Buona settimana, cari lettori: oggi vi voglio segnalare il romanzo di un'autrice emergente, Francesca Noto, che s'intitola "Il segno della tempesta", un fantasy romance edito da Astro Edizioni (collana fantasy romance) e dedicato soprattutto alla fascia d'età 13/18 anni. E' disponibile sia in formato digitale sia in quello cartaceo.Di seguito cover, trama e ulteriori informazioni:
Lea Schneider ha un dono, o forse una maledizione. Riesce a percepire
con impressionante chiarezza le emozioni altrui. È sempre stato un
fardello complicato da gestire, in grado di trasformare la sua
adolescenza in un inferno. Anni dopo, le sue capacità tornano a
manifestarsi con forza. In preda a strani sogni premonitori, Lea decide
di fuggire verso la regione più selvaggia della Florida, dove è stata
concepita vent’anni prima.
Ciò che non sa è che quel viaggio ‒ come
il suo dono ‒ fa parte di un disegno più grande. Chi è Sven, il ragazzo
senza un passato e dotato di capacità ben più potenti delle sue? Nuove
forze scoprono le carte di una partita antica, di cui i due giovani sono
il fulcro.
Lea e Sven si troveranno nel mezzo del conflitto tra i
Waerne, antichi guardiani della nostra realtà, e i Fjandar, asserviti a
esseri che di questo universo non fanno parte, ma che diverse volte
hanno interferito con le sue sorti. Mentre un portale tra i mondi
rischia di essere profanato, Lea dovrà trovare il coraggio di guardarsi
dentro e affrontare le proprie paure.
Intanto, Ragnarök, il crepuscolo del mondo, si avvicina...
ESTRATTO 1
«È
finita. Avresti dovuto pensarci prima. Avresti dovuto scegliere con
più astuzia da che parte stare, e non puoi dire che non ti abbia
avvertito. Ma sei solo... e morirai da solo, Valoisa, con la runa di
Thurs incisa sul cuore. Questo è il tuo wyrd».
La sua voce era come mercurio, liquida, cromata, veleno concentrato
in ogni sillaba che pronunciava.
«Vai
all’inferno...», ebbe la forza di pronunciare, inghiottendo una
boccata di sangue. Parole appena udibili, che si persero in un debole
rantolo. «Questo è il tuo wyrd,
figlio di puttana!».
«Certo, tu comincia
pure a mostrarmi la strada, intanto», ribatté l’altro, con una
bassa risata malevola. «Perché Valoisa muore stanotte».
L’uomo sollevò la
mano. Stringeva qualcosa nel pugno, qualcosa di allungato e
scintillante. Era il bagliore dei lampi, o la sua mano a brillare di
una sinistra aura opalina? Non ebbe il tempo di chiederselo. Vide il
braccio di lui fermarsi all’apice, e poi calare in un affondo
violento. Sentì la punta metallica piantarglisi nel petto, penetrare
sopra la clavicola sinistra, inchiodandolo al suolo. Sgranò gli
occhi, inarcando la schiena in un movimento convulso, mentre quello
che aveva creduto il limite massimo del dolore raggiungeva un livello
nuovo, proiettandolo in un baratro ancora più profondo. Fu allora,
fissando con i propri occhi sconvolti quelli del suo avversario, che
comprese che, per quanto potesse sembrare impossibile, la sua
sofferenza era soltanto all’inizio.
Scoprì in quel
momento che era ancora in grado di urlare.
ESTRATTO 2
Rialzò il viso
verso di lui, e lo vide sorridere. Quando le loro labbra si
incontrarono, non fu come quella prima confusa volta a Key West, un
indugiare inconsapevole in un desiderio che era rimasto tale senza
concretizzarsi. Per un attimo si guardarono negli occhi, poi Lea
serrò le palpebre e si lasciò andare alle sensazioni. Giù ogni
barriera, accogliendo le emozioni di lui come se fossero le proprie.
Gli strinse le braccia al collo e dischiuse le labbra, desiderando un
contatto più profondo e sensuale. Il suo sapore era quello che aveva
sempre immaginato, mentre le loro lingue si trovavano, intrecciandosi
in una danza selvatica e istintiva, come se in quel bacio si fossero
ritrovati dopo un’eternità, una volta di più.
Sentì le sue grandi
mani nervose accarezzarle il busto e insinuarsi con dolcezza sotto la
t-shirt, sfiorando la pelle nuda, tracciandovi sopra spirali lievi,
delicate e potenti al tempo stesso. E non ebbe neanche il tempo di
capire se le sensazioni che provava, e quel desiderio caldo come un
falò sotto un cielo estivo, appartenessero soltanto a lei o fossero
intrecciati a ciò che provava lui. Sapeva però di non essersi mai
sentita così, tra le braccia di un uomo. Allora lasciò che
accadesse. E che Sven la riconducesse a casa.
ESTRATTO 3
«Lo ricordi,
vero?», incalzò in quel momento Julma, facendo un passo avanti. I
suoi occhi erano abissi di un’oscurità insondabile. La forza della
sua mente continuava a inchiodarlo sul posto, prospettandogli
possibilità inattese. «Ti hanno temuto, scacciato. Ucciso. Gli
uomini hanno paura di chi è diverso, di chi è potente. Hanno avuto
paura perfino dei tuoi miracoli». Un altro passo. Le sue mani
sembravano scintillare come d’acciaio cromato. «Eri tu. Sei sempre
stato tu, in mille vite prima di queste, il rinnegato che hanno
colpito con sassi e bastoni, il martire bruciato sul rogo. Valoisa,
colui che porta la luce. Ma non la vogliono, la tua luce, non nel
modo in cui hai sempre pensato. È questa l’umanità che vuoi
proteggere? È questa la gente che merita il tuo perdono?».
La pressione si fece
insopportabile. Sven rialzò lo sguardo in quello vorticante di
oscurità dell’altro. Arricciò le labbra, scoprendo i denti
serrati in una smorfia selvatica. «Ci sei sempre stato tu, dietro
alle loro paure», dichiarò, la voce così bassa e profonda da
sembrare essa stessa il brontolio cupo del tuono.
E quella voce si
levò in un ruggito: «Ci sono sempre stato io, a vegliare sui loro
incubi».
L’autore: Francesca Noto è giornalista e traduttrice di romanzi e riviste. Appassionata di heroic fantasy, scherma medievale, equitazione, giochi di ruolo e videogiochi fin da bambina, è stata caporedattrice del magazine “Pokémon Mania”, nonché docente di Game design allo IED di Roma. Il suo lavoro e i suoi interessi l’hanno spesso condotta all’estero, in particolare negli Stati Uniti, paese a cui è molto legata.