domenica 28 giugno 2020

La psichiatra

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo "La psichiatra", scritto da Wulf Dorn ed edito da Corbaccio.

La storia si svolge in Germania e ha per protagonista Ellen, una giovane psichiatra che un giorno si ritrova a esaminare un caso molto particolare, nell'ospedale psichiatrico in cui lavora: una donna infatti giace ripiegata su sè stessa nella stanza in cui è ricoverata, presenta segni di violenza, e parla come una bambina. Si rifiuta di aprirsi con Ellen, dicendole solo che un "Uomo nero" la sta cercando e che presto verrà anche da lei.

Pochi istanti dopo Ellen verrà distratta da un tentativo di suicidio da parte di un altro ricoverato, e solo quando ritornerà nella sua stanza scoprirà che la donna è misteriosamente scomparsa. E non solo: anche tutta la sua documentazione clinica non si troverà più e nessuno dichiarerà di averla vista.

Per la nostra protagonista questo sarà l'inizio di un incubo: poco dopo, infatti, verrà contattata da questo sedicente "Uomo nero" che la coinvolgerà in un una serie di insensati enigmi, la cui riluzione porterebbe alla salvezza della sua paziente e, in più di un'occasione, Ellen verrà da lui inseguita e picchiata.

Purtroppo la donna non potrà contare sull'aiuto del suo compagno (anch'egli psichiatra) perchè si trova in Australia, in vacanza con un amico in un villaggio sperduto. In più, il timore che quell'individuo possa far veramente del male a quella donna, la fa desistere dall'affidarsi alla polizia. L'unico che si dimostrerà solidale con lei è il collega Mark, che inizialmente si mostrerà scettico, ma che poi s'impegnerà ad aiutarla, anche se la situazione si rivelererà molto più complessa di quello che si potrebbe immaginare...

Era da un po' che volevo leggere un romanzo di questo autore, che nelle sue storie mescola elementi tipici del romanzo giallo, thriller e horror. Ho trovato la trama molto interessante, e anche se a un certo punto ho iniziato a intuirne la fine, l'intreccio è molto particolare e coinvolgente, soprattutto nella seconda parte. Al contrario, però, penso che lo stile sia un po' troppo semplice per una storia del genere: purtroppo non ha saputo trasmettermi tutta la tensione che cercavo in una storia di questo tipo e, soprattutto all'inizio, a mio parere, l'autore ha reso un po' troppo lenta la narrazione. Verso la fine, però, nel capitolo di flashback che racconta fatti determinanti per la comprensione dell'intera storia, il modo di scrittura si è fatto più articolato, facendomi comprendere che di certo avrei potuto apprezzare di più la storia se fosse stata interamente raccontata con quel determinato stile.

Punto forte di tutto il romanzo è comunque la componente psicologica, che è il perno attorno al quale ruotano gli eventi, oltre a quella sottile ambiguità, che serpeggia dalla prima all'ultima pagina, grazie alla quale il lettore non riesce a distinguere chiaramente il reale dall'irreale, la verità dalla falsità, il sogno dalla realtà.

Un romanzo che, seppur con qualche difetto (principalmente stilistico) mi sento di consigliare a tutti gli amanti del genere thriller, soprattutto psicologico.

lunedì 22 giugno 2020

La verità è che non ti odio abbastanza

Cari lettori, il romanzo di cui vi parlerò oggi s'intitola "La verità è che non ti odio abbastanza", scritto da Felicia Kingsley ed edito da Newton Compton.

Protagonista della vicenda è Lexi, ereditiera newyorkese ventisettenne, che ha sempre condotto una vita agiata e lussuosa. Fidanzatissima con Rick, al quale si prospetta una sfavillante carriera politica, trascorre le sue giornate in compagnia delle amiche di sempre, Becca e Jess.

Un giorno, però, tutto cambia all'improvviso: lo zio, infatti, che gestisce assieme a suo padre una società d'investimenti, ruba un'ingente somma di denaro proveniente da diversi investitori e scompare all'improvviso. Per questo tutti i beni di Lexi vengono congelati, le carte di credito bloccate, la casa posta sotto sequestro. 

