Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, "Come vento cucito alla terra", edito da Longanesi.
Siamo nel 1914, è scoppiata la prima guerra mondiale e Cate non viene vista di buon occhio anche per il fatto di essere per metà italiana. All'epoca infatti la nostra nazione non aveva ancora preso una posizione e tutto lasciava supporre il suo antagonismo nei confronti di inglesi e francesi.
La vita di Cate subirà un brusco cambiamento quando la dottoressa Flora Murray, assieme alla collega Louisa Garrett, le proporrà di lasciare l'Inghilterra alla volta della Francia, per fondare con loro e altre donne chirurgo un ospedale da campo in cui curare i feriti di guerra. Malgrado i tentennamenti sul dover lasciare la figlia alla sola coppia di amici che si è offerta di ospitarla dopo essere stata cacciata dalla sua famiglia in quanto ragazza madre, alla fine Cate deciderà di accettare la proposta.
Lì la giovane si troverà a vedere con i propri occhi gli orrori della guerra, ma avrà anche la prontezza e la giusta determinazione per salvare diversi feriti. Nonostante cio, però, lei e tutte le sue colleghe dovranno fare i conti non solo con l'opinione pubblica, che le guarderà con scetticismo in quanto donne che praticano una professione maschile, ma pure con gli stessi feriti, che il più delle volte non mostreranno entusiasmo nell'essere operati da persone che considerano incompetenti solo per il fatto di non essere uomini.
Dopo qualche tempo, Cate e le sue compagne faranno ritorno in patria e lì fonderanno un altro ospedale, quello di Endell Street. Lì il suo destino s'incrocerà nuovamente con il capitano Alexander, che già la donna aveva curato in terra francese. In quel frangente, però, le condizioni del capitano saranno molto più gravi, tanto che Cate dovrà procedere con l'amputazione della gamba. Anche i compagni del capitano saranno feriti, non solo nel corpo, ma anche nell'anima. Per questo motivo, le donne dell'ospedale cercheranno in tutti i modi di aiutarli, anche con un metodo molto particolare: il ricamo. E le reazioni della società maschilista non si faranno attendere...
Per la maggior parte dei lettori Ilaria Tuti è celebre soprattutto per il personaggio di Teresa Battaglia, ma l'anno scorso mi è capitato di leggere anche "Fiore di roccia", un romanzo storico che, pur non essendo molto appassionata del genere, si è rivelato una delle mie migliori letture del 2021. Per questo, quando ho saputo dell'uscita di questo nuovo romanzo ambientato nel passato, non ho esitato a volerlo leggere.
Devo ammettere che all'inizio ho un po' faticato a entrare nel cuore della storia, perchè ho trovato il ritmo un po' troppo lento ma poi, dopo la partenza di Cate per la Francia, ho iniziato progressivamente ad appassionarmi alle sue vicende e ho letto l'intera storia con molto entusiasiasmo tanto che, chiusa la quarta di copertina, sono subito andata a fare ricerche online sugli eventi narrati.
L'autrice, infatti, nello scrivere la sua storia, ha preso spunto da fatti realmente accaduti, ovvero la fondazione di ospedali al femminile dedicati alla cura dei feriti di guerra (Flora e Louisa sono realmente esistite) e la conseguente reazione della società.
A tal proposito, mi è molto piaciuto il progressivo avvicinamento tra Cate e Alexander i quali, pur essendo personaggi di fantasia, hanno rappresentato in modo molto chiaro l'iniziale diffidenza tra le dottoresse e i malati. La loro storia, che poi si evolverà in un legame sempre più profondo, mi ha tenuta incollata alle pagine del libro con molto interesse, apprezzando nello stesso tempo questi due personaggi così perfetti nelle loro imperfezioni tanto che, a tratti, mi hanno ricordato Elizabeth e Mr. Darcy di "Orgoglio e pregiudizio" (romanzo che, in effetti, viene citato nella storia).
Anche i cosiddetti "soldati ricamatori" sono realmente esistiti e penso sia davvero incomiabile che in quel contesto storico e sociale queste dottoresse abbiano dato la giusta importanza anche alle ferite psicologiche, andando contro ai pregiudizi della società che tendeva a concepire le donne come "angeli del focolare" e gli uomini come "valorosi combattenti".
Una storia quindi che, mescolando finzione a realtà, ci offre una panoramica su un fatto storico poco conosciuto, regalando ai suoi lettori l'ennesimo esempio della forza e della determinazione femminile e che per questo vi consiglio vivamente di leggere.
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