cui sono stati raccontati gli eventi: infatti il libro è più un racconto lungo che un romanzo e purtroppo molti passaggi sono stati a mio avviso raccontati con eccessiva superficialità; inoltre, lo stile dell'autrice, in certe parti eccessivamente barocco, ha reso poco scorrevole la lettura.
Nella storia trova comunque spazio l'accenno ai problemi di salute di Teresa e il suo complesso rapporto con l'ispettore Marini, inizialmente scettico sull'indagare su quello che ritiene a tutti gli effetti il frutto della fantasia di una bambina di neppure dieci anni.
Una storia, quindi, che sono stata contenta di aver letto, in quanto amante della serie incentrata su Teresa Battaglia, ma che ho trovato un po' sottotono rispetto ai primi due libri proprio per la superficialità con cui è stata narrata la vicenda che, a mio parere, presenta degli spunti davvero interessanti e che, in un'altra veste, avrebbe potuto soddisfarmi maggiormente. Mi ha rammaricato leggere la nota finale dell'autrice e spero che la scrittura di questa storia l'abbia potuta aiutare a elaborare il triste momento che si è ritrovata a vivere.
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