Dopo che il padre riuscirà a ottenere gli arresti domiciliari in un paesino sperduto di pescatori, Lexi deciderà di non seguirlo, in quanto determinata a mostrare, come suo solito, la sua immagine di ereditiera. Peccato però che non abbia un posto dove andare, dato che tutti i suoi amici (fidanzato compreso) si sono dileguati... che fare allora? Dopo un momento di sconforto, la nostra protagonista capirà che l'unico a cui può chiedere aiuto è Eric Chambers, l'agente dell'FBI che sta seguendo il caso e che, per necessità lavorative, non le fa disporre del suo patrimonio.

Ovviamente il detective, in un primo momento, non si mostrerà particolarmente collaborativo, anche se poi deciderà di ospitarla nel suo "magazzino delle scope". Lexi dovrà così imparare a vivere in quel posto così angusto, iniziare a fare la spesa, cucinare, prendere i mezzi pubblici e, soprattutto, fare shopping nel negozio di abiti usati del quartiere di New York dove ora vive, Red Hook. Oltre che impegnarsi per cercare un lavoro. Ma per la ragazza questo sarà l'inizio di un nuovo percorso di vita che la porterà a conoscere più a fondo sè stessa e le sue potenzialità, che la sua vita agiata non le aveva mai fornito l'occasione di mettere in gioco. Anche Eric, piano piano, imparerà a conoscere meglio la sua nuova "vicina di casa" e ad accantonare i pregiudizi verso la sua persona, scoprendo una ragazza davvero sveglia e intelligente, in grado di pensare "fuori dai quadrati" e, chissà, magari capace di dargli una mano per risolvere la truffa dello zio...

Di quest'autrice avevo già letto "Due cuori in affitto" (oltre alla novella "Appuntamento in terrazzo"), trovandolo un romanzo simpatico, leggero e rilassante, questa storia però è molto di più! Praticamente ho trovato tutti gli ingredienti che cerco in un romanzo rosa: un amore che si sviluppa gradualmente ma che lascia lo spazio anche alla narrazione di altre vicende (in questo caso il mistero della truffa dello zio di Lexi); protagonisti non stereotipati che crescono nel corso della storia, spunti di riflessioni trattati in modo ironico ma non per questo superficiale.

Ho adorato il personaggio di Lexi, perchè dietro all'immagine di ragazza viziata si nasconde una giovane determinata, tosta, che non si piange addosso e possiede le risorse necessarie per potersi rialzare e diventare migliore di prima, senza per questo snaturarsi. Il personaggio di Eric è meno delineato, non essendo strutturato il romanzo con pov alternati, ma nonostante questo ho apprezzato anche la sua maturazione, e non solo nei confronti di Lexi, ma anche nel suo modo di pensare e di relazionarsi con gli altri. Mi è piaciuto come entrambi siano stati capaci di cogliere il meglio l'uno dall'altro. Altro personaggio che ho particolarmente apprezzato è stato quello di lady Di: non parlerò molto di lei per evitare spoiler, ma mi è piaciuto il suo ruolo di "fata madrina" sui generis nei confronti di Lexi, in un momento in cui l'alta società newyorkese aveva voltato le spalle alla ragazza.

Dalle mie parole, quindi, capirete come questa storia mi sia piaciuta davvero tanto e, esclusi i romanzi di Sophie Kinsella, era da molto che un romanzo di questo genere non mi coinvolgeva così tanto, per questo non posso che consigliarvelo vivamente!
 
 
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giovedì 18 giugno 2020

Giugno: Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande - Jatte di Seurat

Cari lettori, oggi ritorna il mio appuntamento mensile con la mia rubrica del 2020 dedicata all'arte. L'opera di cui ho deciso di parlarvi questo mese s'intitola "Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande Jatte", dipinta da George Seurat e oggi conservata a Chicago (The Art Istitute).

