martedì 20 settembre 2022

Come vento cucito alla terra

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata all'ultimo romanzo di Ilaria Tuti, "Come vento cucito alla terra", edito da Longanesi.

Protagonista della storia è Cate, una giovane inglese che, pur avendo studiato da chirurgo, non può esercitare la professione, in quanto donna, e per questo lavora soprattutto come ostetrica, prestando servizio anche nei bassifondi di Londra, mantenendo in questo modo la figlioletta Anna. 

Siamo nel 1914, è scoppiata la prima guerra mondiale e Cate non viene vista di buon occhio anche per il fatto di essere per metà italiana. All'epoca infatti la nostra nazione non aveva ancora preso una posizione e tutto lasciava supporre il suo antagonismo nei confronti di inglesi e francesi.

La vita di Cate subirà un brusco cambiamento quando la dottoressa Flora Murray, assieme alla collega Louisa Garrett, le proporrà di lasciare l'Inghilterra alla volta della Francia, per fondare con loro e altre donne chirurgo un ospedale da campo in cui curare i feriti di guerra. Malgrado i tentennamenti sul dover lasciare la figlia alla sola coppia di amici che si è offerta di ospitarla dopo essere stata cacciata dalla sua famiglia in quanto ragazza madre, alla fine Cate deciderà di accettare la proposta.

Lì la giovane si troverà a vedere con i propri occhi gli orrori della guerra, ma avrà anche la prontezza e la giusta determinazione per salvare diversi feriti. Nonostante cio, però, lei e tutte le sue colleghe dovranno fare i conti non solo con l'opinione pubblica, che le guarderà con scetticismo in quanto donne che praticano una professione maschile, ma pure con gli stessi feriti, che il più delle volte non mostreranno entusiasmo nell'essere operati da persone che considerano incompetenti solo per il fatto di non essere uomini.

Dopo qualche tempo, Cate e le sue compagne faranno ritorno in patria e lì fonderanno un altro ospedale, quello di Endell Street. Lì il suo destino s'incrocerà nuovamente con il capitano Alexander, che già la donna aveva curato in terra francese. In quel frangente, però, le condizioni del capitano saranno molto più gravi, tanto che Cate dovrà procedere con l'amputazione della gamba. Anche i compagni del capitano saranno feriti, non solo nel corpo, ma anche nell'anima. Per questo motivo, le donne dell'ospedale cercheranno in tutti i modi di aiutarli, anche con un metodo molto particolare: il ricamo. E le reazioni della società maschilista non si faranno attendere...

Per la maggior parte dei lettori Ilaria Tuti è celebre soprattutto per il personaggio di Teresa Battaglia, ma l'anno scorso mi è capitato di leggere anche "Fiore di roccia", un romanzo storico che, pur non essendo molto appassionata del genere, si è rivelato una delle mie migliori letture del 2021. Per questo, quando ho saputo dell'uscita di questo nuovo romanzo ambientato nel passato, non ho esitato a volerlo leggere.

Devo ammettere che all'inizio ho un po' faticato a entrare nel cuore della storia, perchè ho trovato il ritmo un po' troppo lento ma poi, dopo la partenza di Cate per la Francia, ho iniziato progressivamente ad appassionarmi alle sue vicende e ho letto l'intera storia con molto entusiasiasmo tanto che, chiusa la quarta di copertina, sono subito andata a fare ricerche online sugli eventi narrati.

L'autrice, infatti, nello scrivere la sua storia, ha preso spunto da fatti realmente accaduti, ovvero la fondazione di ospedali al femminile dedicati alla cura dei feriti di guerra (Flora e Louisa sono realmente esistite) e la conseguente reazione della società.

A tal proposito, mi è molto piaciuto il progressivo avvicinamento tra Cate e Alexander i quali, pur essendo personaggi di fantasia, hanno rappresentato in modo molto chiaro l'iniziale diffidenza tra le dottoresse e i malati. La loro storia, che poi si evolverà in un legame sempre più profondo, mi ha tenuta incollata alle pagine del libro con molto interesse, apprezzando nello stesso tempo questi due personaggi così perfetti nelle loro imperfezioni tanto che, a tratti, mi hanno ricordato Elizabeth e Mr. Darcy di "Orgoglio e pregiudizio" (romanzo che, in effetti, viene citato nella storia). 

