Cari lettori, oggi è il 24 maggio, una data molto importante dal punto di vista storico, visto che ricorda l'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale. 
In questi anni (2014/2018), in particolare, si festeggia il centenario della "Grande Guerra", perciò oggi ho deciso di proporvi le trame di alcuni scritti in prosa incentrati su questo tema. Purtroppo, pur conoscendo queste opere, non ho ancora avuto l'occasione di leggerle, perciò se qualcuno di voi lo ha fatto e vuole farmi sapere il suo parere, non esiti a farlo! 
La letteratura prosastica su questo argomento è sterminata, perciò questi titoli rappresentano solo una rassegna parziale: se vi ricordate altri testi che vi va di citare, fatelo pure nei commenti...
TRAMA (da amazon) 
Composto febbrilmente tra il 1928 e il 1929, "Addio alle armi" è la 
storia di amore e guerra che Hemingway aveva sempre meditato di scrivere
 ispirandosi alle sue esperienze del 1918 sul fronte italiano, e in 
particolare alla ferita riportata a Fossalta e alla passione per 
l'infermiera Agnes von Kurowsky. I temi della guerra, dell'amore e della
 morte, che per diversi aspetti sono alla base di tutta l'opera di 
Hemingway, trovano in questo romanzo uno spazio e un'articolazione 
particolari. È la vicenda stessa a stimolare emozioni e sentimenti 
collegati agli incanti, ma anche alle estreme precarietà dell'esistenza,
 alla rivolta contro la violenza e il sangue ingiustamente versato. La 
diserzione del giovane ufficiale americano durante la ritirata di 
Caporetto si rivela, col ricongiungimento tra il protagonista e la donna
 della quale è innamorato, una decisa condanna di quanto di inumano 
appartiene alla guerra. Ma anche l'amore, in questa vicenda segnata da 
una tragica sconfitta della felicità, rimane un'aspirazione che l'uomo 
insegue disperatamente, prigioniero di forze misteriose contro le quali 
sembra inutile lottare.
TRAMA (da amazon) 
Scritto nel 1936, apparso per la prima volta in Francia nel '38 e poi da
 Einaudi nel 1945, questo libro è ancora oggi una delle maggiori opere 
che la nostra letteratura possegga sulla Grande Guerra. L'Altipiano è 
quello di Asiago, l'anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un anno di 
continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da
 comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi 
spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene
 rivelata nella sua dura realtà di "ozio e sangue", di "fango e cognac".
 Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una 
spietata requisitoria contro l'orrore della guerra senza toni polemici, 
descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro 
drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta 
di Caporetto.
Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni 
tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un 
capo all'altro dell'Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un 
muso da topo, dovrebbe essere una guida all'età virile, al mondo del 
lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, 
fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla 
patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l'intera 
classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad 
arruolarsi come volontari. Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek -
 da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il 
poeta che vorrebbe scrivere drammi - non tardano a capire di non essere 
affatto "la gioventù di ferro" chiamata a difendere la Germania in 
pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della 
grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un
 assalto, Josef Behm - un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, 
arruolatosi per non rendersi ridicolo -, viene colpito agli occhi e, 
impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a 
fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si 
sentiranno "gente vecchia", spettri, privati non soltanto della gioventù
 ma di ogni radice, sogno, speranza.
TRAMA (da amazon) 
Ernst Jünger partecipò alla Prima guerra mondiale con i gradi di 
sottotenente della Wehrmacht. Il suo comportamento in prima linea lo 
rese leggendario: ferito quattordici volte, ricevette numerosi 
riconoscimenti al valore, compreso il più alto, l'"Ordre pour le 
mérite". Portava sempre in tasca un taccuino su cui fissava con 
precisione gli avvenimenti. Da quelle note, in seguito all'insistenza 
del padre, si persuase a trarre un libro che avrebbe dovuto intitolarsi 
"Il rosso e il grigio", in omaggio all'amato Stendhal e ai colori mesti e
 uggiosi della guerra in trincea. Jünger preferì alla fine l'immagine 
tratta da un poema medioevale islandese. Oggetto di ambigui entusiasmi 
negli anni Venti e Trenta, le "Tempeste" appaiono oggi la più 
agghiacciante testimonianza sulla Grande guerra e l'espressione già 
perfetta della sovrumana capacità di osservazione di Jünger e 
della 
prosa fredda e cristallina che egli ha forgiato.
