Cari lettori, oggi vi parlerò del romanzo "Le sette sorelle", primo libro della serie omonima di Lucinda Riley, edito da Giunti.
La storia inizia con la morte di Pa' Salt, un uomo d'affari che in passato aveva adottato sei ragazze, provenienti dagli angoli più disparati del nostro pianeta, e le aveva fatte crescere in un castello sul lago di Ginevra, in Svizzera, accudite dalla dolce e premurosa Marina.
Una volta saputo il tragico evento, le sei sorelle si ritroveranno tutte insieme nel castello e lì scopriranno che il padre ha lasciato loro in eredità una sfera armillare, nei cui anelli sono presenti le coordinate geografiche che indicano la provenienza di ciascuna delle sei ragazze.
La prima a voler scoprire le proprie origini è Maia, la maggiore, ma anche la più riservata e attaccata al padre, l'unica a non aver mai lasciato il castello, complice anche il suo lavoro di traduttrice di romanzi. Le sue coordinate la condurranno fino in Brasile, a Rio De Janeiro, città nella quale, aiutata da uno degli scrittori per cui lavora, scoprirà che le indicazioni del padre la porteranno verso una lussuosa dimora. Lì, una donna anziana (sua nonna?) si rifiuterà di incontrarla, ma la sua cameriera, di nascosto, le consegnerà un prezioso carteggio.
Tramite la lettura di quelle lettere, Maia verrà a conoscenza della storia della sua bisnonna, Izabela, vissuta nella prima metà del 1900, e del suo amore impossibile per uno scultore francese. Izabela, infatti, appartenente alla nascente classe agiata di europei emigrati in Brasile, era già destinata a un matrimonio combinato, quando un viaggio in Europa sconvolgerà per sempre la sua vita. Tra gli eventi che la vedranno protagonista, inoltre, s'intrecceranno fatti storici e personaggi realmente esistiti, legati alla costruzione dell'opera d'arte più celebre del Brasile, la celeberrima statua del Cristo Redentore.
Maia si farà coinvolgere dalla storia di Izabela a tal punto che cercherà in tutti i modi di saperne di più e (magari) cercare di avvicinarsi alla persona che pensa sia sua nonna. Quest'esperienza, oltre a farle conoscere le proprie origini, cambierà nel profondo la ragazza, aiutandola a credere di più in sè stessa e a farle superare alcuni traumi che per anni ha nascosto nella sua anima.
Avevo già letto un romanzo della Riley l'anno scorso, "Il segreto della bambina sulla scogliera" e, da amante delle saghe familiari, non potevo lasciarmi scappare questa serie. Ho ritrovato con piacere lo stile armonioso dell'autrice, quel suo creare storie dallo svolgimento mai banale, in cui si mescolano presente e passato, realtà e finzione, tanto che, nonostante la mole del libro, ho letto la storia in breve tempo e con avidità.
Ho apprezzato molto l'incipit dalle atmosfere quasi oniriche ed evanescenti, il mistero che aleggia attorno alla figura del padre e delle sorelle e, per questo, sono molto curiosa di proseguire con la serie, che consiglio soprattutto agli amanti delle storie familiari, ma anche a chi vuole approcciarsi per la prima volta con i romanzi di quest'autrice. Sono certa che non vi deluderà!
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