Anche i cosiddetti "soldati ricamatori" sono realmente esistiti e penso sia davvero incomiabile che in quel contesto storico e sociale queste dottoresse abbiano dato la giusta importanza anche alle ferite psicologiche, andando contro ai pregiudizi della società che tendeva a concepire le donne come "angeli del focolare" e gli uomini come "valorosi combattenti".

Una storia quindi che, mescolando finzione a realtà, ci offre una panoramica su un fatto storico poco conosciuto, regalando ai suoi lettori l'ennesimo esempio della forza e della determinazione femminile e che per questo vi consiglio vivamente di leggere.


DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno

Ninfa dormiente 

Fiore di roccia

Luce della notte

Figlia della cenere

lunedì 12 settembre 2022

Figlia della cenere

Cari lettori, iniziamo la settimana con la recensione del romanzo "Figlia della cenere" di Ilaria Tuti, edito da Longanesi.

Trattasi del quarto volume della serie con protagonista il commissario Teresa Battaglia, una donna intelligente e coraggiosa, che nella vita ha affrontato parecchie difficolta e che nel presente si trova a dover combattere contro un nemico più forte di lei, il morbo di Alzheimer.

In questo libro la storia di Teresa viene narrata non solo al presente, ma anche ripercorrendo le vicende del suo passato, risalenti a ventisette anni prima.

Tutto inizia quando una sua vecchia conoscenza, un omicida seriale, Giacomo Mainardi, chiede un incontro con lei in carcere. L'uomo, d'apprima evaso e poi riconsegnatosi alla polizia, la informa che c'è qualcuno che vuole ucciderlo e che questi è la stessa persona che gli ha ordinato di uccidere ancora. Teresa e la sua squadra dovranno così mettersi alla ricerca del cadavere e capire chi si cela dietro al mandante di quell'omicidio. La donna, però, non riuscirà più a nascondere i segni della sua malattia e perciò si troverà costretta a compiere delle scelte importanti, che riguardano non solo il suo futuro, ma anche i rapporti con i suoi colleghi i quali, di fatto, rappresentano la sua famiglia. 

Attraverso la figura di Giacomo Mainardi, il lettore si troverà così a ripercorrere la storia di Teresa, attraverso gli eventi che, anni prima, avevano portato la sua vita a incrociarsi con quella dell'assassino. 

All'epoca la nostra protagonista era una giovane donna, alle prese con ambiente di lavoro maschilista che, nonostante le sue capacità, la voleva relegata in un angolo. Ma Teresa doveva fare i conti non solo con la violenza psicologica dei colleghi, ma anche, soprattutto, con quella fisica del compagno, che le strapperà con violenza il suo bambino.

Devo ammettere di aver iniziato a leggere questo romanzo un po' prevenuta perchè lo scorso anno, quando era uscito questo libro, non avevo letto molte recensioni positive. In più, nonostante avessi apprezzato "Luce della notte", non avevo trovato questo libro allo stesso livello dei primi due. Invece, al contrario di quanto mi aspettavo, questa lettura mi è piaciuta davvero tanto: ho apprezzato l'andamento circolare della narrazione, questo continuo alternarsi tra passato e presente, che mi ha permesso di conoscere ancora più a fondo Teresa, e ho trovato la figura di Giacomo davvero affascinante nella sua complessità, nonostante i suoi lati oscuri e la follia. 

Lo stile dell'autrice è raffinato e a tratti ricercato ma, nonostante sia più avvezza a un tipo di linguaggio più semplice e scorrevole, ho letto il romanzo con curiosità e interesse dalla prima all'ultima pagina. 

Trovo che il finale sia un po' ambiguo: da una parte lascia aperti alcuni interrogativi per un ipotetico quinto libro, ma le condizioni di salute di Teresa sono sempre più gravi. Magari l'autrice continuerà la serie ponendo al centro Massimo Marini, colui che di fatto rappresenta per Teresa il figlio che non ha mai avuto... Chissà, nel frattempo vi consiglio di recuperare questo libro o, se non lo avete già fatto, tutta la serie, soprattutto se amate le storie dense di mistero e con una protagonista che di certo non vi lascerà indifferenti.