TRAMA (da amazon) 
La minuziosa cronaca dell'esperienza di guerra di un soldato del Regio 
Esercito, che nel corso del primo conflitto mondiale riportò 
quotidianamente gli eventi ai quali assistette in prima persona. 
Documento di notevole intensità drammatica.
TRAMA (da amazon)
La paura è un capolavoro assoluto. E’ una storia semplicissima e proprio
 per questo una devastante accusa contro la guerra. Un gruppo di soldati
 italiani provenienti da varie regioni è bloccato in una trincea sotto 
il tiro micidiale di un cecchino austriaco che impedisce loro di uscire 
allo scoperto. L’ufficiale, un uomo sensibile ai sentimenti e alle paure
 dei suoi soldati, deve però mandarne fuori uno alla volta per 
raggiungere un posto di vedetta sguarnito. Vediamo così sfilare e morire
 uno ad uno i suoi uomini. Ognuno di loro racconta in dialetto il 
proprio terrore. Nel Rifugio  la storia di un disertore e della sua 
fucilazione viene raccontata da un ufficiale che casualmente viene 
ospitato e rifocillato dai genitori del soldato fucilato. La retata  è 
invece una divertente parodia delle agiografie belliche. Un soldato  
racconta in romanesco (tutti i fanti dei racconti di de Roberto parlano 
in dialetto, dando realismo e vivacità alle vicende raccontate) di come,
 caduto nelle mani del nemico,  riuscì a sua volta a catturare un intero
 plotone austriaco inventando decine di manicaretti che avrebbero 
costituito, secondo lui, il “rancio” delle truppe italiane.  Gli 
austriaci, increduli all’inizio, si fanno  via via sedurre dal racconto 
straordinario dell’italiano, fino a decidere di disertare  e di 
seguirlo.  Nell’Ultimo voto il capitano Tancredi ha per missione di 
informare una bella contessa del decesso del suo eroico marito.  Dopo 
solo poche settimane apprenderà con amarezza del matrimonio tra la 
vedova allegra e un imboscato.  Questo racconto ben rappresenta la 
contraddizione, evidenziata da De Roberto, tra etica del sacrificio e 
opportunismo.






le guerre sono un argomento che mi ha sempre attratto, per quanto ovviamente amaro e doloroso.
RispondiEliminaDevo confessare di non aver letto nessuno di questi libri; però alle medie lessi Le lettere dei condannati a morte della Resistenza Italiana, recentemente La ragazza di bube (che però è ambientato nel dopoguerra.
Hemingway è una grossa lacuna che dovrei colmare al più presto
Ciao Angela, sulla seconda guerra mondiale ho letto abbastanza libri, anche perchè ci sono diversi generi, ma sulla prima anch'io ho un po' di lacune da colmare!
Eliminaciao ariel
RispondiEliminaho letto niente di nuovo sul fronte occidentale..toccante triste ma molto realistico...
un bacio e buon mercoledi
Ciao Daniela, lo posso immaginare...
Eliminaricambio il bacio e buon mercoledì anche a te :-)
Ciao Ariel, ho letto i prime tre libr: uno per l'altro meritano tutti di essere letti e riletti. Tutte le nuove generazioni dovrebbero imparare attraverso questi libri cosa è stata la Guerra, perchè non c'è niente di più pericoloso dell'ignoranza. Se posso permettermi un consiglio comincia con Remarque: non te ne pentirai.
RispondiEliminaPaola
Ciao Paola, concordo con il tuo pensiero e considero i romanzi un ottimo strumento per poter imparare la Storia. Grazie per il consiglio!
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