L'artista iniziò a realizzare quest'opera, dalle dimensioni davvero imponenti (207,8 x 308 cm), nel 1884, per poi esporla due anni dopo a una mostra impressionista. Il suo stile, però, è assai diverso da quello dei suoi colleghi, in quanto basato  sull'uso di puntini che, accostati tra loro, danno forma alla scena e che, allo spettatore che ammira l'opera da lontano, fa percepire l'immagine come se fosse unitaria. Proprio per questo, il suo modo di dipingere venne chiamato non solo neoimpressionista, ma anche puntinista.

Il quadro è ambientato in un parco parigino ed è costituito da diversi personaggi, che stanno trascorrendo una rilassante e rinfrescante domenica vicino al fiume:  per esempio, in primo piano c'è una coppia elegante, la cui donna regge un ombrellino e porta al guinzaglio una scimmietta; sulla sinistra una signora vestita in modo raffinato si sta dedicando alla pesca (alcuni critici, in questo gesto, vi hanno colto un riferimento alla prostituzione, concependo nella pesca una sorta di "fame di uomini"; altri invece un semplice segno dell'emancipazione femminile); in basso sono presenti invece tre figure (due maschili e una femminile); mentre sullo sfondo s'intravede una coppia di soldati.

Tutti questi personaggi non guardano direttamente lo spettatore, l'unica a farlo è la bambina con la veste bianca, che per l'artista rappresenta la purezza. Seurat, infatti, con questo dipinto vuole lasciar trapelare una sorta di critica verso la società alto borghese del tempo, da lui considerata di mentalità antiquata, priva di slanci e chiusa alle novità (da qui deriverebbe anche la rigidità strutturale nella resa pittorica di queste persone e la mancanza di una dimensione temporale della scena). Anche la scimmietta al guinzaglio rappresenterebbe un semplice capriccio di una società che ormai ha fatto il suo tempo e non può opporsi al radicale cambiamento che, progressivamente, sta investendo il tessuto sociculturale francese ed europeo.

Mi auguro che questa analisi vi abbia incuriosito, ho decido di mettere maggiormente in rilievo l'aspetto contenutistico rispetto a quello tecnico in quanto, a mio parere, maggiormente ricco di curisità: per quanto riguarda il mio gusto personale, adoro questa tecnica di pittura. Purtroppo non ho mai visto dal vero quest'opera, ma in passato ho visitato una mostra sul puntinismo al Palazzo Reale di Milano e la ricordo ancora come una delle mostre più belle che abbia mai visitato. Se vi va di raccontarmi le vostre opinioni, impressioni ed esperienze in merito, ovviamente non esitate a farlo nei commenti mentre, per il prossimo post di questa rubrica, vi dò appuntamento al prossimo mese!

Fonti:



lunedì 15 giugno 2020

Doni preziosi

Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo "Doni preziosi" di Danielle Steel, edito da Sperling & Kupfer.

La storia inizia con la morte di Paul e con la lettura da parte del notaio delle sue decisioni testamentarie: alla ricchissima ex moglie Veronique decide di lasciare un quadro comprato durante gli anni della loro relazione, dall'origine ignota; alla primogenita e stakanovista Timmie (assistente sociale) il denaro necessario per costruire un centro d'accoglienza; alla dolce Juliette (pasticcera) i fondi per migliorare il suo negozio; e alla più giovane Joy (aspirante attrice) una somma cospicua per pagare un agente capace di aiutarla a ottenere più ingaggi e poter così sfondare a Los Angeles. Nel testamento, però, sono anche contenute due rivelazioni sorprendenti: la prima riguarderà l'assenza di disposizioni verso il nullafacente Bertie, figlio della sua prima moglie, il quale cercherà di avviare un ricorso, e la seconda una scioccante rivelazione che riguarderà tutta la famiglia e che coinvolgerà le tre figlie (e non solo) nella multiproprietà di un castello francese.