DELLA STESSA AUTRICE:

Fiori sopra l'inferno

Ninfa dormiente 

Fiore di roccia

Luce della notte

lunedì 5 settembre 2022

Giorni felici (Le sorelle del Ku'damm #2)

Cari lettori, la recensione di oggi è dedicata al romanzo "Giorni felici" di Brigitte Riebe, secondo volume della serie de "Le sorelle del Ku'damm", edito da Fazi Editore.

Dopo il primo libro dedicato a Rike, in questo nuovo capitolo protagonista è la sorella minore Silvie, gemella di Oskar, che alla fine del primo volume era tornato a sorpresa nella Berlino del dopoguerra dopo aver trascorso anni da disperso di guerra. 

All'inizio della narrazione ci troviamo nel 1952: Silvie alterna la sua vita tra il lavoro in radio, che le ha regalato una notevole popolarità, e l'aiuto ai grandi magazzini Thalheim, di proprietà della sua famiglia e che proprio grazie a Rike sono riusciti a riaprire e a riprendere la loro attività dopo la seconda guerra mondiale.

Nonostante il successo in campo professionale, però, Silvie non è per nulla soddisfatta: sulla soglia dei trent'anni, infatti, non ha nè un marito, nè dei figli, nè una casa propria, e questo la fa molto soffrire. Di carattere solare ed estroverso, a tratti superficiale, la giovane ha vissuto diverse relazioni, ma purtroppo tutte dal triste epilogo. Destino diverso rispetto a quello di Rike, che in questo libro troviamo sposata con l'italiano Alessandro e in procinto di diventare madre.

Tutto protrebbe cambiare, però, dopo l'incontro con un giovane attore, Wanja, ma Silvie sa perfettamente di essere destinata a legarsi alle persone sbagliate e per questo i dubbi non si faranno attendere...

Dopo qualche tempo, alla fiera del libro di Francoforte, conoscerà invece Peter, un uomo vedovo con una figlia adolescente... come si svilupperà il forte legame che i due stringeranno?

Attraverso lo scorrere degli anni e delle pagine del romanzo, il lettore potrà prendere parte allo svolgersi della vita, lavorativa e amorosa, di Silvie, assistendo anche alla sua progressiva maturazione e al graduale percorso verso la soddisfazione personale. Nella storia, ovviamente, compaiono anche i personaggi del libro precedente: non solo Rike, ma anche Oskar che, non senza difficoltà, dovrà reinserirsi nel contesto familiare e nella società tedesca, subendo purtroppo anche una surreale e cocente delusione d'amore; la sorellastra Florentine, che vivrà la sua prima, accecante, passione amorosa e la migliore amica di Rike (ma anche di Silvie) Miri che, dopo la fine della sua ultima relazione, non smetterà di credere nella possibilità di poter finalmente trovare l'uomo della sua vita.

Lo stile dettagliato e minuzioso dell'autrice ricostruisce in modo preciso non solo le vite dei personaggi, ma anche tutto il contesto storico in cui si trovano ad agire. Questo secondo romanzo si snoda tra il 1952 e il 1957 e racconta quindi anche la vita delle due Germanie e la difficoltà degli abitanti di Berlino Est, che l'autrice approfondisce soprattutto attraverso la rocambolesca fuga di Luisa, figliastra dell'ex moglie dello zio Carl.

Rispetto al primo volume, che tanto avevo apprezzato all'inizio di quest'anno, ho trovato questo libro a tratti un po' troppo lento, in quanto ricco di descrizioni a scapito di una maggior quantità di parti dialogate, e ciò ha rallentato un po' la mia lettura. Nonostante ciò, però, ho comunque apprezzato la storia di Silvie e, al contrario, ci sono state delle parti (come, per esempio, nel momento in cui Silvie si trova a dover sventare il rapimento della figlia di Rike da parte di un loro ex collaboratore o quando viene raccontata la malattia della figlia di Peter) che ho letto con molta curiosità e attenzione. 

Il finale di questo secondo capitolo è denso di colpi di scena, alcuni molto tragici e altri meno: Rike, inoltre, conoscerà finalmente l'identità del suo vero padre, oltre ad apprendere un segreto riguardante Miri. Questo mi ha già fornito la giusta curiosità nel volermi approcciare al terzo e ultimo volume della serie, che sarà dedicato alla sorella minore Florentine e che, molto probabilmente, leggerò nei prossimi mesi. 


DELLA STESSA AUTRICE:

Una vita da ricostruire (Le sorelle del Ku'damm #1)