Dopo aver appreso i suoi voleri, le tre figlie si butteranno a capofitto nelle loro occupazioni, mentre Veronique raggiungerà Venezia per far valutare il quadro e per comprendere quale autore si cela dietro quell'opera. Prima, però, deciderà di trascorrere qualche giorno a Roma, città nella quale, per una serie di casi fortuiti, conoscerà due uomini affascinanti: un multimiliardario russo e Aidan, un fotografo molto più giovane di lei con il quale istaurerà un'intesa particolare...

La sensazione che ho provato leggendo questa storia è stata una profonda pacatezza: la vicenda infatti è molto lineare, più fiabesca che reale, non presenta colpi di scena e i problemi affrontati dai personaggi sono davvero minimi. Praticamente l'unico dilemma è centrato sul rapporto tra Veronique e le figlie, che si ricordano della madre solo quando hanno bisogno e che sembrano non concepirla come una donna dotata di una vita propria e con il desiderio di amare ed essere riamata. Per il resto, trattandosi di una famiglia ricchissima, ogni difficoltà viene risolta con i soldi: le tre ragazze, per esempio, ottengono tutto quello che desiderano senza fare alcuna fatica e, a mio parere, l'unico aspetto positivo sta nella passione con cui si dedicano alle loro attività.

Quest'aspetto, a mio parere, è sia positivo sia negativo: infatti se un lettore sta cercando una storia leggera e priva di scossoni questo è un romanzo perfetto, se invece preferisce leggere un libro incentrato sul riscatto e sull'uso intelligente delle potenzialità dei suoi personaggi allora vi consiglio un altra storia.

Ultimo aspetto che vorrei mettere in luce è l'uso della terza persona che, purtroppo, a mio parere crea troppa distanza emotiva tra il lettore e i personaggi.

Insomma, una storia con pregi e difetti che mi sento di consigliare per chi è alla ricerca di una favola moderna, non troppo impegnativa, dallo stile semplice e lineare, che affonda le sue radici sul tema dei sentimenti in modo lieve e delicato.

mercoledì 10 giugno 2020

Fiori sopra l'inferno

Cari lettori, con il post di oggi vi parlerò del romanzo "Fiori sopra l'inferno" di Ilaria Tuti, edito da Longanesi.

La vicenda è ambientata nell'immaginario paesino montano di Travenì, nel Friuli. Un giorno viene ritrovato nel bosco il cadavere di un uomo, a cui sono stati strappati gli occhi e, al cui fianco, è stato ricostruito un fantoccio con i vestiti della vittima.

Del caso inizia subito a occuparsi il commissario Teresa Battaglia, specializzata nel delineare i profili psicologici degli assassini. Oltre alla sua solita squadra, si unirà a lei un nuovo ispettore, Marini, il cui rapporto non inizierà nel migliore dei modi, anche perchè la donna possiede dei modi e un carattere molto rude.

Nel corso della loro indagine, si scoprirà che dietro alla morte dell'uomo si cela un terribile evento, che affonda le sue radici in un misterioso orfanotrofio attivo anni prima, ma per Teresa e la sua squadra non sarà semplice riuscire a far luce sulla vicenda, perchè gli abitanti del paese paiono restii a collaborare e, molto probabilmente, ci sono altri segreti che nascondono e non sono per nulla disposti a lasciar trapelare.

Purtroppo, però, Teresa si accorgerà ben presto che il tempo stringe: infatti, pochi giorni dopo, alcune persone saranno aggredite, e un bambino verrà addirittura rapito. Il commissario ingaggerà perciò una lotta contro il tempo per cercare di salvare una situazione che, teme, potrebbe prendere una brutta piega...

Era da tempo che volevo leggere un romanzo di questa autrice, della quale ho sempre letto pareri favorevoli, e devo dire che è stata proprio una piacevole scoperta. La trama mi è piaciuta tantissimo e mi è risultato difficile staccarmi dal libro prima di giungere all'ultima pagina. Ho amato molto l'ambientazione, che potrebbe essere associata a un vero e proprio personaggio, la quale mi ha ricordato il contesto in cui solitamente sono ambientati i gialli nordici; così come la personalità di Teresa, una donna in là con gli anni, che custodisce un terribile segreto che potrebbe mettere seriamente in pericolo la sua futura vita privata e lavorativa. Il suo carattere viene alla luce poco per volta, all'interno della narrazione: se all'inizio, pur incuriosendomi, mi è sembrata un po' troppo rude, con il prosieguo delle pagine l'ho compresa maggiormente, in quanto a poco a poco la scrittrice ha fatto emergere le sue fragilità, e ciò ha suscitato in me ulteriore curiosità su alcuni fatti che la riguardano e che nella storia sono stati appena accennati. 

Infine, un altro aspetto che mi ha colpito, è stato lo stile dell'autrice, davvero molto accurato, soprattutto per quanto riguarda le descrizioni anche se, in certi casi, le ho trovate un po' troppo accentuate, soprattutto nei primissimi capitoli del romanzo: questo non toglie però la mia ammirazione per il modo in cui è riuscita a utilizzare le parole, delineando una storia che suscita nel lettore una sottile inquietudine e lo coinvolge in un'ambientazione nella quale non fa fatica a sentirsi parte, seppur solo con la fantasia. Insomma, una storia che è un mix tra un poliziesco, un giallo e un romanzo psicologico, che promuovo a pieni voti e che mi ha lasciato il desiderio di leggere presto il prossimo capitolo, "Ninfa dormiente".

mercoledì 3 giugno 2020

L'amore mi chiede di te

Cari lettori, il post di oggi è dedicato alla recensione del romanzo "L'amore mi chiede di te" di Lucrezia Scali, edito da Newton Compton.

Protagonisti della storia sono Selva ed Enea, dei quali l'autrice alterna i punti di vista. Selva è una ragazza dotata di una spiccata sensibilità e una vera amante dell'uso delle erbe, la cui cura le è stata insegnata dalla nonna. Dopo una relazione finita male e una vita non troppo soddisfacente, a seguito di un sogno, decide di trasferirsi da Torino a Roccamonte, un piccolo paese piemontese dove tutti si conoscono, per aprire una tisaneria, con tanto di gatti per allietare i clienti (una sorta di catcafè, per intenderci).

Enea invece è il sindaco del paese, un giovane ragazzo padre, che da un paio d'anni è stato abbandonato dalla madre di sua figlia. Il suo cuore ferito non gli permette di aprirsi a un nuovo amore e, dietro a un modo di fare freddo e distaccato, nasconde ferite non ancora riemarginate.

Entrambi vorrebbero procedere con le loro vite, ma non possono negare i sentimenti che provano l'una verso l'altro, e che vorrebbero simulare con presunti battibecchi. Ma, piano piano, i due inizieranno ad abbandonare le loro resistenze e a stringere un legame particolare... riusciranno a costruire un futuro insieme? E sapranno resistere all'imprevisto che, da un momento all'altro, scombussolerà non poco le loro vite, soprattutto quella di Enea?

Avevo già letto due romanzi di quest'autrice ("Te lo dico sottovoce" e "La distanza tra me e te"), trovandoli entrambi, pur nella loro diversità, molto piacevoli. Con questo romanzo riconfermo il mio parere positivo anzi, tra tutti, questo romanzo è quello che mi è piaciuto di più. In particolare, ho gradito molto il carattere dei due protagonisti, la loro storia, e la passione per le loro attività. Lo stile è scorrevole e molto romantico e delicato, un particolare sempre più raro nei romance degli ultimi anni e che, per gusto personale, mi sento di preferire. Unica pecca il finale un po' frettoloso e il desiderio di aver preferito un maggior approfondimento sull'attività di Selva. 

Un romanzo che consiglio a chi abbia voglia di leggere una storia leggera, delicata ma non sdolcinata, con dei protagonisti che sapranno di certo conquistarvi, con la speranza che, magari in un prossimo futuro, l'autrice decida di scrivere una storia sull'amica di Selva, un personaggio secondario che, però, ha attirato la mia curiosità.
 
 
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